L’obbedienza porta all’umiltà e l’umiltà salva dalla dannazione
L’obbedienza porta all’umiltà
San Francesco d’Assisi conosceva molto bene la via dell’umiltà e ben a ragione molte volte la associava all’obbedienza. E poiché l’obbedienza porta all’umiltà, il Santo la sperimentava sia su se stesso che sui suoi frati.
Nei Fioretti si legge questo gustoso episodio che fa ben comprendere come l’obbedienza porta all’umiltà: “Un giorno san Francesco con frate Masseo giunsero ad un incrocio. Una strada portava a Firenze, una a Siena e l’altra ad Arezzo. Disse frate Masseo: «Padre, per quale strada dobbiamo andare?».
Rispose il Santo: «Per quella che Iddio vorrà. Ti comando, per la santa obbedienza, che tu cominci a girare come una trottola e di fermarti solo al mio segnale». Frate Masseo iniziò a girare in tondo e per le vertigini cadde più volte a terra ma, volendo perfettamente ubbidire, subito si rialzava e di nuovo faceva la trottola, fino a quando il Santo disse: «Sta’ fermo e non ti muovere. Da che parte tieni la faccia?». Rispose frate Masseo: «Verso Siena». Disse san Francesco: «Quella è la via per la quale Iddio vuole che noi andiamo».
A Siena, vi era un combattimento in corso e già due uomini erano morti. San Francesco predicò loro così bene che riportò la pace e la concordia. Appena il vescovo seppe dell’impresa del Santo, lo invitò a casa sua con tutti gli onori, ma il Santo la mattina seguente se ne andò senza avvisare il vescovo. Al che, frate Masseo, lungo la via mormorava tra sé: «Che cosa ha fatto questo buon uomo? Mi fece girare come un fanciullo, e al vescovo, che gli ha fatto tanto onore, non lo ha neppure ringraziato». E pareva a frate Masseo che san Francesco si fosse comportato in maniera indiscreta. Ma, per divina ispirazione subito si riprese e disse fra sé: «Frate Masseo, tu sei troppo superbo. Tu giudichi le opere divine e sei degno dell’inferno per la tua superbia».
E san Francesco, che ben conosceva i pensieri dell’uomo, disse: «Le cose che pensi ora sono buone e utili, mentre la prima mormorazione era vana e superba e ti fu messa nell’anima dal demonio».
Un diavolo stringe al collo un frate disobbediente
Nelle Fonti Francescane si legge come il demonio contrasti l’obbedienza perché l’obbedienza porta all’umiltà. Accadde che durante un Capitolo, uno dei frati rifiutava di assoggettarsi alla disciplina. San Francesco chiamò uno dei frati e gli disse: «Fratello, ho visto sulla schiena di quel frate disobbediente un diavolo che lo stringeva al collo. Ho pregato Dio per quel frate, e subito il demonio de ne è andato. Vai dal frate e digli che senza indugio pieghi il collo sotto la santa obbedienza».
«Spiegaci, Padre, quale sia la perfetta e somma obbedienza»
Così rispose san Francesco: «Prendi un corpo esanime e ponilo dove ti piace: vedrai che non rifiuta se mosso, non mormora ovunque sia posto, non reclama se viene allontanato. Se lo poni sulla cattedra, non guarderà in alto ma in basso. Se viene collocato nella porpora, sembrerà doppiamente pallido. Questi – esclamò – è il vero obbediente: colui che non giudica perché sia rimosso, non si cura dove sia messo, non insiste per essere trasferito. Innalzato ad una carica, mantiene l’umiltà che gli è abituale. Più è onorato e più si reputa indegno».
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