Monsignor Krzysztof Charamsa, uno dei tanti Giuda Iscariota dei nostri tempi
di Annalisa Colzi
Ho appreso la notizia mentre mi trovavo a Medjugorje; ed è stata per me una doccia fredda. Monsignor Krzysztof Charamsa ha fatto coming out presentando il compagno con cui desidera condividere il resto della sua vita.
Un nuovo attacco di Satana alla Chiesa con la speranza di distruggere tutto il bene e la santità che la Chiesa, corpo di Cristo, emana dal profondo.
D’altra parte non è niente di nuovo all’orizzonte. Non è il primo e non sarà l’ultimo che ascolterà il richiamo del maligno. Dio ci dona la libertà, sempre, anche quando ci copre di doni meravigliosi. Alcuni poi decidono di superare gli ostacoli (tentazioni) con l’aiuto di Dio, mentre altri preferiscono abbandonarsi a distorture umane basate sulla pseudoscienza e sui richiami carnali.
Ma non voglio soffermarmi sul tradimento di questo sacerdote alla sua chiamata, la più eletta. Non voglio pontificare sulle tante “stupidate” che sono uscite dalla sua bocca, non ne vale la pena, chi sa fare discernimento capisce al volo che le sue giustificazioni e le sue accuse sono una difesa al suo enorme peccato. E, quando dico peccato, non mi riferisco solo al fatto che se ne vada con il suo compagno, ma allo scandalo che il suo gesto e le sue parole hanno provocato nelle anime.
Voglio parlare di quello che la Chiesa nel 2005 ha decretato riguardo alla scelta dei candidati al sacerdozio con tendenze omosessuali. Leggiamo:
Questo Dicastero, d’intesa con la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ritiene necessario affermare chiaramente che la Chiesa, pur rispettando profondamente le persone omosessuali, non può ammettere al Seminario e agli Ordini sacri coloro che praticano l’omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura gay.
Le suddette persone si trovano, infatti, in una situazione che ostacola gravemente un corretto relazionarsi con uomini e donne. Non sono affatto da trascurare le conseguenze negative che possono derivare dall’Ordinazione di persone con tendenze omosessuali profondamente radicate.
Qualora, invece, si trattasse di tendenze omosessuali che fossero solo l’espressione di un problema transitorio, come, ad esempio, quello di un’adolescenza non ancora compiuta, esse devono comunque essere chiaramente superate almeno tre anni prima dell’Ordinazione diaconale.
Purtroppo il monsignore nel 2005 era già diventato sacerdote. Occorre però chiedersi in quanti seminari viene adottata questa richiesta della Chiesa gerarchica. Questo è il problema. Non si ascolta. E non si mette in pratica ciò che la Chiesa, illuminata dallo Spirito Santo, dice, scrive e ordina.
Ormai gran parte del clero e del popolo segue solo i titoli dei giornali senza leggere, integralmente, la pastorale che anche Papa Francesco dona. Si segue solo lo scoop (inventato) per fare chiacchiere da bar.
Si attacca il Capo della Chiesa dedicandosi ad interpretazioni fantasiose sulle sue parole e seguendo, ovviamente, i titoloni da stadio. Leggiamo, invece, cosa ci dice Papa Francesco anche sull’argomento sacerdoti:
A causa della crisi delle vocazioni, noi vescovi abbiamo la tentazione di prendere senza discernimento i giovani che si presentano. Questo è un male per la Chiesa! Cercate uomini equilibrati, non gli espulsi dai seminari. Per favore, occorre studiare bene il percorso di una vocazione!
Esaminare bene se quello è dal Signore. Se quell’uomo è sano; se quell’uomo è equilibrato; se quell’uomo è capace di dare vita, di evangelizzare; se quell’uomo è capace di formare una famiglia e rinunciare a questo per seguire Gesù. Oggi abbiamo tanti problemi, e in tante diocesi, per questo errore di alcuni vescovi di prendere quelli che vengono a volte espulsi dai seminari o dalle case religiose perché hanno bisogno di preti.
Per favore! Dobbiamo pensare al bene del popolo di Dio. Il Signore chiama, ma non è sufficiente. Si tratta di “essere” preti non limitandosi a «fare» i preti, liberi da ogni mondanità spirituale, consci che è la loro vita ad evangelizzare prima ancora delle loro opere.
Chiaro, no? Inutile aggiungere altro.
Dico solo; Non scandalizziamoci dei tanti Giuda Iscariota che incontreremo ancora nella Chiesa. Piuttosto preghiamo per loro e per noi affinché lo spirito di mondanità non ci investa.
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