Santa Caterina da Siena e i peccati degli uomini di Chiesa
Chi ottiene il dono della pace diventa un fuoco, e questo fuoco lo riversa sull’umanità. E’ in lui incontenibile tale dono perché tale dono implica una carità perfetta.
Così fu per Santa Caterina da Siena.
Ella nella contemplazione della Divina Trinità ardeva di zelo per il bene delle anime, e in particolare modo per la riforma della Chiesa che in quel periodo viveva una degradazione spirituale molto grande. Santa Caterina riparava ai peccati degli uomini di Chiesa che commettevano, con ardente preghiera e grande sofferenza. Lei stessa alla fine della sua vita ebbe a dire che in particolare da sette anni (prima della morte) aveva portato nel cuore uno struggente amore per la Chiesa, e per essa aveva sofferto numerose pene e grandi infermità, tra cui le stigmate invisibili.
Santa Caterina nacque il 25 marzo del 1347, in un periodo storico e soprattutto religioso alquanto tenebroso. In Italia varie fazioni erano in lotta fra di loro, il Papa si trovava in esilio ad Avignone e il Clero toccava punte di depravazione non indifferenti.
Nel 1367, Caterina ebbe un dono singolare da parte di Dio: le nozze mistiche. Fu la Vergine Maria a invitare suo Figlio Gesù affinché sposasse Caterina nella fede; con gesto materno, prese la mano destra di lei e la porse, affinché le donasse l’anello nuziale. Testimoni delle nozze furono il padre spirituale: san Domenico, e i santi Giovanni Evangelista e Paolo. Il profeta Davide accompagnava con la musica della sua arpa questo momento solenne e dolcissimo. Gesù infilò nell’anulare di Caterina la fede nuziale: un anello d’oro con incastonate quattro perle. Queste perle, rivelerà il suo confessore, rappresentavano le quattro purità che erano in Caterina, e cioè la purità di intenzione, di pensiero, di parole e di opere. Gesù accompagnava il gesto con parole che non solo la esortarono alla fedeltà, ma le preannunciarono velatamente un futuro singolare:
“…agisci virilmente e senza alcuna titubanza”.
Santa Caterina riparava ai peccati degli uomini con il suo grande amore a Cristo ed alla sua croce.
Queste parole del Cristo si riveleranno in tutta la sua ampiezza, dopo poco tempo, quando il Cristo le annuncerà il suo compito nel mondo.
In realtà Caterina aspirava alla solitudine per intensificare la preghiera e la penitenza, ma Gesù le fece comprendere che la perfezione dell’anima non consiste nell’uccidere il corpo ma nell’uccidere la volontà per conformarla a quella di Dio.
Caterina cercò di capire meglio e chiese a Gesù: “Perché e in che modo devo impicciarmi nuovamente delle faccende umane?”.
Gesù le spiegò che con due piedi si deve camminare e con due ali volare, cioè con l’amore di Dio e l’amore del prossimo.
Di nuovo Caterina tentò una via d’uscita e disse: “Il mio sesso, lo sai, vi ripugna per ragioni di onestà, non è bene che una donna stia in mezzo a loro”.
Gesù le rispose: “Devi sapere che in questi ultimi tempi ha traboccato tanto la superbia, specie negli uomini che si credono letterati o sapienti, che la mia giustizia non può più sopportarli senza un giusto castigo, che li metta in confusione. Per confondere la loro temerarietà susciterò donne per natura deboli ed incolte, però dotate di virtù e sapienza divina….”.
Caterina si arrese e iniziò per lei un periodo piuttosto turbolento in cui si industriò per riportare la pace fra gli uomini e il vicario di Cristo a Roma. Fu un periodo nel quale Santa Caterina viaggiò molto.
Il suo ardore più grande fu verso la Chiesa e il suo vicario. Un giorno, mentre era in San Pietro a pregare per il papa e per la Chiesa ebbe l’impressione che la navicella della Chiesa venisse tutta poggiata sulle sue spalle.
Il demonio non la sopportava e Caterina ne subiva i terribili assalti. Scrisse al suo confessore: “Cominciò il terrore dei demoni, tanto violento da farmi stordire: infierivano contro di me, come se io, verme, fossi la causa per cui veniva loro tolto ciò che per tanto tempo avevano posseduto nella santa Chiesa”.
Caterina morì il 29 aprile del 1380, all’età di 33 anni.
Scopri di più da Annalisa Colzi
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