Santa Rita la santa dei casi impossibili
È da poco passata la grande festa di Santa Rita da Cascia dove anche noi dell’Esercito di Maria eravamo presenti con due pullman. A settembre torneremo a trovarla, intanto vi lascio con un breve cenno della sua vita.
Santa Rita nasce a Roccaporena nel 1381.
Si sposa con Paolo di Ferdinando dal cui amore nascono i figli Giangiacomo e Paolo Maria.
Nel 1406 il marito di Rita viene assassinato. Rita vede gli assassini, accorre ma non le resta che il rantolo finale del marito. Si affretta a nascondere la camicia insanguinata, perché i figli, vedendola, non finiscano col covare vendetta.
Rita perdona di cuore gli assassini e non rivela a nessuno il loro nome, anche se questo le provoca il risentimento della famiglia del marito ucciso: i Mancino.
Il perdono di Rita non tocca però il cuore dei figli che, diversamente da lei, desiderano vendicarsi. La futura Santa vive nel timore che i figli, a causa di questa possibile vendetta, perdano l’anima per l’eternità. Prega, quindi, il Signore che ciò non avvenga. Meglio la morte che la perdita del Paradiso.
I due giovani si ammalano e, a distanza di poco tempo l’uno dall’altra, muoiono.
Rimasta sola, Rita sente crescere in lei un desiderio sempre più forte di appartenere totalmente al Signore e all’età di circa 36 anni, bussa alla porta del Monastero di Santa Maria Maddalena dove entra nel 1407 e dove vi rimane per quarant’anni.
Durante il periodo di noviziato, la Madre Badessa, per provare l’umiltà di Rita, le comanda di piantare e innaffiare un arido legno.
La Santa obbedisce senza indugi e il Signore la premia facendo fiorire una vite rigogliosa. (Quella di oggi non è la stessa del tempo).
Un giorno, mentre è assorta in preghiera, Rita chiede al Signore di renderla partecipe delle sue sofferenze e, all’istante, una luce abbaglia la stanza e una spina staccatasi dal Crocifisso le si conficca nella fronte.
Subito dopo la sua morte, Rita viene venerata come protettrice della peste, forse perché in vita si era sempre dedicata agli appestati, senza mai contrarre questa malattia. Da qui deriverebbe l’attribuzione di «santa dei casi impossibili».
Verso la fine della sua vita terrena, Rita trascorre lunghi periodi nella sua cella perché gravemente ammalata. Prega e nella preghiera chiede a Dio se il marito e i figli si sono salvati. Un giorno, una sua parente va’ a trovarla. Rita le chiede se, per favore, quando torna a Roccaporena si reca nell’orto della sua vecchia casa, quella dove viveva con il marito e i figli, per cogliere una rosa e due fichi. La parente rimane sorpresa da tale richiesta essendo un gennaio nevoso e freddo e pensa che Rita stia delirando a causa della malattia; decide comunque di recarsi nell’orto della ex casa di Rita dove, con sua grande meraviglia, trova la rosa e i due fichi.
Per Rita questo è il segno che il marito e i figli sono in Paradiso.
Nella notte tra il 21 e il 22 maggio Rita muore. Nel momento del suo trapasso le campane del Monastero iniziano a suonare in maniera misteriosa.
Dopo la sua morte, avvengono molti miracoli dei quali, il più straordinario, fu il cieco che riebbe la vista.
Il corpo di Rita non venne mai sepolto, proprio per il forte culto nato immediatamente dopo la sua morte.
Rita viene proclamata Santa il 24 maggio del 1900 da Papa Leone XIII e adesso il suo corpo riposa nell’urna posta nella Basilica dove è possibile sostare per la preghiera.
Prossimo Pellegrinaggio da Santa Rita da Cascia e Roccaporena 18 settembre 2022
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