Trasportati dall’amore per Gesù Bambino
Tanti santi si sono sentiti fortemente trasportati dall’amore per Gesù Bambino. Un amore tenero vero un bimbo che nasce in una mangiatoia, in un luogo povero tra i poveri. Allo stesso tempo però questo trasporto diventa anche forza, ammirazione, non solo amore per un bimbo tenero. In esso traiamo la forza di un Dio che sceglie l’opposto di ciò che il mondo predilige. Così che ci fa provare la bellezza delle cose semplici.
Tra i tanti santi famosi che sono connessi a Gesù Bambino come Sant’Antonio da Padova, o San Gaetano, c’è la venerabile Lilia del Santissimo Crocifisso, vergine del Terz’Ordine Regolare Francescano: quest’umile suora, nutriva un amore singolare per Gesù Bambino. Aveva introdotto nei monasteri da lei fondati il pio costume che nei nove giorni precedenti il Santo Natale e anche nei seguenti fino all’Epifania, le monache, e dopo di loro anche le educande, prendessero ciascuna per un giorno a turno in custodia una statua del Santo Bambino. La suora a ciò scelta doveva rendere a Gesù Bambino tutti gli omaggi possibili di amore e di lode, particolarmente durante il ringraziamento alla Santa Comunione e protraendo l’adorazione eucaristica oltre l’orario ordinariamente prescritto.
Doveva, inoltre, intensificare gli atti di virtù e di mortificazione, e il tempo in cui rimaneva nella sua stanza doveva trascorrerlo in spirituale compagnia del Santo Bambino, suo Signore e suo Sposo. Quanti trasporti di amore al piccolo Gesù accendesse nel cuore della Venerabile lo diede a vedere quando, stando a Roma, recatasi a visitare la chiesa di Aracaeli e avuta tra le sue braccia la piccola statua di Gesù Bambino li venerata, andò in estasi. E noi, come manifestiamo il nostro amore a Gesù Bambino?
Diceva Sant’Alfonso Maria dè Liguori..
“Molti cristiani sogliono per lungo tempo avanti preparare nelle loro case il presepio, per rappresentare la nascita di Gesù Cristo; ma pochi son quelli che pensano a preparare i loro cuori, affinché possa nascervi in essi e riposarvi Gesù Bambino. Riflettiamo su questa frase di un grande santo come Sant’Alfonso.
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