Una speciale festa a tre
Come ogni anno, domenica 30 settembre sono andata alla convocazione regionale del movimento di preghiera di cui faccio parte: il rinnovamento nello Spirito. Il 30 settembre è per me una data speciale, in quanto è il mio anniversario di matrimonio e, domenica in particolare, era il primo anniversario! Se devo essere sincera, quando l’ho saputo, la mia prima reazione è stata: “Ma io quel giorno devo festeggiare!”. Grazie al cielo quando io sono spiritualmente pigra ho un marito, donatomi da Dio, che mi dà una scrollatina. Così mi ha suggerito più volte che, visto il sacramento che ci unisce, il modo migliore per festeggiare sarebbe stato passare la giornata col Signore. Ai suoi occhi, quella che per me era una fastidiosa coincidenza, per lui era una grande opportunità che Dio ci dava. Negli ultimi mesi io e mio marito siamo passati in mezzo al fuoco di qualche sofferenza e prova per niente facile, quindi era anche un’opportunità per affidare questi macigni a Dio. Devo riconoscere che Dio ci parla anche attraverso gli altri, in questo caso attraverso il mio Francesco.
Siamo partiti la mattina e alle 9.00 eravamo già a Livorno. C’era molta gente e abbiamo subito iniziato a lodare Dio attraverso il canto. A tal proposito mi viene in mente che Sant’Agostino diceva che chi canta prega due volte e io in questa affermazione mi ci riconosco in pieno. Dopo il canto è seguita una catechesi, dove si è parlato di un argomento che mi ha molto colpita e cioè imparare a riconoscere che la nostra vita è una missione. Qualunque sia la situazione in cui ci troviamo: single, sposati, in un determinato posto di lavoro, disoccupati, sani, malati ecc … tutti siamo chiamati a riconoscere che siamo in missione e che la nostra vita è un dono di Dio che deve farsi a sua volta dono per i fratelli. Si è parlato del fatto che le nostre vite spesso sono piene di culto, ma non di cristianesimo. Abbiamo affrontato una questione molto spinosa: perché preghiamo tanto e spesso la gente intorno a noi non si converte? E la risposta è proprio qui, nel fatto che aderiamo a riti e culti ma non ci sentiamo in missione con Dio, per Dio e verso Dio e quindi non siamo in grado di testimoniare concretamente, con la vita, la nostra fede. Mi sono riconosciuta molto in tante cose che sono state dette, come ad esempio il fatto che recitiamo tanti rosari e devozioni, ma ci manteniamo in lite con il nostro prossimo. Ecco, come possiamo sperare che le persone restino affascinate dalla nostra fede, se la nostra fede è così povera? Come posso parlare di fede a un altro, se dopo aver ricevuto il sacramento del matrimonio penso che festeggiare con Dio sia quasi una scocciatura?
Dopo la catechesi sono seguiti altri momenti molto intensi, come l’adorazione, chiamata Roveto Ardente. Si è davvero fatto esperienza degli apostoli riuniti nel cenacolo che ricevono lo Spirito Santo e si sentono tutti “infiammati” e parlano lingue nuove. Io personalmente mi sono sentita di dare una parola a una signora che non conoscevo, ma di cui ho percepito il dolore in maniera palpabile e lei si è aperta con me, confermandomi la verità di quella parola che avevo sentito nel cuore. Successivamente c’è stato anche un momento di preghiera per ricordare il matrimonio tra me e Francesco e, all’apertura della Bibbia, ci è stata donata questa bellissima parola, che si trova in Osea (2-21): ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore.
Quindi questa giornata, che all’inizio sembrava sprecata, sprecata non lo è stata affatto e il Signore, come sempre, ci ha dimostrato che sa donare in abbondanza.
Ovviamente la sera siamo andati a festeggiare in un bellissimo ristorante!
Katia Pellegrinetti
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