Nella prova voglio parlare al tuo cuore
Ti ho provato nel crogiuolo dell’afflizione
ma ora voglio parlare al tuo cuore.
Una riflessione della cara amica Cristina Righi Epicoco. Oggi Cristina ci invita a riflettere sulla prova, un momento drammatico nella nostra vita, ma anche quello nel quale il Signore dice “voglio parlare al tuo cuore“.
Può accadere che all’improvviso arrivi la prova.
Il cuore però non è pronto, o meglio, era pronto nella gioia e mai avrebbe immaginato nella difficoltà.
Accade però, accade un momento in cui qualcosa ti accende una “lucina rossa” di un pericolo in agguato, una specie di corto circuito.
Oh mio Dio cosa succederà adesso?
ti senti vacillare
La mente vola al futuro con una velocità impressionante.
Nel giro di un vortice ti passa dentro lo sgomento e lo sconforto.
Cosa fare mentre ti senti vacillare?
Hai lodato tante volte il tuo Gesù ma, in quel momento, non riesci…
Il tuo cuore è perso, si è quasi come staccato dal resto del corpo e ti colpisce un senso di freddo e piangi, piangi, piangi tutte le tue lacrime.
Piangere è quasi bello e vuoi farlo da solo, da sola, perché nessuno, davvero nessuno può capirti nella prova.
Quella prova è solo tua, anzi, può essere simile a quella di un altro tuo fratello ma ciò che è diverso è il destinatario della sofferenza.
Ognuno ha il suo cuore e per ciascuno è dato ciò che appartiene solo a Lui.
È come se la prova si identificasse col proprio nome; troppo personale perché si possa comprendere da altri; neppure il diretto interessato ne intende il senso.
voglio parlare al tuo cuore
Al tuo cuore pulsante.
Al tuo cuore di carne.
Al tuo cuore di pietra.
Al tuo cuore pensante.
Al tuo cuore che canta.
Al tuo cuore che crede.
Al tuo cuore che sanguina.
Ed ecco che arriva una proposta:
“Il Maestro è qui e ti chiama”, dice Giovanni al capitolo 11, versetto 28.
cosa è realmente una prova?
E se non avessi te in questa mia vita Signore?
Cosa è realmente una prova?
È un tentativo per verificare?
Cosa ho da controllare?
Io in effetti mi basterei così come sono.
Anche quando mi lamentavo per molto meno mi andava certamente meglio che essere sottoposto alla verifica, cioè essere provato, essere saggiato.
“…ma quando il Figlio dell’Uomo ritornerà troverà ancora la fede sulla terra?”(La 8,18)
Beh, Signore pensavo e desideravo che non ci fosse stato bisogno che fossi messo dinanzi alla ricerca della mia fede attraverso una prova.
Ero tanto contento così….
All’udire questo Gesù disse:
“Questa malattia non è per la morte ma per la gloria di Dio, perché per essa, il figlio di Dio venga glorificato”(Gv 11,4).
quella prova sarebbe stata per la gloria di Dio
Ho avuto nella mia vita il dono di accompagnare un fratello malato sino alla fine del cammino terreno. Questo mi ha consegnato un percorso di fede profonda perché abbiamo voluto lottare continuamente e giustamente (perché noi dobbiamo chiedere) perché ci fosse lasciato.
Non era per niente facile capire che, quella malattia, quella prova, sarebbe stata per la gloria di Dio. Tutti noi, io per prima, desideravamo la vita concreta. E chi aveva intenzione di lasciare andare questo fratello? Proprio nessuno!
Eppure siamo stati tutti provati.
Per superarla, questa prova, ci siamo sperticati in ogni PREGHIERA e SUPPLICA, in digiuni, in volontariato, in generosità, in cordate d’amore reciproco.
Abbiamo sperimentato di piangere con chi piange e ridere con chi ride e, soprattutto di starci: stare ai piedi della croce!
In un’omelia pasquale e con espressione poetica, Ippolito di Roma, un teologo del 200 d.C. asserisce: «La croce è l’albero della mia salvezza eterna: di esso mi nutro, di esso mi diletto. Nelle sue radici cresco, nei suoi rami mi distendo, la sua rugiada mi rallegra e lo Spirito come carezza di brezza mi feconda».
Ahimè, quanto è duro equiparare la prova alla salvezza, addirittura il luogo dove mi distendo e mi diletto!
Come posso essere saggiato in tal modo mio Signore?
nella prova io voglio parlare al tuo cuore
Voglio parlare al tuo cuore figlio mio, figlia mia, miei amati.
Il male è entrato nel mondo e ha confuso le menti.
Molti non ce la fanno fino a disperare ma ho ancor più cura della loro anima.
Tu però puoi scegliere di salire sulla mia scialuppa, dice il Signore e, se anche dovesse arrivare la tempesta più travolgente sarò con te e ti invierò tutti i salvagenti e tutto il necessario.
Hai visto quella coppia che ha dovuto consegnare il coniuge a seguito del male?
Ecco io non ho lasciato mai solo il superstite per il tempo dell’attesa all’incontro definitivo: sono con lui, parlo al suo cuore e procede il suo cammino..
C’e anche l’altra coppia dove uno dei due vive la prova dell’abbandono, dell’adulterio.
Non lascio solo nessuno, mi rendo presente ad ogni richiesta.
Hai visto quei genitori che hanno dovuto lasciare il proprio figlio per un banale incidente?
Non li ho abbandonati nell’attesa dell’abbraccio.
Sono con loro e riempio il loro cuore di un amore così grande senza il quale non riuscirebbero a vivere!
Hai visto i martiri per la fede?
I loro fratelli, gli amici i parenti soffrono, ma… Io sono con loro e parlo al loro cuore perché, a causa del mio nome, sono già beati.
Nella prova io voglio parlare al tuo cuore perché nella fragilità tu mi puoi ascoltare, Io ti ho creato, Io ti conosco.
manderò gli angeli giusti per la tua sofferenza
Tu cercherai conforto dai tuoi fratelli e lo troverai perché manderò gli angeli giusti per la tua sofferenza!
Spesso non sarai neppure contento perché le persone a cui condividerai il tuo dolore non daranno il peso che vorresti alla tua prova.
Ci sarà persino qualche sacerdote che generalizzerà la tua sofferenza, che potrà rispondere frettolosamente e tu, forse ti inquieterai di più con la chiesa e, soprattutto, con Dio.
In realtà è come si diceva all’inizio.
buttati a braccia aperte in quelle del tuo Creatore
Nessuno ti comprende nella prova, perché essa è esterna al tuo interlocutore e tu non puoi trasferire il tuo cuore nelle sue capacità mentali.
Quindi abbi misericordia per chi non ti comprende nella croce e buttati a braccia aperte in quelle del tuo Creatore che aspetta di coccolarti, di raccogliere le tue lacrime e consolarti, carezzarti e rendere dolce la tua amarezza.
“La porterò nel deserto…le parlerò al suo cuore…Là canterà…come quando uscì dal Paese d’Egitto…
Ti farò mia sposa per sempre,
sposa nella giustizia e nel diritto,
nella benevolenza e nell’amore…
tu conoscerai il Signore“(Os 2,16)
È vero, la prova è un deserto, ma se lo cerchi troverai il fiore più bello e solo nel deserto conoscerai il tuo Salvatore!!
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