Forse perchè viviamo come se la vita durasse in eterno
Spesse volte mi sono chiesto del perchè compiamo tanto male e soprattutto con tanta facilità. Pensavo, riflettevo ma stupidamente, la risposta era lì alla luce del sole; Perchè viviamo meditando poco sulla morte. E’ vero, questa mia affermazione vi potrebbe spingere a cambiare canale, anzi pagina web, e se accade questo, se tali parole vi turbano, vi prego non cambiate ma continuate a leggere.
Non esiste la paura della morte
Noi in realtà non abbiamo paura di morire. La vera paura è perdere ciò che abbiamo. Ecco perchè un disperato, un senza tetto, un povero di amore, desidera la morte, perchè non possiede più nulla. Perchè viviamo allora ignorando questa realtà? Perchè quando il pensiero della morte ci sfiora ci diciamo: NON CI PENSARE! E qui che sbagliamo! Se pensassimo che prima o poi dovremo lasciare questo corpo, andare incontro ad una realtà che va al di sopra di noi, che dovremo rendere conto a Dio di quello che facciamo… vivremo la nostra vita in una maniera più pura, più altruista, più vera, più….più di tutto ciò che fa bene al corpo, al cuore e allo spirito.
CHE COSA E’ LA VITA?
Chi nasce deve anche morire. Dieci, venti, cinquanta, cento anni di vita, sono un soffio. Arrivato l’ultimo istante dell’esistenza terrena, volgendo indietro lo sguardo, si deve dire: Breve è la vita dell’uomo sulla terra!
Se dobbiamo morire, allora perchè viviamo? Che cosa è la vita in questo mondo? Una lotta continua per mantenersi nell’esistenza e per resistere al male. Giustamente questo mondo è chiamato «valle di lacrime », anche quando qualche raggio di gioia fugace e lusinghiera rischiara l’umana creatura.
Ho visto spegnersi giovani esistenze ed ho provato il fetore del cadavere in putrefazione. E’ vero che ci si abitua a tutto, ma certi fenomeni fanno sempre impressione.
Perchè viviamo ma soprattutto per chi e per cosa?
Un magnifico palazzo; una graziosa villetta… Tutti invidiavano quel padrone ricco di proprietà.
Ma un giorno si ammalò gravemente, lottando contro la morte. Il dottore al capezzale non lasciava speranze. Qualche amico fedele gli andava a fare visita, augurando la salute; i familiari lo guardavano ansiosamente e lasciavano sfuggire lacrime furtive. Il sofferente intanto era silenzioso e osservava meditando; mai ho guardato la vita come in questi momenti: tutto sembra funebre.
Dunque, l’ammalato sà che sta morendo. Il dottore non lo dice, ma lo fa intravedere. Fra poco sarò morto, pensa, e questo palazzo? Dovrò lasciarlo! E le mie ricchezze? Andranno ad altri! Ed i piaceri? Sono finiti! Sto per morire. Dunque tra non molto sarò inchiodato dentro una cassa e portato al cimitero! La mia vita è stata un sogno! Del passato mi rimane solo il ricordo!
Mentre così ragiona, entra il sacerdote, chiamato non da lui ma da qualche anima buona. Volete, gli dice, riconciliarvi con Dio? Pensate che avete una anima da salvare!
Il moribondo ha il cuore nell’amarezza, il corpo tra gli spasimi ed ha poca voglia di assecondare il sacerdote, tuttavia, per non essere scortese e per non lasciare l’impressione di aver rifiutato i conforti religiosi, ammette il Ministro di Dio al capezzale e più o meno freddamente assentisce a quanto gli viene suggerito.
Il male intanto si aggrava ed il respiro si fa più affannoso. Tutti gli occhi dei presenti sono rivolti all’agonizzante, il quale impallidisce e con sforzo supremo emette l’ultimo respiro. E’ morto! dice il dottore. Quale strazio al cuore dei familiari! Quante grida di dolore!
La vita è un soffio
“Perchè viviamo? Spesse volte nemmeno lo sappiamo!”
Mentre pochi minuti prima quel corpo era oggetto di cure premurose e veniva baciato teneramente dalle persone intime, appena partita l’anima, quel corpo fa ribrezzo; non lo si vorrebbe più guardare, anzi c’è chi non osa più mettere piede in quella stanza.
Si mette una benda intorno alla faccia, affinché il volto rimanga meno sformato prima dell’irrigidimento; si veste per l’ultima volta quel corpo e si adagia sul letto con le mani giunte sopra il petto. Gli si collocano quattro candele attorno e così la camera funebre è allestita.
Riflettiamo
Dove sono, gli amici di quest’uomo appena morto in questo momento?
Alcuni in questo istante forse sono tra gli spassi, ignari della sua sorte; altri attendono con i parenti nell’altra stanza.
Questo suo capo, leggermente piegato, ha perduto l’abituale alterigia e superbia! I suoi capelli, oggetto di vanità ed un giorno tanto profumati, sono viscidi! I suoi occhi così penetranti e abituati al comando ora sono spenti, di color vitreo e coperti per metà dalle palpebre!
Le sue orecchie ora non sentono più le lodi degli adulatori! Non prestano più ascolto ai discorsi scandalosi! Già troppi ne ha uditi!
La sua bocca, la lingua livida e quasi penzoloni, leggermente a contatto con i denti bavosi. Molto l’ha fatta lavorare. Imprecando, mormorando e vomitando bestemmie.
Cari amici, la pallida descrizione di una scena funebre forse vi ha colpiti. Avete ragione sono stato troppo macabro, ma non potrete accusarmi di essere stato poco realista! Ma approfittate di questa impressione salutare in questi giorni di vacanze, dove si pensa solo al corpo e solo a commettere peccati, quanti cristiani nemmeno a messa andranno alla domenica perchè sono in vacanza. Diceva don Bosco che l’estate è la stagione dove satana guadagna più anime. Non viviamo quindi come se la nostra vita durasse in eterno, per approfittiamo di questo riposo per rendere la nostra vita migliore!
Ricordiamoci del conte di Spagna, il quale, aveva dovuto guardare il cadavere della regina Isabella prima della sepoltura; rimase così colpito che risolvette di lasciare i piaceri della corte, si diede alla penitenza e si consacrò al Signore. Pieno di meriti partì da questa vita. E’ costui il grande San Francesco Borgia.
E tu cosa pensi di fare? Non hai niente da correggere nella tua vita? Non accarezzi forse troppo il tuo corpo a discapito dell’anima? Non accontenti forse illecitamente i tuoi sensi? Badiamo alle cose dello Spirito perchè un giorno sotto terra il nostro corpo marcirà! E l’anima nostra, che dovrà vivere eternamente! Rendiamo quindi questa estate un sano riposo per ricominciare a camminare sulla via di Dio.
Scopri di più da Annalisa Colzi
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