Il Rosario di Papa Francesco regalato a mio padre
Il Rosario di Papa Francesco a mio padre
Ecco un’altra testimonianza degna di essere conosciuta. Una testimonianza dove gioia e tristezza si intrecciano fino a sfociare nella conversione dei protagonisti. Un particolare degno di nota è certamente il rosario di Papa Francesco regalato al padre della giovane sposa. Lascio a lei la parola scritta.
“Sono cresciuta in un famiglia dove, purtroppo, non ha mai regnato l’armonia e il vero amore e di questo io e mia sorella ne portiamo il segno tutt’oggi.
Quando avevo 14 anni e mia sorella 7, i nostri genitori si separarono per incompatibilità di carattere e poco dopo mio padre si mise con un’altra donna: io da quel momento mi allontanai da lui, facilitata anche dal fatto che lui non mi cercava più dato che appoggiavo la mia mamma in tutto (lei nonostante tutto lo amava).
Mia madre, spinta da mia nonna, iniziò a pregare tutti i giorni il Santo Rosario per mio padre, sperando in un suo ritorno a casa. Durante una celebrazione di guarigione e liberazione, a cui stava partecipando mia nonna, il sacerdote disse all’assemblea: “Presto un padre ritornerà a casa da sua moglie e dalle sue figlie”. Così fu. Dopo qualche giorno mio padre si pentì e chiese scusa a mia madre che lo riabbracciò e lo accolse nuovamente.
La tregua durò poco e nuovamente in casa si continuò a respirare un clima litigioso e nervoso.
Nel 1995, dopo sette anni di fidanzamento, mi sposai, ma dopo soli due anni entrai in una grave crisi depressiva. Nessuna cura e nessuna seduta dallo psicoterapeuta mi aiutarono. Un giorno mi ricordai di un luogo di cui, anni prima, mi aveva parlato la nonna: Medjugorje.
Medjugorje entrò a far parte della mia vita
Mi documentai sulle apparizioni, ma soprattutto iniziai a pregare il Santo Rosario tutti i giorni. Tornai in Chiesa e iniziai a stare meglio.
Con mio marito ricominciammo ad andare ogni domenica alla Santa Messa e capitava di dire il Rosario in casa nostra con gli amici.
Intanto cresceva sempre più il desiderio di andare a Medjugorje. Un giorno ricevetti una telefonata:“Laura, viene Marja a Botinaccio e ci sarà un momento di preghiera e l’apparizione se vuoi andarci è aperto a tutti”.
Partecipai all’incontro insieme a mia madre e a mia suocera e fu un momento che non dimenticherò mai, c’era tanta pace e gioia!
Finalmente riuscii, l’anno seguente, ad andare a Medjugorje. Fu un’esperienza indimenticabile.
Intanto erano passati diversi anni dal mio matrimonio e nessun bambino era all’orizzonte. L’estate del 2007, decidemmo di trascorrere 3 giorni a Roma e, naturalmente, visitammo la tomba del nostro amato san Giovanni Paolo II. Ci inginocchiammo solo per un attimo, a causa della fila e, senza esserci messi d’accordo, io e Marco facemmo la stessa preghiera: “Caro Giovanni Paolo solo se è volontà di Dio intercedi per noi mandandoci un bambino”. Il mese dopo ero incinta e dopo due anni e mezzo arrivò anche il secondo.
Il 23 settembre 2014 mio padre scoprì di essere ammalato di mesotelioma, la malattia legata all’amianto.
Fu un momento di grande sofferenza ma anche di preghiera. Tutti iniziammo a pregare, anche mio padre. Pensai di scrivere anche a Papa Francesco sia della situazione di mio padre che di altri sofferenti. Il giorno del Corpus Dominus mi arrivò una busta dalla Città del Vaticano. Dentro c’era il rosario di Papa Francesco e una lettera in cui assicurava preghiere e impartiva la benedizione. Mio padre era felicissimo e anche io.
Il periodo della malattia di mio padre ricompose il rapporto tra i miei genitori. Mio padre, prima di morire, ricevette tutti i sacramenti, si riappacificò con mia madre, si chiesero scusa entrambi per il male che si erano fatti a vicenda. La sua morte fu addolcita grazie a il rosario di Papa Francesco“.
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