“Pregare in riparazione dei peccati altrui è un atto di presunzione” Poveri noi!
Riparazione dei peccati: cosa mi tocca sentire!
Sì, sì, avete letto bene. Il pregare in riparazione dei peccati degli altri sarebbe un atto di presunzione. E’ quanto ha affermato in un’intervista Don Giordano Goccini, responsabile della pastorale giovanile della diocesi di Reggio Emilia.
I fatti: il tutto parte dal Remilia Pride, il gay pride organizzato per il 3 giugno a Reggio Emilia che porta a raccolta i militanti dei comitati Lgbt e tutto il mondo gay delle città della media padana. In opposizione al Remilia pride, in città nasce il “Comitato Beata Giovanna Scopelli” con lo scopo di “organizzare una grande processione a riparazione dello scandalo pubblico”. Si legge infatti: “Il peccato impuro contro natura, come insegna il Catechismo, grida vendetta al cospetto di Dio e, quando palesato pubblicamente, attira ancor più l’ira del Signore sopra al popolo”. Perciò l’obiettivo è “far risplendere, in un giorno di buio e di grave peccato, il lume della Fede Cattolica”.
La diocesi di Reggio Emilia ha subito preso le distanze da tale comitato, affermando di non voler concedere il sagrato del Duomo a nessuna manifestazione. Ma ciò che lascia interdetti sono le parole di Don Giordano Goccini che potete leggere nell’intervista resa alla Gazzetta di Reggio.
“Il Gay Pride ha un intento provocatorio, anche se oggi, dopo tanti anni, riesce meno ad ottenere il suo scopo. Tuttavia, non è nello stile della Chiesa rispondere a una provocazione con una provocazione. Quelli che si oppongono anziché andare in piazza potrebbero pregare in una chiesa, benché il pregare in riparazione dei peccati altrui sia un atto di presunzione”.
Non ci posso credere!!!
E lei Don Goccini sarebbe il responsabile della pastorale giovanile? Ma si rende conto di quello che ha affermato? Che cosa insegna ai suoi ragazzi?
Gesù morto crocifisso per cosa è morto? A quanti santi o normali fedeli Dio stesso ha chiesto di pregare, di soffrire, di mortificarsi per la riparazione dei peccati di una singola anima fino alla riparazione dei peccati del mondo intero? Forse erano santi presuntuosi…
Ai pastorelli di Fatima nella seconda apparizione, l’Angelo chiese loro di offrire costantemente sacrifici a Dio. “Di tutto ciò che potete, offrite un sacrificio al Signore come atto di riparazione dei peccati con cui è offeso e di supplica per la conversione dei peccatori”. Nella prima apparizione a Fatima la Madonna domanda ancora: “Volete offrirvi a Dio pronti a sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in riparazione dei peccati con cui Egli è offeso, e per ottenere la conversione dei peccatori?”.
Forse allora anche recitare la coroncina della Divina Misericordia è un atto di presunzione: “Eterno Padre, ti offro il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità del nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero”.
Ma non è finita qui…
“Questa manifestazione non nasce dalla diocesi, che prende le distanze da essa…”.
Caro Don Goccini, perché la diocesi non prende le distanze anche dal Remilia pride, che invaderà la sua città con scempi, blasfemie, volgarità contro la Chiesa e i suoi fedeli? Perché non dice nulla contro manifestazioni di spettacolarizzazione del sesso etero e omosessuale, di irrisioni del culto cattolico, di insulti e bestemmie al nome di Dio e alla Verginità di Maria?
Facile fare come Ponzio Pilato…
E’ forse una scelta di convenienza? O la chiesa locale di Reggio Emilia è talmente assuefatta dal mondo Lgbt da non aver il coraggio di aprir bocca?
Non tacque Giovanni Paolo II quando, nell’anno del Giubileo, tuonò contro il gay pride svoltosi nella capitale. “Un accenno ritengo di dover fare alle ben note manifestazioni che a Roma si sono svolte nei giorni scorsi. A nome della Chiesa di Roma non posso non esprimere amarezza per l’affronto recato al grande Giubileo dell’anno 2000; e per l’offesa recata ai valori cristiani di una città che è tanto cara al cuore di tutti i cattolici del mondo. La Chiesa non può tacere la verità, perché verrebbe meno alla fedeltà verso Dio Creatore. E non aiuterebbe a discernere ciò che è bene da ciò che è male”.
E se “Dio accoglie sempre l’uomo che cade. Non si stanca mai di perdonare. La Chiesa ha trovato la sua posizione di madre e padre che non giudica” come lei ha affermato nell’intervista, ciò non toglie il suo ruolo irrinunciabile di condanna del peccato. Se togliamo questo, possiamo togliere i confessionali dalle chiese e il sacramento della riconciliazione.
“Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che «gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati». Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati”.
Questo è il Catechismo della Chiesa Cattolica. Chiaro come l’acqua di fonte cristallina.
Giovanni
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