Tutto ciò che di buono è in noi viene da Dio
Quanto di buono si riscontra nelle creature, viene dal Creatore, si avete capito bene, tutto ciò che di buono c’è nell’uomo e nella donna, viene da Dio. Eppure noi ci gloriamo delle nostre opere buone, e se qualcuno non le riconosce, ci lamentiamoe ci turbiamo, quasi come se fossero nostre. In verità tutto il bene viene dal bene assoluto che è Dio solo.
Purtroppo, ordinariamente, non si pensa a ciò. Il ricco dice: La ricchezza è mia; io ne sono padrone e ne faccio quello che più mi aggrada! Chi ha qualche attitudine, fisica o intellettuale, ne va orgoglioso e suole disprezzare chi ne è privo.
Ci trastulliamo nella vanagloria, sbanderiamo le nostre opere di bene come un trofeo. Riconosciamo ciò che è di Dio e quando abbiamo fatto il nostro dovere, quando abbiamo compiuto per grazia divina, qualche opera buona, diciamo al Signore: Eccomi, sono il tuo servo inutile!
La nostra intelligenza e sapienza è davvero limitata, eppure è motivo di vanto. Un professore, per quanto abile nella conoscenza della sua materia, può sempre sbagliare, eppure si rattrista se qualcuno lo chiama per nome senza anteporre il suo titolo di PROFESSORE. L’unico vero MAESTRO che non sbaglia mai è Gesù Cristo, fonte di Verità e Giustizia, non può errare ed è divinamente esatto. Ci ha dotati di intelligenza per poter comprendere e inventare, per poter andare avanti nella scienza, ma di questa intelligenza ne facciamo un dio.
E’ bene comprendere che tutto ciò che l’uomo è e tutto ciò che egli ha, sia nell’ordine della natura come in quello della Grazia, tutto è dono gratuito del Padre Celeste. E come dice don Giuseppe Tomaselli: Il Divin Maestro nei suoi insegnamenti rivendica la fecondità inesauribile del suo Padre Celeste, donatore instancabile. Nella figura generosa e fiduciosa di un personaggio alla vigilia di un lungo viaggio, nasconde e rivela se stesso, insegnando che la vita è dovere e non divertimento; è conquista e non semplice ornamento per la vanità; è lavoro e fatica e non oziosità gaudente e passiva. Insegna inoltre che la vita si svolge nel tempo e sulla terra, ma deve tendere al Cielo ed aspirare all’eternità.
Dobbiamo quindi dire grazie al Signore ogni volta che qualcosa ci riesce, grazie Signore perché mi permetti di risolvere tale cosa, di comprendere come svolgere quest’altra cosa… Molti dicono: ma io non ho niente, il Signore non mi ha dato intelligenza, non mi ha dato una dote. Il dono più bello Dio ce lo ha dato: LA VITA. Sta a noi saperla coltivare e farla fiorire come Lui desidera e ci comanda. E’ come se qualcuno ci avesse fatto il dono di un seme. Quel seme ha un grande potenziale di diventare un albero ricco di fiori e frutti… Sta a noi farlo germogliare, crescere e fruttificare.
Ogni persona dunque deve custodire e difendere, illuminare ed accrescere, insomma apprezzare il dono della vita per quello che attende alle porte dell’eternità. Là si dovrà schiarire il mistero dell’esistenza di tutti e di ciascuno: o sarà fallimento completo e definitivo per chi è vissuto di terra e per la terra, o vittoria eterna per chi ha trafficato bene i talenti avuti da Dio.
Scopri di più da Annalisa Colzi
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