Sogni disgustosi e giocattoli mutilati prima dell’omicidio
Prima i giocattoli mutilati poi l’omicidio
E’ una storia molto inquientante quella che sto per raccontarvi. Una storia vera, purtroppo, che ha portato una adolescente di 15 anni ad uccidere una bambina, Katie, di 7 anni. E’ il quotidiano inglese Mirror a riportarne la notizia e dice che la killer adolescente, nei mesi precedenti all’omicidio, faceva sogni disgustosi e si divertiva con giocattoli mutilati.
Da un interrogatorio fatto alla giovane dal dottor Chipchase è venuto fuori che l’adolescente stava bene nella sua casa e andava bene a scuola fino al 2016. Dopodiché la ragazza perse la maggior parte degli amici del suo gruppo, sviluppò un interesse per il macabro, iniziò a danneggiarsi con una lama, ad essere molto agitata e ad avere pensieri di suicidio.
Pensavo che fossero robot e non esseri umani
Lei stessa confessò alla Corte che molto spesso era agitata, nutriva pensieri “deliranti e bizzarri” e si era convinta che le persone attorno a lei “non fossero umani ma robot”.
Un amico descrisse l’adolescente come “simpatica ma strana” e raccontò che la giovane sognava di uccidere qualcuno e di sentire voci dentro la sua testa.
I problemi di salute mentale della ragazza aumentarono nel corso di più di un anno finchè, il 9 gennaio, soffocò Katie di 7 anni, in un campo da gioco a New York.
Usò un coltello Stanley per fare uno squarcio di 6 cm al collo della bambina e una ferita di 20 cm al busto.
L’adolescente fu poi trovata in strada da un cittadino e raccontò via telefono ad un poliziotto che Katie era morta ma non sapeva dove si trovasse.
Quello che fu trovato nella sua casa è inquietante
Dopo l’omicidio, la polizia perquisì la casa dell’adolescente recuperando articoli che includevano disegni di stick-man in varie pose raffiguranti omicidi e morte e un riferimento a “coloro che non sono umani”.
Alla Corte è stato riferito che i fogli erano insanguinati e che furono tagliati con lo stesso coltello usato per squarciare Katie.
Nella camera da letto dell’adolescente, gli ufficiali hanno trovato libri, note e fumetti di natura violenta.
Hanno anche trovato Simba, un peluche del Re Leone, senza orecchie poi trovate come imbottitura del suo stomaco, inserite attraverso un taglio verticale. Quei giocattoli mutilati dovevano far presagire qualcosa di inquietante.
La ragazzina era convinta che la gente attorno a lei non fosse umana ma che fossero dei robot controllati da una forza ostile.
Gli esperti non concordano sulla precisione della diagnosi
L’imputata è stata esaminata da psichiatri forensi e psicologi ma, nonostante la giovane abbia dato segno di pensieri squilibrati, non vi è nessuna prova di psicosi.
Senza una diagnosi precisa tutto rimane dentro una nebulosa da cui si possono fare solo supposizioni e una delle supposizioni possiamo collegarla senz’altro al maligno.
L’adolescente di dilettava a leggere, disegnare e scrivere cose inquietanti, tenebrose. Faceva sogni disgustosi, si comportava stranamente. Alla sua vittima aveva inciso la carne per 20 cm dallo sterno allo stomaco; esattamente come aveva fatto con il peluche perché Ella disse ai giudici che pensava che Katie fosse un robot.
Una storia penosa che il 20 luglio scriverà la parola fine, quando i giudici daranno la sentenza definitiva.
Scopri di più da Annalisa Colzi
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.