lo scheletro riprende vita e parla, ma è un’anima dannata
L’inferno è sempre al servizio di Dio
e deve piegarsi ai suoi voleri
L’ anima dannata è una terribile realtà. A volte il Signore permette che un’ anima dannata riveli qualcosa per la salvezza delle anime.
Certo è un paradosso ma tutto è sottomesso alla maestà di Dio. Anche un’ anima dannata è sottomesse a Dio, nonostante sia lasciate in balia del diavolo e dell’inferno.
C’è un episodio, a questo riguardo, legato alla serva di Dio, Giuseppina Berettoni. Vale la pena raccontarlo.
Fui pregata di recarmi quanto prima a far visita ad un giovane gravemente malato. Egli era sprezzante di Dio e dei sacramenti.
Nel tardo pomeriggio del 31 maggio 1906 mi presentai alla clinica e mi ritrovai a colloquio con il direttore. Il quale le disse:
Lei dev’essere una bizzocca che vuole convertirlo! Ma che!? Non ci riuscirà, perché è un tipo…
Poi cercò di licenziarla, perché non concedeva più visite. Giuseppina seppe essere così persuasiva che il direttore le concesse di rimanere, anzi le disse:
Veda, tutti i giorni io porto via questa chiave. Ora la consegno a lei. Così, dopo la visita all’infermo, potrà passare quì la notte. Potrà riposare su quella poltrona.
Partito il professore, rimase sola e si mise a recitare il rosario. Poi si presentò al malato.
Giuseppina seppe essere così convincente che il giovane dopo aver confidato di aver giurato odio a Cristo decise di confessarsi. Un padre cappuccino l’assolse e gli diede anche l’Estrema Unzione.
Ritiratasi nello studio del direttore, Giuseppina si avvide che in un angolo cèera uno scheletro umano. Era ritto e aveva tutte le sue ossa congiunte da un filo metallico. Di chi sarà stato? e dove si troverà l’anima di costui? si domandava.
Ed ecco che all’improvviso quello scheletro riprende vita, si muove, parla e dice:
Eccomi! Tu mi hai chiamato.
Ma io non ti ho chiamato – risponde terrificata Giuseppina.
Noi – riprende a dire lo scheletro – quantunque dannati, dobbiamo fare la volontà di Dio. Sappi che da 74 anni io sono dannato. E questo domani lo dirai al direttore.
Egli non mi crederà, come glielo posso provare?
Vedrà che non sto nella posizione in cui ero.
Questo non basta.
Ne avrai la prova – e così dicendo lo scheletro torna nell’angolo donde s’era mosso, mettendosi in posizione alquanto diversa.
Il giono seguente il direttore si diresse al suo studio, desideroso di riprendere la conversazione.
La scienza – disse mi ha dimostrato molte cose. Io non credo ai miracoli!
Guardi là, quello scheletro appartiene a uno che da 74 anni sta all’inferno – disse Giuseppina puntando il dito.
A questo punto lo scheletro cominciò a muoversi in direzione del professore. Spaventato, si accostò istintivamente alla donna come se chedesse la sua protezione. Poco dopo, uscì sconvolto, uscì dallo studio e si rifugiò in cappella. Le suore rimasero meravigliate perché mai vi era entrato.
La sua conversione fu il frutto dell’apparizione del dannato.
P.Antico, Giuseppina Berettoni, Centro G.B., Roma 1978, pp 247-262.
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