Padre e madre, mestieri da incubo (prima parte)
di Sabina Cantoni Tognetti
Lunedì sono andata a prendere un caffè macchiato al bar. Quasi un evento, infatti non capita spesso. Allora mi godevo l’evento sfogliando addirittura il giornale. E facendo finta di non dover correre a casa a preparare la torta per festeggiare un compleanno in famiglia. Mi è scivolato l’occhio su questo articolo, ma realizzata la cosa l’occhio si è ben incollato alla pagina.
Per un attimo ho temuto che al posto del goccino di latte mi avessero corretto il caffè con un goccino di grappa, invece no, avevo proprio letto bene. Il titolo era: Cameron lancia lo Stato baby sitter “Lezioni per educare i genitori“. Sottotitolo: Oggi il premier presenterà il piano alla Camera: “Figli troppo viziati”.
Premetto che non seguo granchè la politica, soprattutto quella internazionale, per questo motivo non mi addentrerò nei tanti risvolti che potrebbero celarsi dietro questa proposta, nella logica delle cose fatte apparentemente con una certa motivazione, ma in realtà finalizzate a scopi meno alti. Non è questo che mi interessa, ma mi ha incuriosito capire meglio questa novità, proprio dal punto di vista pratico. Cosa accadrà in Inghilterra?
Nell’articolo Deborah Bonetti scrive “Una volta i genitori inglesi erano famosi per la loro severità (…) al giorno d’oggi tutto è cambiato e siamo arrivati al punto in cui i bambini inglesi sono sempre più mocciosi tiranneggianti, capaci di schiavizzare genitori indifesi e troppo permissivi (…) E così il premier David Cameron, rampollo di buona famiglia abituato all’educazione vecchia maniera delle migliori scuole del regno, ha detto basta (…) Oggi il primo ministro (…) presenterà alla Camera dei comuni un progetto per educare i genitori a tirare su i figli con un po’ più di disciplina”.
Il progetto che Cameron presenta prevede la creazione di vere e proprie scuole per genitori, per aiutarli a renderli più autorevoli e maggiormente in grado di insegnare la disciplina. Inoltre il premier si dichiara deciso a raddoppiare il budget per i supporti e le terapie di coppia (anti-divorzio): “La famiglia è la migliore misura anti-povertà mai inventata. I bambini di famiglie separate sono doppiamente più suscettibili a finire più poveri di quelli di famiglie unite, quindi è giusto fare ogni cosa possibile per aiutare le coppie in pericolo a restare insieme. Intendiamo mettere la famiglia al cuore del nostro programma politico”.
Capite perchè sono rimasta colpita da questo articolo? Non so quali pensieri susciti in voi, ma io ho avuto diversi moti interiori: innanzitutto mi sono chiesta come siamo ridotti noi genitori per essere in balia di BAMBINI che dalla descrizione sembrano usciti da quei film americani in cui si enfatizza ogni atteggiamento. Ma quelli sono film, fatti per ridere, qui parliamo di genitori tiranneggiati, indifesi, e schiavizzati dai figli!!! A me questi tre aggettivi legati alla parola genitore provocano una voragine nello stomaco.
Sono sempre stati i bambini ad essere indifesi e a dover essere protetti dai genitori! È naturale sia così. Invece si ribalta tutto ciò che è alla base del vivere. Anche in natura, provate ad immaginare un leone, o un qualsiasi animale, nella condizione di indifeso nei confronti del proprio cucciolo, non è credibile, non è naturale!
E poi come si possono associare quei tre aggettivi al rapporto genitori-figli? Nella storia erano sempre i più forti, i più cattivi, i più potenti, e comunque figure negative, a schiavizzare i più deboli e questa azione viene ora considerata riprovevole, indipendente dal periodo al quale appartenga. Allora, di cosa stiamo parlando? Qui si usano parole fuoriluogo! O forse no, perchè a dirla tutta è vero purtroppo che se ci guardiamo intorno, fuori da scuola, in pizzeria, in spiaggia, vediamo dei genitori tiranneggiati, indifesi e schiavizzati dai propri figli.
Però, mi viene da dire, stiamo parlando di BAM-BI-NI! Come è possibile tutto questo? Mah! Forse è possibile però che, a fronte di genitori sempre più infantili, con l’idea che quello che conta sia la libertà di fare sempre ciò di cui si ha voglia, cresciuti a loro volta da genitori svezzati dal mitico ’68, ci si possa trovare davanti a questa situazione innaturale. Cameron afferma: “Ovviamente i bambini arrivano senza un manuale per l’uso…” è verissimo e anche io tante volte ho desiderato avere questo manuale che sarei stata disposta ad acquistare a peso d’oro!!!
Il nostro compito infatti è molto delicato. I figli hanno bisogno di vedere in noi come si vive; come si ama; come si crede e come si prega; come si vive nella società. Hanno bisogno di assorbire i valori più importanti per i quali vale la pena di andare avanti, sempre. E tutto questo, è necessario lo vedano, soprattutto in noi genitori, serve la concretezza, non la teoria. Non possiamo delegare alle istituzioni quello che è il nostro compito: l’educazione dei figli. I bambini hanno bisogno, anzi hanno il diritto di sentire la forza, il coraggio, la protezione del padre per poterlo imitare e la dolcezza, la premura, l’offrirsi della madre, per fare proprie quelle caratteristiche che solo le donne, le mamme possono avere.
