L’ospitalità mostra l’amore di Dio
Il 22 gennaio Papa Francesco affrontò il tema ospitalità, che molti confondono con la parola cortesia. E’ vero è un gesto cortese ospitare ma come dice Papa Francesco, va aldilà di questo aspetto; è un modo di mostrare l’amore di Dio. Per dimostrare ciò, prende in esame il versetto biblico Atti 28-2, dove Paolo descrive l’accoglienza ricevuta da lui e dagli altri viaggiatori che, dopo 14 giorni di burrasca, quando ormai pensano di essere morti, approdano finalmente su un isola, rivelatasi poi Malta. “E lì sperimentano qualcosa di nuovo. In contrasto con la brutale violenza del mare in tempesta, ricevono la testimonianza della rara umanità degli abitanti dell’isola. Questa gente, per loro straniera, si mostra attenta ai loro bisogni.”
La straordinarietà è che “Anche se non hanno ancora ricevuto la Buona Novella di Cristo, manifestano l’amore di Dio in atti concreti di gentilezza. Infatti, l’ospitalità spontanea e i gesti premurosi comunicano qualcosa dell’amore di Dio.”
Secondo il Papa, non dobbiamo soffermarci sulle diversità, cristiani, protestanti, ortodossi che siano, siamo tutti Fratelli in Cristo. E dobbiamo mostrare ospitalità poiché “Non è un atto di generosità a senso unico, perché quando ospitiamo altri cristiani li accogliamo come un dono che ci viene fatto […] siamo ripagati , perché riceviamo ciò che lo Spirito Santo ha seminato in questi nostri fratelli e sorelle, e questo diventa un dono anche per noi, perché lo Spirito Santo semina le sue grazie dappertutto”.
Apro una piccola parentesi su quanto detto dal Papa: Molti potrebbero dire: ma con i tempi che corrono, è pericoloso ospitare uno sconosciuto o peggio un clandestino. E’ vero, sono d’accordo ma se facciamo un gesto d’amore, e malauguratamente accadesse qualcosa di brutto, moriremo per amore per prossimo ma sono sicuro che ciò non accadrà perché Lo Spirito Santo sarà a guidarci, e l’amore vince ogni male.
Prosegue il Santo Padre confrontando il mare pericoloso in cui si è trovato Paolo, con quello in cui si trovano i migranti oggi, che oltre ad esso devono affrontare anche l’ostilità delle persone che dovrebbero accoglierli, e raccomanda: “ Noi, come cristiani, dobbiamo lavorare insieme per mostrare ai migranti l’amore di Dio rivelato da Gesù Cristo. Possiamo e dobbiamo testimoniare che non ci sono soltanto l’ostilità e l’indifferenza, ma che ogni persona è preziosa per Dio e amata da Lui”
Quindi “lavorare insieme” conclude “ci renderà tutti noi cristiani protestanti, ortodossi, cattolici, tutti i cristiani- esseri umani migliori.
Scopri di più da Annalisa Colzi
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