La sete di piacere in un mondo ormai arido e deserto
Nel mondo ci sono tanti buoni, ma anche tantissimi che hanno sempre più sete di piacere, scaturendo in un grande egoismo. Tanta Gente che per la loro sete di piacere, usano il prossimo per i propri sporci comodi. C’è una grande massa di uomini e di donne, massa che oggi pare aberrata. Ecco il racconto di un breve episodio di un sacerdote, don Giuseppe Tomaselli, che mette a paragone la sete fisica e la sete di piacere…
Una chiamata al telefono:
Fui chiamato a telefono:
– Reverendo, non mi dica di no!
– Di che cosa si tratta?
– Lei sa chi è mia sorella, perché da ragazza era sua parrocchiana; ora è madre di quattro figli. Sei mesi fa subì un intervento chirurgico a Roma; stava per rimettersi discretamente; all’improvviso è sopraggiunto un altro male ed è stata operata d’urgenza ieri. E’ stata sotto i ferri per cinque ore. Si sente venir meno e prima di morire desidera una sua visita. Non privi mia sorella di questo conforto. Venga presto all’ospedale!
Questa fu la chiamata di un fratello di una povera donna che stava male e che molto probabilmente non sarebbe sopravvissuta; risposi che in giornata sarei andato.
Povera donna, come spasimava su quel letto!
Appena mi vide mi salutò e subito cominciò a gridare: Acqua! … Acqua!… Gliene furono dati pochi sorsi. Dopo alcuni istanti un altro grido: Datemi acqua! … Muoio di sete! … Brucio per l’arsura!
L’ammalata, per la lunga durata dell’operazione, aveva avuta somministrata doppia dose di oppio e dopo un giorno le persistevano i disturbi del narcotico.
Non era tormentata solo dalla sete; c’era anche il dolore della larga ferita e c’era un nervosismo particolare, per cui era in uno stato d’irrequietezza da fare pena.
Mi disse: Padre, preghi per me e mi benedica affinche diventi calma; io non sono di carattere nervoso, eppure non faccio che agitarmi!
All’improvviso un grido: Acqua! … Acqua! . . .
Dissi ai presenti: Questa non è sete naturale; ancorchè le deste moltissima acqua, avrebbe sempre sete. Piuttosto umettate spesso le sue labbra con una pezzuola inzuppata d’acqua fresca; gioverebbe pure il rinfrescarle i polsi e le vene delle braccia.
Non passò molto e venne il medico per la visita di controllo; allora mi licenziai dall’ammalata.
Sete, sete continua e cocente; bere … e non saziarsi!… Immagine dello stato morale di molti del nostro tempo! Non è la sete dell’acqua, ma la sete del piacere, sotto qualunque forma, che tormenta la gente; sete di novità, di spettacoli, sete di lusso, di spassi, sete di sensualità e di amori sbagliati… Quanta smania, pur di accostare un istante le labbra al calice del piacere!
Per quanto si goda e ci si scapricci, non si è mai sazi, anzi pare che la sete aumenti.
Degna di compassione quella madre di famiglia implorante un sorso d’acqua; píù degni di compassione gli smaniosi del piacere, i quali sono i veri ammalati morali.
Beviamo alla fonte vera
Solo Gesù può dissetarci, Lui è l’acqua viva, e chi berrà alla sua fonte, non avrà più sete. Pensiamoci bene amici, pensiamoci bene.
Scopri di più da Annalisa Colzi
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