San Gerardo e Gesù Bambino: 6 giorno di novena di Natale
Questo racconto non parla tanto di Gesù bambino ma della semplicità di un santo da bambino. San Gerardo era un cuore puro, proprio come un bimbo, amava tanto il Signore e aveva una grande devozione per Gesù bambino…
Il miracolo delle chiavi
Il 5 Giugno 1740 Monsignor Claudio Albini, Vescovo di Lacedonia, impartisce a Gerardo il sacramento della Confermazione e si offre di assumerlo in servizio presso l’episcopio. Gli amici sconsigliano al ragazzo di accettare, ha meno di quindici anni ed Albini è noto per il rigore e la poca pazienza, ma Gerardo accetta di slancio perché intravede nelle future mortificazioni un flebile mezzo per conformarsi a Cristo Crocifisso, umiliato e deriso per amore. I tre anni trascorsi dal Vescovo rappresentano dunque un periodo felice della sua vita laboriosa: ai sacrifici e rimproveri impartiti dal Monsignore aggiunge pene corporali e digiuni. Un giorno terminate le pulizie nell’appartamento del Vescovo va ad attingere acqua. Mentre maneggia la carrucola gli cadono le chiavi nel pozzo: gli astanti si disperano per la sorte che toccherà al ragazzo quando il prelato lo saprà; lui invece non si scompone, corre verso la chiesa, prende una statuetta di Gesù bambino e ne invoca l’aiuto prima di calarla nel pozzo. Quando l’icona viene issata nuovamente è grondante d’acqua ma stringe in pugno le chiavi perdute. Da allora il pozzo è detto di Gerardiello. Alla morte di Albini, Gerardo lo piange come un amico affettuoso e secondo padre.
Frase di Papa Francesco
Se vogliamo festeggiare il vero Natale, contempliamo questo segno: la semplicità fragile di un piccolo neonato, la mitezza del suo essere adagiato, il tenero affetto delle fasce che lo avvolgono. Lì sta Dio.
Preghiera
Mio Gesù, Figlio del Creatore del Cielo e della terra, Tu in una gelida grotta hai una mangiatoia come culla, un pò di paglia come letto e poveri panni per coprirti. Gli Angeli Ti circondano e Ti lodano, ma non sminuiscono la tua povertà. Caro Gesù, Redentore nostro, più sei povero, più Ti amiamo poiché hai abbracciato tanta miseria per meglio attirarci al tuo amore. Se fossi nato in un palazzo, se avessi avuto una culla d’oro, se fossi stato servito dai più grandi principi della terra, ispireresti agli uomini maggior rispetto, ma meno amore; invece questa grotta dove giaci, questi rozzi panni che Ti coprono, la paglia su cui riposi, la mangiatoia che Ti serve da culla: oh! tutto ciò attira i nostri cuori ad amarti! Ti dirò come San Bernardo: “Più Tu diventi povero per me, più sei caro all’anima mia!” Poiché se Ti sei ridotto cosi, lo hai fatto per arricchirci dei tuoi beni, cioè della tua grazia e della tua gloria. O Gesù, la tua povertà ha indotto tanti Santi ad abbandonare tutto: ricchezze, onori, corone, per vivere poveri con Te povero. O mio Salvatore, stacca anche me dai beni terreni, affinché divenga degno del tuo Santo amore e di possedere Te, Bene infinito. Ti dirò dunque come Sant’Ignazio di Loyola: “Dammi il tuo amore e sarò ricco abbastanza; non cerco altro, Tu solo mi basti, o mio Gesù, mia Vita, mio Tutto! Madre cara, Maria, ottienimi la grazia di amare Gesù e di essere sempre da Lui amato”. Così sia.
(S. Alfonso Maria de’ Liguori).
Fioretti
Ringraziamo San Giuseppe che ha protetto e custodito Gesù e Maria. Diciamo 3 Gloria la Padre in suo onore.
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