Meditazione trascendentale ZEN
Ciao Annalisa,
sono Andrea Gardu. Vengo da Oliena, in provincia di Nuoro.
Ecco la mia testimonianza come mi hai chiesto al convegno di Arborea.
Quand’ero studente universitario nelle facoltà di scienze naturali a Cagliari, nel 1987, avevo delle difficoltà di attenzione e concentrazione a sveltire i tempi dello studio e volevo trovare un sistema per riuscire a risolvere il problema.
Un giorno mi capitò di incontrare un’amica, anch’essa studentessa, con la quale parlammo di tale problema, che condivideva con me, la quale mi disse che in città si tenevano dei corsi di meditazione trascendentale ZEN tramite i quali avrei imparato delle tecniche adatte ad affrontare tali questioni. Detto fatto, mi presentai giusto in tempo alla prima lezione del corso (gratuito) che era tenuto presso la chiesa di san Michele, in via ospedale, da un gesuita, tale padre Piras.
Quella sera, presso la cripta della chiesa, spiegò ai numerosi astanti cosa fosse la meditazione trascendentale ZEN. Essa proviene dal giappone ed è una rivisitazione in chiave giapponese di antiche tecniche indù con le quali condivide significati, modi, tecniche e finalità, aggiungendo che era stata introdotta in occidente epurandola di tutto ciò che era indù ed è quindi praticabile senz’altro anche dai cristiani, senza controindicazioni a carattere religioso. Poichè la lezione era tenuta in chiesa da un prete gesuita non mi parve il caso di dubitare di tali parole anche se dentro sentivo una strana vocina che mi diceva: “stà in allerta perchè le cose non stanno esattamente cosi…”
Spiegò anche il significato del “pranayama” che è costituito da una serie di esercizi respiratori, finalizzati a estendere e controllare l’energia vitale che secondo le sue spiegazioni, permea l’universo e quindi tutte le persone e gli esseri viventi.
Durante le settimane successive ebbi modo di sperimentare delle tecniche di concentrazione efficacissime con l’uso delle quali potei davvero velocizzare lo studio dei miei esami. Imparai anche la tecnica della “discesa a zero” con la quale avrei potuto ottenere l’illuminazione. Quando chiesi il significato di tale parola/operazione non ottenni che frasi incomplete, confuse, per niente chiare, che sembravano volermi spingere a dover comprendere per conto mio. In quel momento non vi feci troppo caso pensando che col tempo e con la pratica avrei senz’altro capito tutto.
Imparai la tecnica, che era un controllo assoluto del respiro, con un mantra da ripetere in determinati momenti della respirazione (il mio era a carattere religioso e, più o meno, non lo ricordo bene, suonava all’incirca come: “mio Dio mi affido a te”) e continuai a praticarlo, sia durante il corso che dopo la laurea e il matrimonio, fino al 1997.
In quegli anni potei ben testare gli effetti della meditazione e mi resi conto che ogni volta che la praticavo sentivo addosso una straordinaria e, per me, inspiegabile stanchezza che mi costringeva ad andare immediatamente a dormire.
Un giorno, mentre seguivo via Radio Maria una catechesi del RnS sentii dire al predicatore : “…guai a chi pratica la meditazione trascendentale!!!!!” e subito, non aspettandomi una simile frase interruppi tale pratica e mi diedi da fare per comprendere il perchè di tali “guai”.
Non compresi subito ma parlai al telefono con Mariella e Francesco Campo coi quali eravamo diventati amici e che erano coordinatori regionali del movimento RnS, i quali mi dissero che si trattava di un inganno satanico e alcuni giorni dopo io e mia moglie Marina, andammo da loro perchè pregassero su di me affinhè Gesù mi liberasse da tale pratica e MI SENTII SUBITO LIBERO.
Nei giorni e mesi successivi non ebbi alcuna reazione psicofisica legata al totale abbandono della meditazione e dopo tanti anni che non la pratico più sono ancora tranquillo.
Potei cominciare ad informarmi, stavolta senza veli negli occhi, cosa dicessero la scienza e l’antropologia sulla meditazione trascendentale indù e sullo zen giapponese.
Così scoprii che essa aveva la funzione di annullare la personalità per poterla fondere con tutto cio che è, allo stesso modo che una goccia d’acqua, arrivando al mare, diventa essa stessa oceano nell’oceano senza che si possa distinguere da esso. Compresi anche che, con tale pratica, una persona poteva sciogliersi in Dio diventando Dio essa stessa in una perfetta fusione di esseri.
Capii anche che questo era il motivo per il quale Sai Baba considerava se stesso Dio e si faceva adorare.
Sono ben felice di aver abbandonato la meditazione orientale.
Preferisco meditare sui misteri del rosario.
Almeno ho la possibilità di MEDITARE DAVVERO, concentrando i miei pensieri SULLA PASSIONE DI CRISTO e la sua importanzza nella vita mia e dell’umanita attuale e di tutti i tempi.
Ciao, Andrea. Ti saluta anche Marina.
Ti autorizzo a citare il mio nome qualora volessi pubblicare questa mia testimonianza.
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