San Francesco d’Assisi un santo sempre attuale
Oggi è la festa del Patrono d’Italia: San Francesco d’Assisi. Un grande santo che da ricco si fece povero. Spogliò la sua umanità, per rivestire il suo spirito e la sua anima. San Francesco d’Assisi è a mio modesto parere un santo grandissimo perchè a differenza di molti altri che più o meno sono cresciuti con cuore devoto (tipo San Pio da Pietrelcina) Francesco ha dovuto ammazzare se stesso. I suoi vizi, i suoi desideri carnali, i suoi capricci…insomma San Francesco d’Assisi è uno di quei santi che infondono coraggio, invogliandoci a fare di meglio nella nostra vita.
Oggi in onore della sua festa voglio raccontare un fioretto.I fioretti di san Francesco d’Assisi, costituiscono una meravigliosa e inimitabile raccolta di “miracoli” concernenti la vita del Poverello, volgarizzati nell’ultimo quarto del Trecento da un ignoto toscano, ricavandoli da quasi tutti gli Actus beati Francisci et sociorum eius composti probabilmente da Ugolino da Montegiorgio tra il 1327/1340.
Santo Francesco d’Assisi fece una Quaresima in un’ isola del lago di Perugia, digiunando proprio come Cristo: quaranta giorni e quaranta notti e non mangiò più che un mezzo pane.
Francesco, però che in certe cose fu quasi un altro Cristo, donato al mondo per portare a Dio le anime….Infatti il Signore rese Francesco sempre più simile a Lui.
San Francesco rimase solo, s’inoltrò in una siepe molto folta, la quale molti pruni e ramoscelli, permisero al santo di costruire una capanna. In questo luogo il Santo di Assisi elevò delle orazioni al cielo. In questo posto rimase tutta la Quaresima senza mangiare e senza bere.
Grazie a questa santa astinenza, Gesù operò grandi miracoli per i suoi meriti. La gente iniziò ad accorrere in quel luogo di penitenza e iniziò a costruire. In poco tempo infatti innalzarono un castello grandissimo. Ancora oggi quel posto è molto venerato dai frati e dai devoti di San Francesco d’Assisi, chiamandolo il luogo della quaresima.
Cosa colpisce di più di questo episodio?
Ciò che colpisce non è tanto il prodigio dei quaranta giorni dove San Francesco non mangia e non beve. Questo miracolo è da attribuire a Gesù Cristo che arricchì l’anima di Francesco. Ciò che invece risalta e deve risaltare è il frutto…Grazie a questo fervore, a questa preghiera accompagnata dall’austerità del digiuno quaresimale, le anime si salvano. Questo sta a significare che per ottenere una grazia, un miracolo bisogna pregare con fervore e insistenza e accompagnare la propria supplica con un piccolo fioretto o penitenza, come spesso la Regina della Pace ci dice nei suoi messaggi di Medjugorje.
Scopri di più da Annalisa Colzi
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