Quando l’obiezione di coscienza va a farsi friggere
Ma l’obiezione di coscienza non era un diritto?
E’ alle fasi conclusive il concorso all’ospedale San Camillo di Roma per assumere due medici ginecologi che non esercitano l’obiezione di coscienza per garantire l’applicazione della legge 194 sull’interruzione di gravidanza. Nei prossimi giorni infatti ci saranno le due assuzioni. Il concorso infatti, indetto nel novembre 2015, è riservato esclusivamente a dirigenti medici non obiettori. E’ la prima volta che accade in Italia. L’oggetto del concorso è chiaro: i due nuovi assunti devono praticare l’aborto. E chi vincerà il bando non potrà, ovviamente, esercitare l’obiezione di coscienza pena il licenziamento.
Il problema nasce proprio perché un’altissima percentuale di medici ginecologi si avvale del diritto di esercitare l’obiezione di coscienza (grazie a Dio), raggiungendo percentuali altissime nelle strutture ospedaliere, anche oltre l’80% in certi casi. E’ per questo che “lorsignori” si inventano certi giochetti. E l’obiezione di coscienza va a farsi friggere.
I soliti giochetti
C’è un concorso al San Camillo di Roma? Bene. Per iscriverti al concorso e avere il posto devi praticare l’aborto perché sarai assunto solo per questo. Un omicidio dietro l’altro. Ucciderai migliaia di bambini, questa è la tua nuova missione. Ecco qua! A quanto pare oggi in Italia gli aborti che si praticano sono troppo pochi. Quindi pochi sono i soldi fra le mani! La conseguenza è che occorra limitare l’abuso (???) dell’obiezione di coscienza! La soluzione? Concorso solo per chi non fa e non farà obiezione di coscienza. Ma l’obiezione di coscienza non è un diritto? A quanto pare no!
Le reazioni
Don Carmine Arice (direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei) ha dichiarato senza mezzi termini:
“La decisione di assumere al San Camillo di Roma medici dedicati all’interruzione di gravidanza, impedendo loro dunque l’obiezione di coscienza, snatura l’impianto della legge 194 che non aveva l’obiettivo di indurre all’aborto ma prevenirlo. Predisporre medici appositamente a questo ruolo è una indicazione chiara. Non si rispetta un diritto di natura costituzionale quale è l’obiezione di coscienza“.
Concludo con un commento di Costanza Miriano, tratto dal suo profilo Facebook:
“Sarebbe bello ricordare a quelli del San Camillo che la maggior parte dei medici obiettori lo sono perché tranciare a pezzi un corpicino è una cosa ripugnante per ogni essere umano, senza bisogno che sia cattolico.
Sarebbe bello ricordare a quelli del San Camillo che il giuramento di Ippocrate che fanno i medici dice “non procurerò aborto”.
Sarebbe bello ricordare a quelli del San Camillo che prendere le persone per fame – o uccidi o non lavori – fa veramente schifo.
Sarebbe bello ricordare a quelli del San Camillo che anche tanti medici che all’inizio non erano obiettori dopo un po’ lo sono diventati, consumati dal dover fare una cosa tanto contraria all’umanità, perché tranciare gambine e braccia e testoline alla lunga sfibra.
Sarebbe bello ricordare a quelli del San Camillo che il loro nome a questo punto è usurpato, si chiamassero ospedale Marco Pannella, perché san Camillo de’ Lellis per i malati ha dato la vita, non gliel’ha strappata”.
Nulla da aggiungere.
Giovanni
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