La liberazione sessuale ha creato l’utero in affitto (parte 4)
Utero in affitto le donne escono dalla riproduzione
per entrare in un rapporto di produzione
Altro argomento scottante quello che affrontiamo oggi: l’utero in affitto. Sentiamo cosa pensa a tale proposito la giovane sessuologa Thérèse Hargot. L’articolo è di Emiliano Fumaneri.
Sabina
Non fa eccezione a questo quadro la pratica dell‘utero in affitto, «perché sopprimere la madre sarebbe l’ultima tappa del dominio maschile», osserva la sessuologa-filosofa.
Con la Gpa «un uomo può creare la vita senza una donna. Certo, ha ancora bisogno del «corpo femminile», ma non si tratta più di una donna, cioè di una persona umana che per principio non può essere utilizzata come un mezzo, quali che siano il fine e le modalità.
la volontà di disporre del corpo delle donne
Dopo il sesso con la prostituzione, le ovaie con la riproduzione artificiale, l’utero in affitto è l’ultimo bastione conquistato dalla volontà di disporre del corpo delle donne.
La sottomissione delle donne a scopi commerciali o caritatevoli tocca il suo apogeo. Da madre diventa operaia, da donna diventa serva che risponde ai comandi e alle esigenze di coloro a cui appartiene il progetto di paternità».
Si tratta di un ritorno puro e semplice alla sottomissione precedente alle conquiste del femminismo? «In una certa maniera sì», replica la Hargot, ma è altrettanto vero che «senza il femminismo alla Simone de Beauvoir il ragionamento ideologico della «gestazione per altri» non sarebbe stato possibile».
la riproduzione ha perduto il suo carattere sacro
È stato questo femminismo ideologico a «fornire le braccia e gli strumenti a una logica liberale incontrollabile. Per arrivare qui c’è voluta la contestazione per separare il corpo dallo spirito. Per denigrare le esperienze carnali a vantaggio dell’espressione onnipotente della volontà.
Riducendo la riproduzione al suo carattere animale, negando l’esperienza umana e spirituale che essa porta in germe e a cui può addivenire, questa ha perduto il suo carattere sacro.
Il corpo non è più che una cosa esteriore alla persona. Dopo essere stato frazionato, il corpo può ormai essere dato in prestito, può essere acquistato, affittato o venduto in parti di ricambio e secondo le esigenze di servizio.
il valore della persona dipende solo dalla sua utilità
Le donne escono così dalla riproduzione per entrare in un rapporto di produzione, col rischio di vedere legittimato, generalizzato e istituzionalizzato lo sfruttamento del corpo.
L’esito di questo femminismo che ha dimenticato l’essenziale si ritorce oggi in primo luogo contro le donne stesse. L’affascinante vittoria della volontà lascia intravedere un mondo disumanizzato in cui il valore della persona dipende solo dalla sua utilità».
Prima parte dell’articolo La liberazione sessuale
Seconda parte dell’articolo La liberazione sessuale
Terza parte dell’articolo La liberazione sessuale
Scopri di più da Annalisa Colzi
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.