L’inferno è una favola!
L’inferno è una favola, anzi la parola favola non può essere usata in quanto dovrebbe racchiudere racconti belli, fatti di colori, di gioia ecc ecc. L’inferno invece è qualcosa di brutto, ma si identifica la parola favola come qualcosa di inventato, di inesistente. Eh si, magari fosse vero che l’inferno è una favola! Invece cari amici miei, esiste ed è più reale di quanto immaginiamo. L’inferno non ama apparire, non ama mostrarsi, non soffre di protagonismo, anzi, preferisce rimanere nascosto e lasciar credere che sia una favola di cattivo gusto dei preti.
La conferma non solo viene dal Vangelo dove spesso Gesù parla di fuoco della Geenna ma lo confermano anche le apparizioni di Fatima.
“Inferno! Inferno!… là dentro gente viva che brucia come legna sul fuoco” disse una volta Suor Lucia.
Nel mese di luglio ricorre del 1917 avvenne la terza apparizione di Nostra Signora di Fatima: Fu un’apparizione importantissima, perché venne rivelato il famoso terzo segreto, la cui terza parte ha suscitato per decenni la curiosità di tutto il mondo. Ancora oggi, dalla sua divulgazione avvenuta nel 2000, in occasione del terzo viaggio a Fatima di Giovanni Paolo II, per la beatificazione di Francesco e Giacinta Marto continua a far parlare di sé.
Fu un’apparizione carica di drammaticità per il suo riferimento all’inferno, descritto da Lucia in termini che, pur corrispondendo solo in minima parte alla sua terribile e per noi inimmaginabile realtà, ci aiutano a prendere maggiore coscienza del dolore e della disperazione che in esso vi regnano. Ci aiuta a chiarire in modo concreto che l’inferno non è una favola inventata dalla Chiesa ma una spiacevole verità.
Siamo così stimolati a vivere più seriamente la vita cristiana: prima di tutto per evitare di caderci noi stessi e poi perché non vi precipiti nessuno dei nostri familiari e amici. La Vergine parlò anche della guerra come di una conseguenza del peccato.
I peccati degli uomini producono infatti nel mondo un carico di sofferenza, distruzione e disperazione che possono ridurre la terra ad un’anticamera dell’inferno. Davanti a tale rovina, l’uomo, tornando in se stesso, dovrebbe decidersi a cambiare vita, prima che sia troppo tardi: la morte fisica, infatti, segna l’entrata dell’anima nell’eternità, “fissandola” per sempre nella sua condizione, di unione o di separazione con Dio: Inferno o Paradiso.
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