Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?
Nostalgia di Dio
e di colei che doveva essere la madre di tutti i viventi
«Brucia ciò che hai adorato, adora ciò che hai bruciato!»
San Remigio al Re Clodoveo
Voi ci odiate e ci perseguitate. Ma noi non vi odiamo: vi amiamo!
Non sappiamo, forse, che molti, moltissimi di voi, prima di quanto possano immaginare, apriranno gli occhi e con meraviglia scopriranno la vera sorgente di quell’amore di cui tanto parlano, senza sapere realmente che cosa dicono, e da persecutori diverranno suoi apostoli appassionati?
satana e la nostalgia di Dio
Dice il poeta islamico Rumi che anche Satana «ebbe carezze da Dio» e fu «nel giardino della sua approvazione», e perciò è divorato da una struggente nostalgia di Lui. La sua tragedia è che egli, essendo puro spirito, non può più cambiare: la sua scelta iniziale è stata assoluta e definitiva.
Ma noi non siamo puri spiriti! Per noi la vita è un viaggio continuo: scorgiamo una traccia di bellezza e di amore, e ci perdiamo dietro di essa. Ma chi può affermare che ci perderemo per sempre? Al contrario, appunto perché nulla ci appaga, il fondo stesso, misterioso e ardente, del nostro spirito ci spinge a ricercare l’infinita sorgente del desiderio che ci consuma.
L’amore non è peccato! Esso ha preceduto il peccato, come via luminosa di felicità e di salvezza.
«La donna» scrive Sant’Agostino «fu tratta dal fianco dell’uomo dormiente e fu chiamata vita e madre dei viventi: ed essa fu segno e strumento di bene, prima che sopravvenisse il grande male della prevaricazione. E il secondo Adamo, con il capo inclinato, si addormentò sulla croce, perché fosse formata per lui la consorte che scaturì dal suo fianco».
«Ciò che è primo e più perfetto in un determinato ordine» scrive San Tommaso «è causa e modello di ciò che è secondario e derivato nel medesimo ordine».
ogni amore deriva dalle carezze di Dio
Dunque, ogni amore deriva dalle «carezze di Dio», che Egli effondeva «nel giardino della sua approvazione» al suo Figlio diletto, e poi a tutte le sue creature, dal più splendido dei serafini fino al granello di polvere perduto nel deserto.
Ma se ogni amore assomiglia a quel Primo Amore, quanto più gli assomiglia l’amore dell’uomo per colei che fu tratta dal suo fianco e che divenne vita e madre dei viventi e segno e strumento di benedizione e di salvezza.
Per questo i figli che nascono da quell’amore non sono creati come le altre creature, ma sono veramente “pro-creati”: l’uomo e la donna collaborano con il loro atto amoroso alla creazione divina, conferendo ai loro rampolli, insieme al miracolo dell’essere, la fiamma dell’amore che li accompagna. Per questo i figli da loro generati sanno istintivamente di essere sgorgati da un atto ineffabile, in cui si confonde l’amore del Creatore con l’amore dei pro-creatori.
Come è diversa questa pro-creazione da ogni altra causalità! Assai più povera è la generazione che avviene, senza vera e piena coscienza, negli animali, e infinitamente più povera è la causalità meccanica.
nostalgia del primo amore
E non avete anche voi nostalgia di questo primo amore del mondo? Non anelate con tutto il vostro essere alla gioia delle nozze, quali furono celebrate fin dall’aurora dei tempi? E non volete a tutti i costi adottarne il linguaggio?
Infatti aspirate al nome e alla funzione di “marito”, di “moglie”, di “padre”, di “madre”, di “genitore”, pur non potendo nascondere a voi stessi che, in fondo, siete mariti, mogli, padri, madri, genitori di serie B!
E i bimbi che vagheggiate, se pure non sono figli da voi due generati, e spesso, per una innaturale manipolazione della natura, sono frutto di processi che dalla luce amorosa della pro-creazione regrediscono verso la causalità meccanica, non sognate di cullarli quasi fossero scaturiti da un ineffabile atto di amore sponsale?
Ma, ahimè, non potete nascondere a voi stessi che essi sono sempre figli di serie B!
Ogni giocatore di serie B, tuttavia, aspira ad ascendere alla serie A! E certamente anche voi, se pure fate di tutto per nasconderlo a voi stessi, siete consumati da una struggente nostalgia di quel primo amore da cui l’uomo fu infiammato quando gli apparve, quale segno di benedizione celeste e di inesprimibile felicità, colei che doveva essere la madre di tutti i viventi.
sulla via di Damasco
Ma questa nostalgia ne nasconde un’altra: la nostalgia delle «carezze di Dio nel giardino della sua approvazione»! Istintivamente, infatti, sapete che, più vi allontanate da quella inesauribile divina sorgente, più si inaridisce, non solo l’amore, ma anche il piacere!
Attenti, dunque! Perché, se anche ora soffocate con rabbia gli impulsi segreti della natura, quel Primo Amore increato, quella sorgente meravigliosa di ogni amore creato, non cessa mai di bussare alla porta del vostro cuore e sempre vi aspetta al varco sulla via di Damasco, per fare di voi suoi vasi di elezione, ricolmi delle sue benedizioni, e perché mettiate, come suoi apostoli, lo stesso ardore che ora mettete nel farvi suoi persecutori.
don Massimo Lapponi
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