“Strappata dall’abisso – Dagli psicofarmaci alla fede”
Migrazioni dell’anima, dall’abisso della cupa voragine della depressione e dell’insostenibile pesantezza dell’essere falcidiato da quel “cupio dissolvi” che atterra, alle celesti visioni del cielo, a quella “resurrectio” dell’anima segno dalla divina misericordia, nel libro di Milly Gualteroni “Strappata dall’abisso – Dagli psicofarmaci alla fede” che in soli 10 giorni si preannuncia come un inarrestabile best-seller che a fine mese vedrà come prestigioso testimonial a Como lo scrittore Vittorio Messori.
Una confessione a cuore aperto che ancora sanguina, quello dell’autrice sondriese; in una riconciliazione finale con se stessa, prima che con gli altri. Seguendo le ragioni del corpo e quelle dello spirito sotteso ai miracoli che solo la fede sa operare.
“Questo mio sofferto e al contempo liberante contributo, non di teoria, ma di vita vissuta, tratta di temi quanto mai attuali come la vita e la morte, la malattia, il sesso, il suicidio, la violenza. Ma infine anche la gioia, la speranza, la serenità.
Un libro che avrei volentieri fatto a meno di pubblicare, ma avevo il dovere morale della testimonianza. Ho dovuto vincere il mio forte senso del pudore e un carattere schivo e riservato. Ho dovuto lottare contro le incrostazioni dovute alla mia malattia, ormai trascorsa, che mi fu diagnosticata a 19 anni condizionando così la mia personalità”, ha confidato Gualteroni.
Giornalista di rango che sa commuoversi come una bambina dinanzi all’inesplicabile mistero della vita. Sulle tracce della “tragèdie humaine” di una fanciulla allo sbando, piagata e piegata dall’ incommensurabile assenza anzitempo dell’adorato padre e del caro fratello, s’innesta l’irrefrenabile anelito di pace bandita da un cuore ondivago. Alla ricerca di un senso alla prostrante solitudine che inevitabilmente conduce lungo la devastante china della depressione.
Braccata nell’intimo da un Dio misericordioso che lenisce ogni ferita; il sovrannaturale irrompe però all’improvviso nella sua vita come un temporale notturno che squarcia l’abisso di un buio senza fine. Inspiegabile e assurda, eppure così penetrante; così spasmodicamente rasserenante; giunge infine la luce inattesa che la strapperà al baratro dell’annichilimento della mente e dell’anima. Dopo essere stata vomitata dalle porte degli inferi, con la resurrezione della carne e dello spirito già su questa terra, il paradiso per lei non può più attendere. E una lacrima adulta consacra la sua redenzione.
Nello Colombo
Tratto da “Il Giorno”
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