Luisa Piccarreta la serva di Dio che raggiunse vette altissime
«“L’uomo quando nell’Eden spezzò i vincoli dell’unione tra la Volontà Suprema e la sua, si spogliò delle vesti regali della mia Volontà e si vestì dei miseri cenci della sua”» (Luisa Piccarreta, Diario, vol. 16, 14 gennaio 1924).
Il 23 aprile 1865 nasceva a Corato Luisa Piccarreta, Terziaria domenicana, morta nel 1947 dopo aver trascorso circa 70 anni a letto per ubbidienza alla Volontà divina. La Serva di Dio, oggi ormai ben nota in vari paesi del mondo, raggiunse vette altissime di unione con Dio, in un percorso spirituale descritto nel suo Diario e destinato a rappresentare un modello per tutti nei nostri tempi.
Tra i suoi confessori, sant’Annibale Maria di Francia ebbe a dire di lei: «Per nessun patto al mondo avrebbe posto in scritto le intime e prolungate comunicazioni con Gesù adorabile, dalla più tenera età fino ad oggi, …, se Nostro Signore stesso non l’avesse replicatamente obbligata, sia personalmente, sia per mezzo della santa ubbidienza dei suoi Direttori, …. Nostro Signore… pare che di questa vergine, che Egli chiama la più piccola che abbia trovato sulla terra, destituita da ogni istruzione, abbia voluto formare un istrumento adatto per una missione così sublime, che nessun’altra le si possa paragonare, cioè il trionfo della Divina Volontà sull’universo orbe, in conformità con quanto è detto nel Pater Noster: “Fiat voluntas tua, sicut in Coelo et in terra» (Pablo Martín Sanguiao, Luisa Piccarreta, “la Piccola Figlia della Divina Volontà”, Ed. Segno, Udine 1992, p. 25); e riguardo al Diario: «Sono Scritti che ormai bisogna far conoscere al mondo. Credo che procureranno grandi beni» (Da una lettera di S. Annibale a Luisa, Messina, 20 giugno 1924).
Fu lui ad iniziare la pubblicazione di questi quaderni. Chi li apre non può non rimanere impressionato dalla profondità e tenerezza di questi dialoghi, dove si comprendono bene gli effetti del peccato originale: «“Adamo ― disse Gesù a Luisa ― non fece altro col sottrarsi dalla Divina Volontà, che mettersi a distanza col suo Creatore, questa distanza … lo squilibrò tutto e portò lo squilibrio a tutte le generazioni”» (vol. 18, 11 febbraio 1926). Infatti, «la nostra Volontà era tutto per l’uomo, ed in Essa trovava tutto; … perché il volere umano non … tiene in sé la fonte del bene, perciò fu costretto a procurarsi con stento le cose necessarie alla vita. Vedi dunque che significa non stare unito con la mia Volontà? Oh! se tutti la conoscessero, come avrebbero un solo sospiro: che il mio Volere venga a regnare sulla terra» (vol. 16, 14 gennaio 1924).
Ecco il nucleo dei 36 quaderni scritti da Luisa, il richiamo all’ordine voluto da Dio nella Creazione. Cristo, venuto a riscattare l’uomo dal peccato, perché potesse di nuovo partecipare alla Sua stessa vita divina, mediante la grazia, ora vuole che le Sue creature giungano a tale immedesimazione con Lui, da vivere nella stessa Volontà divina come veri figli. Questi, invero, si preoccupano degli stessi interessi del Padre, a differenza dei servi che, pur facendo quanto il padrone ordina, non sempre lo condividono nel cuore. Disse Gesù a Luisa: «“Lego tutto il tuo interno nell’interminabile luce della mia Volontà, affinché la tua piccola volontà umana … vi prenda il suo posto, e allargandosi in Essa riceva tutto il bene che la Volontà Divina vuol dare alla volontà umana… M’interessa tanto questo riordinamento dell’umana volontà con la Divina e che del tutto viva in Essa, che fino a tanto che ciò non ottenga, mi sento come se la Creazione non avesse il mio scopo primario”» (vol. 16, 28 febbraio 1924).In che modo? Luisa stessa è stata vero modello, insegnando che vivere nella divina Volontà non è fare il bene in occasioni particolari, bensì consegnarsi completamente a Dio, ad imitazione di Maria, vivere della stessa Vita divina, in ogni stato di vita, ed amare con l’Amore stesso di Dio, per poterLo ricambiare ed adorare degnamente. Questa è la realizzazione del Vangelo, la vita sovrabbondante della Trinità nell’anima, quale Sua dimora. Ciò esige che la volontà a poco a poco giunga a consumarsi in Dio, nell’accoglienza amorosa della Croce, a somiglianza di Luisa Piccarreta. Ella, infatti, quale “vittima” volontaria eletta per consolare Gesù degli oltraggi della volontà umana, giunse, attraverso sofferenze quotidiane, frequenti “crocifissioni”, ad una familiarità profonda con il Cuore di Gesù.
Nel mio libro Il cammino spirituale di Luisa Piccarreta nelle profondità del divino Volere. Una risposta alle domande di oggi, If Press, Roma 2018 ho messo in luce come questi insegnamenti sono la via maestra per l’uomo di oggi, chiamato alla partecipazione alla stessa Santità divina, nel compimento della vita di grazia. E ciò nel totale “sacrificio” della propria volontà, attraverso le purificazioni profondissime di oggi, fino a non accogliere nient’altro che la Volontà divina: «In questi tempi voglio grandi soddisfazioni, e solo chi fa suo Me stesso me le può dare» (vol. 11, 9 dicembre 1916).
Luisa, dunque, ha indicato la via per una gran de speranza: «“In questi tempi tristissimi elessi te, che vivendo nel mio Volere mi daresti amore divino, riparazione e soddisfazione divine, quale si trovano solo nel vivere nel mio Volere; i tempi, il mio amore, il mio Volere lo richiedeva, di più sfoggiare in amore, a tanta empietà umana”» (vol. 12, 9 febbraio 1919); «“La nostra Potenza farà tali prodigi, abbonderà l’uomo di nuove grazie …, che le nostre abitazioni ci riconosceranno e loro stessi di volontà spontanea ci daranno il dominio, …. Col tempo vedrai ciò che sa fare e può fare la mia Potenza, come sa conquistare tutto e atterrare i più ostinati ribelli”» (vol. 33, 31 maggio 1935).
Di Francesca Pannuti
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