Una seduta spiritica finita male
Giochetti per evocare i defunti
è facile cadere nella trappola: una testimonianza
Un giovane, aiutante di un esorcista, mi ha scritto la testimonianza di una ragazza che da diverso tempo riceve esorcismi. Ritengo utile condividerla per far capire la pericolosità di certi “giochetti”, ma anche per toccare con mano la Misericordia di Dio che scrive diritto anche sulle righe storte.
Eleonora (nome fittizio) è una ragazza normale, va a scuola, frequenta un gruppo di amici, va a ballare.
Durante un’autogestione a scuola nella sua classe alcune amiche decidono, per ammazzare la noia, di fare il gioco della tavoletta Ouija credendo di evocare nonni, zii, o amici scomparsi.
Durante il gioco però avviene qualcosa di strano. Le ragazze non riescono più a staccare le loro dita dal bicchiere. Solo dopo numerosi tentativi la catena si rompe e le ragazze, come se niente fosse, tornano alle loro attività.
Tutte le ragazzine che hanno partecipato al “gioco” si comportano come sempre. Nessuna di loro sembra essere stata colpita dall’insolita “catena” che non riuscivano ad interrompere.
Una sola, Eleonora, una volta rientrata a casa inizia ad avere comportamenti diversi dal solito. Comportamenti violenti, soprattutto con la mamma.
La mamma di Eleonora è una donna molto religiosa. Frequenta il Centro Ecumenico di Lavinio ad Anzio e recita spesso il rosario in casa. Proprio durante un rosario fatto in casa la ragazza ha una reazione scomposta e chiede insistentemente di farla finita con queste preghiere da vecchiette.
Le reazioni della ragazza peggiorano e, dopo una settimana i genitori, preoccupati della situazione della figlia, chiedono un appuntamento con un esorcista.
Don Carlos, l’esorcista a cui si sono rivolti, è un mio amico e molto spesso mi chiama per dargli una mano durante gli esorcismi. Anche il giorno in cui è arrivata Eleonora ero lì presente.
La giovane ragazza, con il volto sorridente e raggiante, entra in Chiesa con i suoi genitori. Si aspetta una semplice benedizione, così gli hanno assicurato il papà e la mamma.
Don Carlos, indossati i paramenti sacri, inizia le preghiere d’introduzione, dopodiché le impone le mani per la benedizione, ma non succede nulla.
E’ mentre sta per congedare i suoi ospiti che avviene qualcosa di insolito. Eleonora e don Carlos incrociano lo sguardo ed è in quell’attimo che il sacerdote sente penetrare in tutto il suo essere un odio profondo. Gli occhi della ragazza sembrano perforarlo con una carica di odio indecifrabile.
A quel punto, don Carlos, capisce che occorrono ulteriori preghiere e chiede ai genitori di ritornare da lui e nel frattempo di pregare e di affidarsi alla Madonna.
Il secondo incontro è più diretto. Nella saletta adibita non ci sono solo io, ma anche altre persone selezionate per aiutare il sacerdote nella battaglia.
Dopo le preghiere di introduzione Don Carlos inizia subito con il rito d’esorcismo, la ragazza rimane immobile e fissa il sacerdote, e con voce gutturale chiede: “Che vuoi tu prete” e tutto viene condito con una grossa e grassa risata.
Alle domande del sacerdote non vi è nessuna risposta ma solo piccoli sibili. Dopo due ore, Don Carlos decide di smettere. Congeda tutti e chiede alla famiglia di ritornare una volta alla settimana, di frequentare i sacramenti tutti i giorni. Queste raccomandazioni le fa in particolare ad Eleonora. La sprona alla confessione, che è molto più efficace di un esorcismo.
Sono passati diversi anni da quella prima volta che Eleonora mise piede nella Chiesa di don Carlos. La ragazza ha fatto notevoli progressi, ma la cosa piu’ bella è che ha trovato una conversione a tutto tondo. E’ stata rapita da Gesu’ e sente vicino la presenza della Madre celeste. Infatti in una delle tante chiacchierate mi ha detto: “Dopo tanto buio, vedo la luce, una luce calda che consola”.
Che dire, se non che Dio da un male fa uscire sempre un bene?
Scopri di più da Annalisa Colzi
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