Per la gente era santo, eppure era lì
Per la gente era santo ma gli occhi di Dio vedono in modo diverso. Un Sacerdote mi diceva: Sono vecchio. Ho viaggiato in Europa, in Asia ed in Africa. Ho conosciuto tanti Religiosi e Prelati; ma l’uomo più santo che io abbia avvicinato è stato Monsignor Marengo. – Chi era? Il Vescovo della Diocesi di Carrara. Per il molto lavoro a bene del prossimo, forse abbreviò i suoi giorni ed il 22 ottobre 1921 moriva, compianto dai fedeli e chiamato « santo » prima del tempo.
Erano trascorsi sette anni ed il Rev.mo Don Fascie, membro del Consiglio Superiore dei Salesiani, venuto a Trapani nel 1929, così mi narrava:
– Si è verificata in questi ultimi mesi un’apparizione, di Mons. Marengo. Nell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, a Nizza, verso l’imbrunire, la Suora Portinaia era nel cortile. Il portone era chiuso. Con sua meraviglia vide sotto i portici, a passeggiare, un Reverendo slanciato nella persona, ma col capo chino e meditabondo.
– Ma chi sarà costui? – si domandò la Suora. – E come sarà entrato, se il portone è chiuso?
L’avvicinò e riconobbe Mons. Marengo. – Eccellenza, e voi qui?… Non siete morto?…
– Mi avete lasciato in Purgatorio!… Ho lavorato tanto in questo Istituto e non si prega più per me!
– In Purgatorio?… Un Vescovo così santo?…
– Non basta esser santi davanti agli uomini; bisogna essere tali davanti a Dio!… Pregate per me!… – detto questo, sparì.
La Suora corse ad informare la Direttrice e l’indomani tutte e due si diressero alla volta di Torino, per narrare il fatto al Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Filippo Rinaldi, oggi beato.
Don Rinaldi fece recitare pubbliche preghiere nel Santuario di Maria Ausiliatrice, facendo intensificare i suffragi.
Dopo una settimana Mons. Marengo riapparve nello stesso Istituto, dicendo: Sono uscito dal Purgatorio!… Ringrazio della carità!… Prego per voi!
Se tanto avviene a persone di alte virtù, che cosa si deve pensare di coloro che hanno condotto una vita rilassata e peccaminosa e soltanto sul letto di morte hanno ricevuta un’Assoluzione?
Fonte: Dal libretto «I nostri morti» di Don Giuseppe Tomaselli
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