Come parlare ai bambini dei transex spiegando chi sono
Ecco un modo per iniziare una conversazione con i bambini riguardante i transex e il gender
Cosa succede quando portate un gruppo di bambini di prima media ad incontrare per la prima volta qualcuno che è un transex?
Ecco una semplice ed onesta conversazione che parla in modo chiaro di come possiamo parlare ai nostri bambini del gender e quanto possiamo imparare dalla loro apertura.
Hennessy, un transex maschio di 32 anni, ha recentemente partecipato ad un seminario tenuto dalla SheKnows Media, una delle principali società femminili lifestyle.
“Di che genere pensi che io sia?”, chiede Hennessy ai bambini di prima media di New York, i quali sono membri dell’eccezionale programma Hatch della SheKnow, che si focalizza sull’insegnamento della cultura digitale e dell’educazione civica alla generazione futura.
Il programma è al suo quarto anno.
C’è silenzio per un secondo, poi una ragazzina dice: “maschio”.
E un altro afferma: “ho sentito prima che sei stato un transex”.
Hennessy, un attore di New York e co-presentatore del podcast “Kill Me Now” con il comico Judy Gold, afferma che entrambe le risposte sono corrette.
“Sono un transessuale maschio”, dice.
Da qui, hanno inizio le domande.
“Quando hai realizzato per la prima volta di essere un transessuale?”, chiede un bambino prima che la conversazione volgesse a termini che i bambini, può essere o non essere, abbiano mai sentito prima come: transgender (transessuale), agender (quando non ti identifichi né come maschio né come femmina), gender fluid (quando un giorno ti senti più un maschio e un altro giorno ti senti più femmina) e orientamento sessuale.
Hennessy spera che il nuovo video del workshop del Hatch, pubblicato giovedì, sia visto dai bambini e genitori in tutto il paese e porti ad una maggiore comprensione delle persone come lui, che sono nate con organi riproduttivi che non corrispondono alla loro identità sessuale.
“Se non la tratti come una volgare, nauseante, strana cosa demoniaca, loro non la affronteranno come tale”, ha affermato Hennessy in un intervista.
Quando i bambini di 4 o 5 anni usano pronomi femminili nell’incontrarlo, lui gli dice: “Oh, no, io sono un maschio”, e a quel punto loro spesso chiedono: “Cosa? Sei un maschio?”.
Allora lui spiega loro cosa significa essere un transessuale.
“E…boom! Loro subito capiscono”, ha affermato.
Maverick, 12 anni, sapeva cosa fosse il transgender prima di prender parte al workshop Hatch.
La sua mamma è un’educatrice sessuale che gli ha parlato della sessualità e del gender fin dalla nascita.
Ma lui non aveva mai incontrato nessuno che fosse transessuale prima di Hennessy.
“Ho pensato fosse un’esperienza davvero forte per me”, ha detto Maverick.
“Non sono sicuro di cosa abbiano pensato gli altri, ma penso che incontrare per la prima volta un transessuale maschio sia stata una cosa di grande impatto nella mia vita”.
L’esperienza gli ha fornito una miglior comprensione di come pensano altre persone, ha detto.
“Penso mi abbia suggerito qualcosa di più sugli altri e come comportarmi con loro e rispettarli in modi differenti”.
Reed, anche lui dodicenne e partecipe al workshop, ha detto che è molto utile incontrare e parlare con qualcuno che è transessuale o sentirli in un video.
“Non è come imparare da persone che probabilmente nemmeno ne sanno molto al riguardo”, ha detto.
“Impari da persone che lo hanno sperimentato”.
Logan Levkoff è un’educatrice sessuale che ha insegnato e progettato molti dei programmi di educazione sessuale usati nelle scuole private in tutta New York e nelle aree circostanti.
E’ anche madre di Maverick e di una figlia di 8 anni.
Il gender è una conversazione costante nella loro famiglia.
“Spendiamo sempre molto tempo parlando di cosa significa essere un maschio e cosa significa essere una femmina e, forse ancor più importante, del fatto che non c’è una definizione di maschio e femmina e di qualsiasi cosa sia nel mezzo”, ha affermato Levkoff, autrice di “Got Teens? The Doctor Mom’s Guide To Sexuality, Social Media And Other Adolescent Realities”.
Ha detto ai loro figli che ogni persona ha il diritto di vivere la vita nel modo che trovano più calzante, in un modo che meglio riflette chi sono.
“E che a volte significa non sentirsi come un maschio o non sentirsi come una femmina o sentirsi completamente come qualcos’altro”, ha affermato.
