Ucciso per un post offensivo sul social network facebook
Da Facebook alla morte
quando il social distrugge l’uomo
I fatti: un litigio iniziato sul famoso social a colpi di post offensivi; un incontro per chiarire, la lite.
Risultato: un morto e due arrestati a Cagliari. E’ notizia di circa un mese fa.
Anch’io utilizzo Facebook, più per passatempo che per necessità… anche se la stanchezza e il nervosismo ora prevale al divertimento.
In Facebook troppi insulti, rancori, commenti sprezzanti, giudizi su tutto e su tutti.
E quando esprimi un parere differente, la reazione è spesso l’offesa. Non si accetta più nulla, non si rispetta più niente. Che siano amici o meno, di destra o di sinistra, bianchi o neri. Colpi di sciabola anche fra cattolici.
Sui social tutti abbiamo la nostra verità, costruiamo una falsa immagine di noi da mostrare agli altri. E non esitiamo a esprimere i nostri pensieri in modo rabbioso.
Lo schermo del PC mi nasconde ed io sfogo tutto il mio malessere con le mie omelie e le mie sentenze su tutto ciò che mi circonda. Non importa se quello che dico è qualcosa in cui credo o se è solo qualcosa che espongo per essere lodato o per ricevere consensi. E se il mio parlare genera sofferenza in qualcuno, poco importa.
Ricordo da bambino rimasi colpito quando il mio catechista, tentando di farci comprendere il significato del quinto comandamento “non uccidere”, mi fece capire che anche con la lingua si uccidono tante persone. E quante volte l’ho fatto.
Ora sui social è guerra aperta su tutto; tutto è permesso, tutto è lecito.
Il rispetto del pensiero dell’altro è morto e sepolto.
E dalla violenza virtuale dei social, sarà poi così difficile degenerare in violenza nella realtà della vita quotidiana? Questo fatto, uno dei tanti, dimostra che non è poi così difficile.
Ma tutto questo non solo mi dà fastidio, ma mi fa anche paura…
P. T.
Scopri di più da Annalisa Colzi
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