La stupenda preghiera del Santo Rosario ci dona la santità
Gesù fa entrare in noi i frutti dello Spirito per mezzo di Maria
con la preghiera del Santo Rosario
Una bella riflessione di Andrea Palmentura sulla preghiera del Santo Rosario. Una preghiera che riesce a rivelare i gemiti inesprimibili dello Spirito Santo, conducendoci alla santità.
“Vado a pregare il Santo Rosario”. Magari è pomeriggio… il solito orario… già… a dirlo sembra una frase fatta e in effetti lo è. Sì, ma è una frase fatta con il cuore, perché è il cuore il luogo dove il Rosario merita di essere pregato; ed è il cuore il luogo dove tale preghiera acquista la sua massima efficacia e la sua massima dignità.
Gesù ci ricorda che, quando compiamo qualcosa di malvagio, è dal cuore che “nascono le intenzioni cattive” (Mt 7,21). La preghiera del Santo Rosario invece ha esattamente l’obiettivo opposto. Quello di far nascere intenzioni buone, alimentare pensieri belli e coltivare sentimenti puri, che pongono al centro un grande desiderio: quello della santità.
il Rosario ispira desideri santi e di santità
Il Rosario non è “Santo” solo perché fa riferimento a Dio o alla santità eccellente di Maria; o ancora perché preghiamo “qualcosa di santo”; il Rosario è tale anche perché dispensa e ispira desideri santi e di santità. E questi desideri, questi sentimenti, questi “gemiti inesprimibili” (Rm 8,26) dello Spirito sono espressi e pregati uno dopo l’altro, consecutivamente, come una collana di rose, appunto un “rosario”.
recitare il Santo Rosario è frequentare Gesù e Maria
Ma la preghiera del Santo Rosario è anche abituarsi alla più bella delle compagnie: quella di Gesù Cristo e di Sua Madre. E’ volerli far entrare nella propria vita; è uscirci insieme, avendo sempre come punto di incontro il cuore, il luogo dove Gesù e Maria depongono i loro regali più belli. I regali della conversione, della guarigione, della liberazione.
Ma per mezzo di Maria, per mezzo della sua intercessione materna, Gesù fa entrare in noi anche i frutti dello Spirito; “amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Gal 5,22).
La preghiera del Rosario dunque non è una ripetizione di parole, ma una serie di incontri costanti, di esperienze nuove… E’ stare alla presenza di Dio e contemplare la vita di Gesù, guardandola dal punto di vista di Maria. Ed è contemplare anche la vita di Maria, cercando di scorgere in essa la misericordia di Gesù; e guardandola con gli occhi di Gesù.
chiedere allo Spirito Santo lo sguardo interiore di Gesù e Maria
Ecco perché prima di cominciare a pregare il Santo Rosario dobbiamo sempre chiedere allo Spirito di donarci lo sguardo interiore di entrambi.
Questo è indispensabile per poter guardare tutto con occhi innamorati di Dio. Perché questi sono Gesù e Maria: due innamorati di Dio. E nel chiedere a entrambi di entrare nelle nostre vite, non facciamo altro che innamorarci di Dio anche noi; non facciamo altro che assumere progressivamente “gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù” (Fil 2,5) i suoi comportamenti, le sue virtù…
A questo servono i misteri gloriosi, gaudiosi, dolorosi e luminosi; a partecipare alle glorie, alle gioie, ai dolori e alla luce che le vite terrene di Gesù e di Maria irradiano.
Perciò il Rosario non è “Maria che porta a Maria” ma “Maria che porta a Gesù”; ed è anche “Gesù che ci dona Maria”, come la donò a Giovanni ai piedi della croce. Pregare il Rosario è ascoltare le parole di Gesù, che rivolto verso di noi, e indicando Maria ci dice: “Ecco Tua Madre” (Gv 19,27).
Con la preghiera del Santo Rosario riceveremo la pace
Praticare questa santa devozione dunque è obbedire ancora al comando della Scrittura che ci esorta a far sì che “tutto ciò che è giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri. Ciò che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, è quello che dovete fare. E il Dio della pace sarà con voi” (Fil 4,8-9).
E dato che la preghiera del Santo Rosario è qualcosa di giusto, puro, amabile, onorato, virtù e merita lode, diventa oggetto dei nostri pensieri. E tutto ciò che nel Rosario abbiamo imparato, ricevuto e ascoltato e veduto, meditando i misteri, siamo chiamati a farlo.
E riceveremo pace. E con tale pace sarà facile invocare e riconoscere Maria nelle litanie come “Regina della pace”.
Sentiremo allora, come necessità, quella di diffondere a tutti questa santa devozione. Diremo a chi incontreremo che ciò che in questa preghiera abbiamo spiritualmente “veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi” (1Gv 1,3).
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