Una Regina al servizio di Gesù
Nel cuore della storia di fede e devozione, emerge la figura affascinante della beata Maria Cristina di Savoia, regina delle Due Sicilie. Fin dalla sua giovinezza, coltivò un legame speciale con il piccolo Re di Betlemme, Gesù Bambino, eleggendolo come guida e modello. Un momento cruciale in questa relazione interiore si manifestò durante la sua visita a Roma nell’anno 1825, quando ottenne il privilegio dal Papa Leone XIII di poter venerare la vera culla di Gesù, custodita nella basilica di Santa Maria Maggiore.
Nonostante avesse allora solo tredici anni, la regina mostrò profonda gratitudine e commozione, poiché quelle reliquie erano state toccate dal Re dei re. Questo incontro rimase impresse nel suo cuore, ispirandola ad abbracciare il mistero della carità divina incarnata, la povertà di Maria Santissima, l’armonia degli angeli e l’adorazione dei Magi.
Oltre alla contemplazione affettuosa del presepe, Maria Cristina incoraggiò l’imitazione pratica di quell’amore senza limiti, la profonda umiltà e il rifiuto dei lussi e degli onori mondani. L’eredità di virtù che questa grande anima ha lasciato, continua a ispirare e ad affascinare ancora oggi tanti devoti.
Una regina alla scuola del piccolo grande Re
Come dicevo, la beata Maria Cristina di Savoia, chiamata la Regina del Gran Re (Gesù) sin dall’infanzia nutrì una particolare devozione per il piccolo Re di Betlemme, eleggendolo a suo modello e guida. Una tappa importante fu la visita a Roma nell’anno 1825, quando dal papa Leone XIII ottenne di poter venerare la vera culla di Gesù Bambino, conservata nella basilica di Santa Maria Maggiore.
Aveva allora solo 13 anni, ma con quante lacrime di gratitudine ossequiava quelle reliquie, sulle quali aveva posato il capo il Re di tutti i re! Le rimase talmente nel cuore la commozione al pensiero della carità del Verbo Incarnato, della povertà di Maria Santissima, del canto degli angeli e dell’adorazione dei Magi che per più giorni ne parlava con grande emozione.
Il suo grande amore per il Natale
Dalla sua devozione singolare per il mistero del Natale derivarono quelle sublimi virtù che lasciavano ammirata tutta la casa reale. Particolarmente degno di nota fu il suo distacco dalle cose terrene, come si rivela in questo suo scritto:
«Benché io sia sana, ricca e bella… e poi? E che io possegga argento e oro… e poi? E che io comandi molti servi… e poi? E d’ingegno e saper sia sola… e poi? E di fortuna in alto posta… e poi? E che mille anni il mondo goda…e poi? Presto si muore e nulla resta… e poi? Servi a Dio solo e tutto avrai dappoi». Dolce è ammirare il presepe, wma ancor più è doveroso imitare e far proprie la sua carità ineffabile, la sua umiltà profonda, il suo disprezzo per il lusso e gli onori mondani.
La sua vita di Regina vissuta nella povertà del cuore
La vita della Regina Maria Cristina di Savoia, si distingue come un esempio di devozione e virtù radicate nella profonda fede nel Natale e nella figura del Bambino Gesù. La sua visita alla culla di Gesù nella basilica di Santa Maria Maggiore rappresenta un momento di intimità e gratitudine che ha trasformato il suo cuore e ha influenzato il suo cammino di vita. La sua capacità di abbracciare i bisognosi nella carità, umiltà e distacco dalle ricchezze materiali risplende come un faro, illuminando la strada per un vivere più significativo e orientato verso valori più elevati.
L’esempio di Maria Cristina continua a parlare a coloro che cercano un senso di profonda comunione con Dio e con il mistero della sua nascita. La sua scelta di servire Dio e di abbracciare l’amore incondizionato e la semplicità del piccolo Dio fatto uomo, rimane un richiamo atemporale a perseguire il bene comune e ad abbandonare gli attaccamenti mondani.
Mentre ammiriamo il presepe e riflettiamo sul messaggio di umiltà e amore che esso trasmette, possiamo anche riflettere sulle parole e le azioni di Maria Cristina, che ci invitano a seguire il suo esempio nella ricerca di un significato più profondo e nell’incorporare virtù che lasciano un’impronta duratura sulla nostra anima e nella società di oggi.
Scopri di più da Annalisa Colzi
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