Maria e i santi modelli di umiltà che conquistano i cuori
Maria Vergine, pur essendo la donna più potente del cielo e della terra. resta e resterà l’Umile creatura per eccellenza, Lei esempio dei santi e fondatori di ordini religiosi.
Ascoltiamo S. Francesco di Sales. Egli dice a noi che « il Santo dei Santi, Maria santissima e tutti i santi hanno onorato e amato sempre questa virtù. Gesù Cristo doveva a se stesso di praticare l’umiltà in Dio; i santi tutti dovevano a Gesù di seguire le sue tracce, il più presso possibile. A capo di tutti i santi, nella pratica dell’umiltà, sta la santissima Vergine, madre di Dio. Come Gesù, che fu il perfetto religioso del Padre eterno, Maria fu la perfetta religiosa di Gesù, poichè essa « compì il suo postulandato nel ritiro al tempio di Gerusalemme, il suo noviziato a Nazaret, ove la sua fedeltà allo Spirito Santo e la sua docilità alle parole dell’Arcangelo, le meritarono di possedere e di portare Dio in seno, e infine fece la sua professione a Betlemme, ove la madre di Dio comincia a dare il figlio suo al mondo. (Padre Varin) È dunque più che utile che noi cominciamo dal conoscere questo bel modello di umiltà.
Dio sdegna l’altezzosità, allo stesso modo del sole da lui creato, che inaridisce coi suoi raggi le vette e feconda invece le valli. Maria fu piena di grazie, perchè essa si inabissò come la valle, e si fece così piccina da piacere all’Altissimo: E per la sua umiltà che essa attirò in sè Gesù, dice san Bernardo. – Essa fu umile! Così umile che, nel tempio, voleva essere l’ancella di tutti: così umile che essa domandava a Dio di poter servire quella che sarebbe destinata ad essere la madre del Messia. Fu così da tremare allorquando l’Arcangelo la chiamò piena di grazia, dimostrando tutta la sua umiltà in quelle parole: Ecce ancilla Domini: Ecco la serva di Dio. Così umile che, fecondata per virtù divina, preferì esporsi ai sospetti del suo casto sposo, piuttosto che divulgare la sua altissima dignità di madre del Messia divino. E fu umile ancora allorquando, Madre di Dio, proclama la sua bassezza con un cantico immortale. Fu così umile che, dicesi, non volle che gli Apostoli raccontassero le sue glorie. Umile e umiliata, ma coraggiosa sempre « ritta ai piedi della croce. Tale fu la madre di Dio, la cui vita, unica nella sua perfezione, merita di essere norma di vita e regola per ogni altra vita. (S. Ambrogio).
Dopo la Vergine Maria, non c’è umiltà più perfetta di quella di S. Giuseppe, padre putativo di Gesù e sposo della madre di Dio! » L’umiltà e la docilità sono le caratteristiche che distinguono la fisionomia dei santi. Essi non domandano, nè provocano la loro missione, anzi la temono. Il sentimento che appare per primo in essi, è formato dal timore, sentendosi essi, nella loro umiltà, schiacciati dalla sproporzione fra l’opera e le loro forze. Anche la loro elevazione morale e la stima non li distoglie dalla loro modestia, semplicità e ingenuità, cose tanto amabili, che attirano tutti verso di loro, e per mezzo delle quali noi ci possiamo avvicinare ancor più. Essi sono divinamente grandi, perché la virtù dell’Altissimo li ricopre della sua ombra; ma rimangono umanamente piccini, perchè essi sentono che questa forza divina è in loro, ma senza loro. E così si forma quell’armonia di tutte le elevazioni e di tutti gli abbassamenti, di cui Maria è il prototipo e il Magnificat è l’inno, della quale l’anima dei santi è la riproduzione immortale. » (Mors. Baunard)
Ed ora udiamo in proposito qualche parola dei santi. S. Francesco di Sales dice: « Sono un povero scudiere, che divide per gli altri e nulla ritiene per sè; – sono un’insegna qualunque che invita gli altri ad entrare e a star bene, ma che passa la notte al freddo e alla pioggia; – sono un liuto sordo ai propri suoni. » – Santa Giovanna di Chantal: Per scavare fondamenta non occorre che uno strumento, l’umiltà! »
Ma è cosa superflua il raccogliere di questi detti, perché nell’umiltà è dove i santi tutti si rassorrligliano. E così tutti i santi fondatori di ordini o di istituti ripetono concordi che i lori figli spirituali devono essere morti a se tessi. « Come cadaveri » diceva S. Ignazio « come bastone fra le mani del superiore » diceva il serafico patriarca d’Assisi. Si pone, così in pratica, letteralmente, quella parola apostolica che gli altri cristiani non possono praticare così perfettamente come il religioso. « Voi siete morti, e la vostra vita è nascosta in Dio, con Gesù Cristo. » Ecco i modelli da imitare.
Invocazioni. – « Essere disprezzato per Te, soffrire per Te! E questo che i santi hanno ripetuto spesso e praticato per tutta la vita. Signore, io sono certamente molto meno di essi, ma sono molto nel Tuo amore; questo amore è la sola mia grandezza e a me viene da Te. L’umiltà è il solo lato pel quale io posso avvicinarmi ai santi e inabissarmi in Te. Non voglio più d’ora innanzi ascoltare il mio amor proprio, che cerca la grandezza e la stima del mondo, ma la voce dell’umiltà, che mi invita ad avvicinarmi a Te. Mia unica gloria sarà di appartenerti e per mezzo dell’umiltà io sarò meno me stessa e più vicina a Te. Maria santissima, dégnati di rendermi simile a te, per essere ancor io l’umilissima serva del mio Signore, Gesù.
Esame di coscienza. – Apprezzo e amo abbastanza le vite dei santi? – Ne faccio oggetto di letture spirituali, applicandomi ad imitarli e a far tesoro dei loro detti? – La loro perfezione mi attira, mi spinge o mi fa perdere di coraggio? – La mia divozione alla santissima Vergine è soprattutto divozione di imitazione? – Se prego i santi per evitare pericoli, per il buon successo di qualche pratica, per grazie comuni, li prego pure per ottenere la grazia dell’umiltà? – Mi studio di mettere in pratica i consigli e le massime dei fondatori o fondatrici del mio istituto?
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