Il suo consiglio per i genitori, su come e quando iniziare a parlare ai bambini riguardo a cosa significa essere transessuale e del gender in generale, è quello di capire prima cosa vogliono esattamente che i loro bambini sappiano e poi riconoscere quali sono le loro limitazioni e le lacune nella loro conoscenza.
“C’è la probabilità che molti genitori non abbiano alcuna esperienza, il che significa che bisogna ottenere informazioni, istruzione e anche essere inclini a saper dire ai propri figli che hanno delle domande da porre di cui noi non si conosce la risposta: “sai, non so come rispondere, ma vado a cercare la risposta corretta per te”, ha detto Levkoff.
Hennessy, che è cresciuto a Maui, Hawaii, in un momento in cui non c’era dialogo sull’essere transessuale, ha detto ai genitori che dovrebbero assolutamente prendersi il tempo per imparare di più al riguardo.
“Digitate su Google.it, Google transgender, Google transsexual, Google tranny, e non ci vorrà molto”, ha suggerito.
“Basta imparare un po’. Tutto quel che dovete fare è iniziare. Non dovete imparare tutto in una volta… E’ molto più facile di come sembra, abbiamo tutte queste definizioni e parole per definire le cose, ma è davvero super semplice. Ci pensiamo troppo”.
Hennessy non aveva sentito il termine transgender fino a circa 5 anni fa.
Prima di allora, lui si è sempre sentito “sbagliato”, ha confidato.
“Mi sentivo nato completamente sbagliato prima di quel giorno”.
Si vergognava dell’essere nel corpo di una donna, fasciava il suo seno da quando iniziò lo sviluppo.
“Indossavo due reggiseno sportivi e una delle camicie extra-large di mio padre…e ogni volta che il vento soffiava contro di me, dovevo tenere la camicia lontana dal petto così che non lo evidenziasse”.
COME I GENITORI POSSONO IMPARARE DEI PROPRI FIGLI.
Come Levkoff, Hennessy non sottolinerà mai abbastanza quanto più si è onesti e aperti con i propri figli riguardo la sessualità e il gender, tanto meglio è.
“Vi dico, non appena iniziano a chiedere, rispondete alle domande, non importa quanti anni abbiano, perché se non rispondete alle loro domande, qualcun altro lo farà, e voi potete scegliere cosa debbano sentire prima”, ha detto.
“Tenete il misticismo fuori dal sesso. Tenete la perversione fuori dal sesso”.
Levkoff, che è anche autrice del libro “Third Base Ain’t What It Used to Be: What Your Kids are Learning About Sex Today and How to Teach Them to Become Sexually Healthy Adults”, ritiene che non vi sia in realtà un’età appropriata per una conversazione.
Tutto dipende dall’individuo.
“Ci sono alcuni bambini che sono davvero capaci di alcuni pensieri sofisticati riguardo il gender e la sessualità, e ci sono alcuni adulti che sono completamente incapaci di avere una conversazione matura, per cui l’età non determina se qualcuno può o meno gestire tutto questo, ma penso sia importante per i genitori ricordare che da quando i nostri figli sono nati, come li vestiamo, come permettiamo loro di esprimersi, come permettiamo alle altre persone di rivolgersi a loro o le supposizioni che fanno su di loro, sono tutte piccole dosi di istruzione riguardo il gender e l’espressione”, ha affermato.
Quel che è chiaro, almeno dal video con Hennessy e i partecipanti del Hatch, è che ci sono molti genitori che possono imparare dai figli, specialmente su temi come il gender.
“Penso che i genitori dovrebbero imparare dai figli, perché i bambini sono molto più esposti a tutta questa roba ora…la generazione dei loro genitori non era così esposta”, ha affermato Reed, uno dei giovani partecipanti.
“Non dovrebbe essere che solo i bambini imparano dai genitori. Dovrebbe andare in entrambi i modi”.
Levkoff ha detto che lei è “costantemente stupefatta” di come oggi i bambini siano “ciechi di colore e gender”.
“A proposito, non tutti, perché loro sono un nostro prodotto”, ha detto.
“Ma la loro impostazione predefinita non deve essere intollerante. La loro impostazione predefinita deve essere aperta e questa è davvero una cosa incredibile da guardare”.
Hennessy ha detto che la maggior parte dei genitori insegna ai propri figli ad amare in ugual modo e di respingere il razzismo.
Spera che troveranno anche il modo di insegnar loro ad essere aperti e accettare persone di un altro genere.
“Quando qualcuno viene da voi con qualcosa che è diverso dalla vostra esperienza, dar loro una chance per raccontare il loro essere, credergli e non provare invece a cambiarli, perché nel cercare di farlo, è come se gli state dicendo che la loro esistenza non è abbastanza valida”, ha affermato Hennessy.
Fonte: edition.cnn.com
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