Una confessione pratica che tutti fanno
Questo episodio che sto per raccontare, ci fa comprendere l’importanza della confessione ma soprattutto di una confessione pratica. Spesso rendiamo tutto così difficile, complicandoci la vita. L’episodio è tratto dagli scritti del servo di Dio, don Giuseppe Tommaselli, che parla di un certo Antonio che finalmente dopo anni, riuscì a confessarsi.
Antonio si recò presso un convento francescano perché aveva in un certo senso dato la sua parola al parroco che si sarebbe andato a confessare. Suona certamente strano il fatto che ci si confessa per aver dato la parola e non per il pentimento di aver offeso Dio.
Così quando si trovò fuori al convento, vide un fraticello e gli disse:
– Buona sera! Vorrei parlare a Padre Serafino. – Lo chiamo subito.
Antonio entrò nel convento e nell’attesa passeggiava lentamente nel cortiletto. Padre Serafino non si fece attendere molto.
– Cercate me?
– Precisamente! Voglio confessarmi. Però la mia Confessione è semplice e pratica. Non ho ammazzato, non ho rubato, non sono stato al tribunale e tutti mi vogliono bene. S’informi in paese chi sono io e tutti diranno che sono il più grande galantuomo!
– Bene mi compiaccio di questo! Tuttavia accomodiamoci in Chiesa; saremo soli e potremo parlare tranquillamente.
Padre Serafino, per lunga esperienza, si accorse subito di aver da fare con un pasqualino arretrato e pensò: Questa sera c’è un pò di lavoro! Alla gloria di Dio!
– Inginocchiatevi!
– È proprio necessario inginocchiarmi? Soffro di reumatismo alla gamba.
– Allora state seduto… Fate il segno della Croce!… Che peccati avete fatto?
– Padre, già la mia Confessione l’ho fatta poco fa; le ho detto che io non commetto mai peccati!
– Dunque… siete un Santo!?
– Santo no! Ma peccati non ne tengo!
– Beh, rispondete allora alle mie domande: Avete fatto il Precetto Pasquale?
– Questo peccato non l’ho fatto.
– Peccato? Vi chiedo se quest’anno a Pasqua avete ricevuta la Santa Comunione!
– A dire il vero, è un pò di tempo che non mi comunico.
– L’ultima volta quando vi siete confessato?
– Non ricordo bene!… Da ragazzo, sino ai nove anni mi confessavo spesso… una o due volte l’anno. Poi mi misi a lavoro e non pensai più a queste cose. Sa, uno che lavora non ha tempo da perdere.
– Credete che sia un tempo perduto andare a confessarsi e purificare la coscienza? È il tempo meglio impiegato!
– Dunque, non ricordate se dopo i nove anni vi siate confessato! Siete sposato regolarmente?
– Sì, mi sposai con tutti i Sacramenti della Chiesa.
– Certamente vi confessaste prima di sposarvi!
– Sì, sì!… Lo ricordo!… Allora mi confessai nella parrocchia; c’era un Prete santo in quella Chiesa.
– E quanti anni sono che vi siete sposato?
– Vediamo!… Il primo figlio ha ventisette anni e certamente mi sposai ventotto anni addietro.
– Perciò sono già ventotto peccati mortali che avete nell’anima! Ogni anno che passa senza Confessione, è un grave peccato!… Ora datemi ventotto lire!
– E perché? Si paga per confessarsi? Credevo che si facesse tutto gratuitamente!
– Avete ragione. Tutto è gratis… Ma, se non si paga e voi state ventotto anni senza confessarvi, se si pagasse, quanti anni stareste lontano dalla Confessione?… E pensate che ogni anno c’è l’obbligo di comunicarsi nel tempo di Pasqua e chi tralascia questo, è reo di peccato davanti a Dio. Conoscete il terzo Precetto della Chiesa Cattolica?
– Lo ignoro completamente!
– Ve lo dico io: Confessarsi almeno una volta l’anno e comunicarsi almeno a Pasqua.
– Stando così le cose, ora che lo so, ogni anno compirò il mio dovere.
– Conoscete voi le persone della Santissima Trinità?
– Non so chi siano!
– Sapete almeno che c’è Dio?
– Ah, Dio ci deve essere! Diversamente il mondo chi l’avrebbe fatto? E poi, chi ci farebbe stare in piedi? A Dio io credo! Io sono molto religioso; difatti tengo con me nel portafoglio tanti santini! Se lei vedesse quanti quadri tiene appesi mia moglie sulle pareti della camera! Ed io ogni sera bacio il quadro di San Giovanni Decollato, che sta vicino al capezzale!
– Tutta la vostra religiosità consiste solo in questo?
– Inoltre, quando si raccoglie per fare la festa ad un Santo, dono sempre la mia offerta; diverse volte ho portato il Santo Patrono sulle mie spalle nel giorno della sua festa!… Ah, fossero tutti gli uomini religiosi come me!
– Di religione voi avete soltanto un poco di vernice. Ascoltatemi: Dovete credere che c’è Dio, che Dio è uno solo, che in Dio vi sono tre Persone uguali e distinte, Padre, Figlio e Spirito Santo. Dovete inoltre credere che il Figlio di Dio, Gesù Cristo, si fece uomo, nacque da Maria Vergine, morì in Croce per i nostri peccati e dopo tre giorni risuscitò gloriosamente. In fine Gesù Cristo salì al Cielo e ritornerà sulla terra alla fine del mondo per giudicare tutti, buoni e cattivi; ai buoni darà il Paradiso ed ai cattivi l’inferno.
– Padre, ma davvero c’è l’inferno ed il Paradiso?… E chi l’ha visto?… E chi è venuto di là per dircelo?
– Gesù Cristo, Dio-Uomo, ci ha insegnato queste verità e noi dobbiamo credere tutto ciò che Dio ci ha rivelato; negare una sola verità divina o metterla in dubbio, costituisce un grave peccato.
– Eh, quante volte io ho detto agli amici: Ma che inferno e che Paradiso!… Lo dicono i Preti per farci spaventare!… Ma io non ci credo!… Del resto, se l’inferno non c’è, meglio ancora; se c’è, come faranno gli altri farò io!…
– Vedete, caro amico, quanti errori avete commesso e quanto reale avete seminato!… Tutto ciò è grave peccato!… Poiché mi accorgo che ignorate i primi elementi della Dottrina Cristiana, vi farò delle domande particolari sui vari Comandamenti di Dio. Voi rispondete con sincerità! Di tante mancanze forse Dio vi domanderà poco conto per la vostra ignoranza; ma ricordatevi che l’ignoranza colpevole delle verità della fede è un gravissimo peccato. Bisogna istruirsi!
Sante parole! Istruirsi! Spesso coloro che commettono tanti peccati, sono ignoranti e non sono istruiti nella religioe cristiana. Manca la confessione pratica, cioè quella del dialogo, quella che istruisce il penitente a comprendere cosa è davvero il peccato. Quella che mostra appunto, i veri peccati che ignoriamo essere tali.
Oggi sono stati tolti addirittura i confessionali dalle chiese, che erano un continuo richiamo alla confessione. Oggi ci sono tante belle parole di amore per Dio ma pochissime che conducono ad amare Dio.
Scopri di più da Annalisa Colzi
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