È difficilissimo, è vero. Delle volte mi succede di trovarmi smarrita davanti a questo compito così grande. Mi confronto con mio marito; tante volte sbaglio, soprattutto quando mi ostino a voler fare tutto da sola. Dimenticandomi che le mie figlie sono prima di tutto figlie di un Padre che è molto meglio di me.
Mi chiedo: come faranno questi bambini, con genitori tiranneggiati, indifesi e schiavizzati, a trovare una strada per diventare adulti? Anzi, adulti diventeranno a prescindere; perchè il corpo cresce e cambia indipendentemente da tutto. Ma che adulti saranno dopo essere cresciuti in queste famiglie così fragili?
Una delle intercessioni dei vespri di martedì diceva: Fa’ che la vita dei fanciulli sia modellata sulla tua: crescano in sapienza e grazia davanti a Dio e agli uomini. E ancora mi vengono in mente le parole del Vangelo di Giovanni, dopo il ritrovamento di Gesù giovinetto nel Tempio, il ragazzo “Partì dunque con loro (Giuseppe e Maria) e tornò a Nàzaret e stava loro sottomesso. (…) Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.”
Gesù cresceva (non solo di statura) stando sottomesso, che non vuol dire schiavizzato, sopraffatto, tiranneggiato, ma vuol dire che di fronte all’amore dei suoi genitori, viveva con un atteggiamento di docilità e di rispetto, riconoscendo il loro ruolo di educatori amorevoli. Ed era il Figlio di Dio! Che cosa poteva imparare da una ragazza di 15 anni e da un giovane e semplice falegname? Ma Egli accoglieva e viveva fino in fondo il solo atteggiamento che lo avrebbe preparato ad affrontare tutto quello che sarebbe accaduto in seguito. Quello che lo avrebbe reso forte, coraggioso, amorevole, premuroso, sapiente; la sottomissione ai genitori.
Ognuno dei nostri figli è come un piccolo albero da accudire; che porta in se stesso tutte le potenzialità per diventare una stupenda pianta. Ma se non abbiamo il coraggio di raddrizzarlo quando inizia a prendere una brutta piega, crescerà storto. E dopo ogni rimedio sarà vano. Se rinunciamo a tagliare un ramo secco per non vederlo piangere e pestare i piedi, quel ramo secco potrà far seccare tutta la pianta. Se non aiutiamo loro a crescere con le radici ben piantate nella terra, al primo soffio di vento cadranno e noi saremo lì inermi, a disperarci e chiederci: “Ma cosa abbiamo sbagliato? Gli abbiamo dato tutto”! Appunto! Cresceremo delle creature fragili, egoiste, insoddisfatte, sole, tristi…
Ho detto che la notizia riguarda l’Inghilterra, ma non illudiamoci che le cose funzionino diversamente qui in Italia. Sappiamo che la dieta mediterranea è la migliore, ma l’educazione mediterranea lascia molto a desiderare. Provate a chiederlo, ad esempio, ai ristoratori stranieri…
Questa è stata la mia prima considerazione. La seconda è stata differente. Ho pensato che accorgersi di avere un problema significa iniziare a risolverlo. Allora, se ci si è accorti che questo problema esiste, ed è grave, anche perchè non essendo un “affare di famiglia”, andrebbe inevitabilmente a compromettere tutta la società, credo sia giusto dare un aiuto concreto ai genitori per migliorare o risolvere la situazione. Ecco allora che (sempre al netto da manovre politiche che ignoro) Cameron mi piace quando prende in mano la situazione. E quando afferma che saranno dati tanti strumenti, anche aiuti anti-divorzio, perchè la famiglia sia unita. E si possano superare le crisi che spesso portano alle separazioni. Lui ne parla in termini di misura anti-povertà. Ma noi sappiamo che il beneficio di una famiglia unita va ben oltre il conto in banca. Per ora accontentiamoci.
E mentre ci avviciamo al giorno previsto per la discussione del ddl Cirinnà, che vorrebbe cancellare l’identità dell’unica famiglia possibile, esprimo un desiderio.
Il mio desiderio è di sentire finalmente affermare con forza, con coraggio e con sincerità anche dai nostri politici; INTENDIAMO METTERE LA FAMIGLIA AL CUORE DEL NOSTRO PROGRAMMA POLITICO!
Sarò esaudita un giorno?
Domani condividerò con voi il commento che di questo articolo, di Deborah Bonetti, ha scritto Viviana Ponchia, alla quale ho rubato il titolo per usarlo nel mio intervento (spero non me ne vorrà)!
Dal Resto del Carlino – Ferrara del 11/01/16
Foto da http://www.tgcom24.mediaset.it/donne/famiglia/come-insegnare-ai-figli-il-rispetto-per-le-regole-con-il-sorriso_2112668-201502a.shtml
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