Non sento il fervore nella preghiera, Dio non mi ama
Tra i tanti errori che commettiamo noi cristiani, è legare il fervore all’amore. Molti dicono: “ Non sento fervore nella preghiera” e tirano le somme pensando che Dio non li ami. Questo come ho detto è un gravissimo errore, anzi direi un colpo del demonio che vuole farci regredire, scoraggiare e dubitare dell’amore di Dio.
Il voler sentire sensibilmente il fervore durante la preghiera, o la presenza di Gesù che consola l’anima, che a molti capita di avvertire nella propria anima come un fuoco che da fervore, lacrime di gioia, e che spinge poi a compiere atti di amore, pregare fervorosamente ecc… insomma, molti che si sono avvicinati alla fede, alla conversione, hanno assaggiato il sapore dell’anticipo del paradiso.
Tuttavia non possiamo giudicare il nostro percorso spirituale, la salute della nostra anima solo in base al fervore. Ci sono santi che hanno vissuto la notte oscura dello spirito (cliccando sul link troverete il libro scritto sa San Giovanni della Croce che approfondisce il discorso sull’oscurità, sulla mancanza del fervore).
I sentimenti come fervore, gioia, il sentirsi amati da Dio sensibilmente, non sono altro che un di più, che Dio di tanto in tanto ci manda per farci gustare qualche goccia delle gioie eterne. Quindi non necessari per la salvezza eterna. Al contrario invece, ciò che necessita all’anima è la Grazia divina che appunto seppure senza fervore, seppure con aridità, ci mantiene in stretta relazione con Dio.
In genere il Signore all’inizio della vita spirituale ci trae a sé attraverso il fervore, il percepire la sua presenza, attraverso anche segni tangibili… insomma ci offre delle caramelle ,molto dolci, ma sa bene che tutto ciò non concorre alla nostra salvezza e alla nostra santificazione, lo possiamo dedurre anche dalla vita di Gesù che fu travaglio e croce.
Di solito questo avviene proprio durante la nostra conversione e non solo ma anche quando non abbiamo iniziato il cammino. Dio ci chiama, ci fa sentire qualcosa dentro per convertirci. Dire quindi ” non sento fervore nella preghiera, Dio non mi ama più” oppure ” la mia vita spirituale è diventata piatta, è il caso di pensare se Dio esiste davvero”, insomma tutte queste cose sono come al solito dettate dal nostro egoismo, perché non diamo niente per niente.
Se preghiamo senza fervore, ma con aridità, e nonostante ciò ci sforziamo a pregare e a pregare bene; stiamo noi consolando Dio.
Inoltre capita non di rado che quando si progredisce nella vita spirituale Dio purifichi privando di tali sentimenti perché la vita cristiana non consiste in queste esperienze ma nella conformazione della nostra volontà con quella di Dio.
Gesù ha detto: “Non chiunque mi dice: «Signore, Signore», entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt 7,21).
Attenzione però,va anche detto che spesso il fervore, la consolazione vengono meno a motivo del peccato veniale, che attutisce il fervore, senza dire dei peccati mortali, che lo spengono completamente.
A volte però il Signore vuole un nostro imput. Ad esempio, se preghiamo senza fervore, e lo facciamo senza sforzarci a pregare meglio, dimostriamo a Dio di volere senza dare. Quindi stiamo recitando una preghiera sterile. Se preghiamo senza fervore, sforzandoci a fare meglio; stiamo pregando con molto frutto, più di quando avevamo il cuore in fiamme.
Altre volte il Signore permette che sentiamo tanta indifferenza e aridità, perché desidera che noi stessi accendiamo il fuoco dell’amore nei suoi riguardi.
Scopri di più da Annalisa Colzi
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