Maria la Tutta bella senza macchia
Festa dell’Immacolata Concezione
Maria la Tutta bella, nelle parole di Padre Raniero Cantalamessa
Una frase del Vangelo ci dà la chiave per comprendere il senso di questa festa; entrando da Maria, l’angelo le disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”.
Dicendo che Maria è l’Immacolata noi diciamo di lei due cose, una negativa e una positiva. Negativamente, che è stata concepita senza la “macchia” del peccato originale, positivamente, che è venuta al mondo ripiena già di ogni grazia e dono. […]
Nella Bibbia grazia indica anzitutto e primariamente il favore divino gratuito e immeritato, che, in presenza del peccato, si traduce in perdono e misericordia; ma indica poi anche la bellezza che deriva da questo favore divino, quello che chiamiamo lo stato di grazia.
Maria la Tutta bella
In Maria ritroviamo questi due significati di grazia. Ella è “piena di grazia” anzitutto perché è stata oggetto di un favore e di una elezione unici; è stata anche lei “graziata”, cioè salvata gratuitamente dalla grazia di Cristo (ella è stata preservata dal peccato originale, “in previsione dei meriti di Cristo”!). Ma è “piena di grazia” anche nel senso che la scelta di Dio l’ha resa splendente, senza macchia; Maria la Tutta bella, Tota pulchra, come la canta la Chiesa in questa festa. […]
E siamo giunti al punto da cui scaturisce il messaggio per noi di questa festa. Se l’Immacolata Concezione è la festa della grazia e della bellezza, essa ha qualcosa di importantissimo da dire a noi oggi. La bellezza ci tocca tutti, è una delle molle più profonde dell’agire umano. L’amore per essa ci accomuna tutti. Possiamo dissentire su che cosa sia bello, ma tutti siamo attratti dalla bellezza. “Il mondo sarà salvato dalla bellezza”, ha detto Dostoevskji. […]
La bellezza di Maria Immacolata… è bellezza interiore, fatta di luce, di armonia, di corrispondenza perfetta tra la realtà e l’immagine che aveva Dio nel creare la donna. E’ Eva in tutto il suo splendore e perfezione, la “nuova Eva”. […]
Paolo VI e la bellezza
Che uso fa l’uomo di questo dono di Dio che è la bellezza? Questo tema stava particolarmente a cuore a Paolo VI, il quale ritorna su questo argomento in tutti i suoi discorsi, fatti come cardinale di Milano, per la festa dell’Immacolata: “A chi vorrebbe vedere riflessi quei raggi divini e umani della Madonna nelle anime nostre e dei nostri fratelli, stringe il cuore vedere invece tutt’altra scena. Tante anime di adolescenti e perfino fanciulli, che sarebbero belle, candidate a tante sublimi virtù, a tanta poesia dello spirito, a tanto vigore di azione, sono subito deturpate, subito macchiate, fiaccate da un dilagare di tentazioni, che non riusciremo a reprimere. I nostri ragazzi, le nostre ragazze, che cosa leggono? Che cosa vedono? Che cosa pensano? Che cosa desiderano? Quante anime profanate! Quante famiglie spezzate! Quante persone hanno una doppia vita! Quanti amori diventati tradimenti! Quale dissipazione di energia umana, proprio in questo groviglio di indisciplina di costume e di vizi ormai tollerati, di questa esibizione della passione e del vizio”. […]
Dio ci chiama a far risplendere di nuovo, davanti agli occhi del mondo, l’ideale di una bellezza, che è sì godimento, ma anche rispetto e senso di responsabilità di fronte al corpo, al sesso, alla donna e a tutte le creature di Dio.
Tutti possiamo fare qualcosa per consegnare alle generazioni che verranno un mondo un po’ più bello e pulito, se non altro scegliendo bene quello che facciamo entrare in casa nostra e nel nostro cuore, attraverso le finestre degli occhi. Che la Vergine Immacolata, Maria la Tutta bella, ci dia almeno il coraggio di tentare.
Tratto da “Gettate le reti” di Raniero Cantalamessa
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