Perdonare è un atto eroico
Molti credono che per perdonare sia un atto di debolezza, oppure che si debba provare fervore per riuscire a perdonare di cuore. Ma in realtà, tutto questo non è necessario, basta avere la volontà di farlo, nonostante vi siano ancora dei sentimenti negativi nel cuore e si avverta un senso di rifiuto verso chi ci ha fatto del male. Perdonare è una decisione della volontà e sappiamo che la volontà va indirizzata verso Dio, verso il suo amore. Se amiamo infatti Cristo, riusciremo ad avere anche la volontà di dire: TI PERDONO!
Cos’è quindi che blocca il perdonare? E’ proprio la nostra volontà. Cioè siamo noi a non voler perdonare, non si tratta quindi di non avere solo la forza o il coraggio ma anche la volontà. Siamo noi che per orgoglio o per qualsiasi altro motivo, ci rifiutiamo di perdonare.
Perdonare non è un segno di debolezza
Molti credono che se perdonano, poi diventano deboli, dimostrano di non avere la forza di affrontare la situazione o l’individuo che ci ha fatto del male. Non è così, anzi è il contrario, perché perdonare è un atto eroico.
Ma perché è importante perdonare?
Oltre al fatto che Gesù ce lo chiede, dicendo appunto di amare i nostri nemici, ma è fondamentale perché l’odio, il rancore, sono veleni che uccidono la pace del cuore, la pace in famiglia e nella società. L’odio scatena guerre, ingiustizie, malignità, violenze, distacco. Il perdono suscita meraviglia, gioia, amore, pace. Quindi è necessario prendere la decisione del perdono, per evitare che l’odio e il rancore distruggano la nostra vita.
Dio ci chiede di perdonare
Come ho già detto non è facile e sicuramente Dio non pretende che lo facciamo subito ma che sentiamo dentro di noi il volerlo fare. Alcune persone che hanno subìto grandi torti, come ad esempio quelle donne che subiscono la violenza da parte del proprio partner, alcune addirittura sono state sfegiate con l’acido o date alle fiamme, usurpando il loro corpo. Oppure genitori a cui vengono uccisi i figli. Non è facile dire; ti perdono! Dio lo comprende, ma nel cuore c’è un seme, il seme della pace, e dobbiamo man mano coltivarlo, affinché possiamo trovare la forza di perdonare. Se non perdoniamo persone che hanno fatto tanto male, è come se continuassero a farlo, perché l’odio che scaturisce dal cuore di chi subisce, è l’eco, il rumore, l’effetto di quel male che ci è stato fatto.
Non importa se prima o dopo, l’importante è impegnarsi a voler perdonare. Molti infatti vorrebbero farlo ma non ce la fanno perché sentono dentro ancora troppa rabbia. Ma Dio vede la volontà, vede il cuore, vede il profondo di noi stessi, raggiungendo l’intimità della nostra anima, quella che forse nemmeno noi riusciamo a leggere chiaramente.
Ciò che conta quindi è la volontà, se siamo in buona fede, se vogliamo perdonare ma non abbiamo ancora la forza di farlo, Dio ci aiuterà e troveremo la via della pace, soprattutto per noi stessi. Come dice il titolo di questo articolo: “Perdonare è un atto eroico” quindi si sa i gesti eroici sono quasi gesti impossibili, difficili, e se riusciremo a compierli, attireremo su di noi e su tutte le persone che amiamo, larghe benedizioni di Dio. Al contrario, se proveremo odio e rancore, se ci lasceremo trasporate dalla valanga di quell’odio, conseguenza del male ricevuto, moriremo nell’amarezza più assoluta. Solo con Gesù possiamo imparare a perdonare, e d’altra parte Gesù stesso ci disse: “Senza di me non potete far nulla” (Gv 15, 5). Allora non ci resta che chiedere a Dio la forza di perdonare i nostri nemici.
La preghiera ci porta a benedire, a guarire, a risanare quel male intrinseco che ci attanaglia, che ci soffoca, che ci brucia. Un cristiano che va in chiesa a pregare Dio perché castighi i propri nemici, perché questi paghino per le loro colpe, è davvero orripilante, eppure esistono cristiani del genere. Il Signore vuole che perdoniamo, non che auguriamo loro del male o che gli chiediamo di castigarli.. Amare i propri nemici è veramente un atto eroico. Però è questo l’ideale al quale dobbiamo aspirare.
Se non perdoniamo, ci avveleniamo la vita. Come diceva il filosofo Max Scheler:
“Il risentimento è un’auto-intossicazione psichica, cioè un auto-avvelenamento interiore che può arrivare a generare patologie fisiche. Per questo e per molti altri motivi dobbiamo deciderci a perdonare e ad abbandonare tutto il resto a Dio e alla giustizia umana“.
Max Scheler
Concludo con un pensiero di padre Ángel Peña O. A.R. LIMA, sacerdote di grande ispirazione:
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