La liberazione sessuale ha asservito il corpo della donna 1
La sessuologa Thérèse Hargot ci spiega
gli effetti della liberazione sessuale
Da oggi vi chiedo un piccolo sacrificio, ma sono sicura che non vi tirerete indietro. Il meraviglioso articolo, scritto da Emiliano Fumaneri, sul pensiero di questa giovane scrittrice a proposito della liberazione sessuale, è piuttostosto lungo. Ma, è talmente grande il mio desiderio di condividerlo con voi, che ho pensato di frazionarlo in cinque parti. Avrete la pazienza di leggere tutto sino alla fine? Ma sì. Sono certa che, dopo aver letto la prima parte, aspetterete con trepidazione le altre pubblicazioni! Buona lettura…
Sabina
Thérèse Hargot è una giovane sessuologa belga (nata nel 1984) con una laurea in filosofia e un master in scienze sociali alla Sorbona. Sposata, con tre figli, Thérèse ama sfidare la vulgata corrente.
È fermamente convinta che la rivoluzione sessuale abbia apportato una liberazione senza libertà. In luogo di renderci più liberi, ci ha fatti transitare da una obbedienza all’altra. In particolare la cosiddetta «liberazione sessuale» ha asservito il corpo della donna. È quanto espone in “Une jeunesse sexuellement libérée (ou presque)” [Una gioventù sessualmente liberata (o quasi)], arrivato a vedere 15 mila copie.
siamo semplicemente passati dal dovere di procreare a quello di godere
Nel libro, uscito a febbraio in Francia (è in corso la traduzione italiana per Sonzogno), la Hargot si sofferma sull’influenza della liberazione sessuale sul nostro rapporto col sesso. È forte la sua critica al sesso tecnicizzato, igienizzato, ridotto alla combinazione meccanica dei corpi.
Il paradosso, dice la sessuologa belga, è che la sessualità non è mai stata tanto «normata» come nel nostro tempo. Questo per via del combinato disposto tra il culto della performance (imposto dall’industria pornografica) e l’ansietà derivata da una morale igienista.
Fondamentalmente, confessa a «Le Figaro», non è cambiato nulla.
«Se la norma è cambiata, il nostro rapporto con la norma è lo stesso: restiamo all’interno di un rapporto di dovere. Siamo semplicemente passati dal dovere di procreare a quello di godere. Dal «non bisogna avere relazioni sessuali prima del matrimonio» al «bisogna avere relazioni sessuali il prima possibile».
oggi regola è dettata dall’industria pornografica
Una volta la norma era dettata da un’istituzione, principalmente religiosa, oggi è dettata dall’industria pornografica. La pornografia è il nuovo vettore normativo nel campo della vita sessuale».
La differenza è che la norma è stata interiorizzata, si è individualizzata. «Mentre un tempo le norme erano esteriori e esplicite, oggi sono interiorizzate e implicite.
Non abbiamo più bisogno di una istituzione che ci dica quello che dobbiamo fare, l’abbiamo assimilato da soli. Non ci viene più detto esplicitamente quand’è che dobbiamo avere un figlio, ma tutte abbiamo compreso molto bene il «momento buono» per essere madri: soprattutto non troppo presto, e quando le condizioni finanziarie sono favorevoli. È quasi peggio: siccome ci crediamo liberati, non abbiamo più coscienza d’essere sottomessi a delle norme».
Ma quali sono le coordinate psicologiche disposte dalla nuova normatività sessuale? «La novità», risponde la Hargot, «sono le nozioni di performance e di successo, che si sono insediate al centro della sessualità.
Questo tanto per il godimento quanto per il nostro rapporto con la maternità: bisogna essere una buona madre, crescere bene il proprio bebé, essere una coppia di successo.
E chi dice performance e efficacia, dice angoscia di non farcela. Questa angoscia crea della disfunzioni sessuali (perdita dell’erezione, ecc.). Abbiamo un rapporto molto angosciato con la sessualità, perché siamo costretti ad avere successo».
l’uomo dev’essere performante nel suo successo sessuale, la donna nei canoni estetici
Questa nuova normatività nelle cose del sesso tocca tanto gli uomini quanto le donne, ma in maniera differente. Non si esce dagli stereotipi: «l’uomo dev’essere performante nel suo successo sessale, la donna nei canoni estetici». La norma si trasmette sotto forma di discorso igienista, andato a sostituire la vecchia morale di un tempo.
Si fomenta così una psicologia individuale straziata, oppressa dalla simultanea presenza del piacere e della paura.
ci dicono che siamo liberi e nello stesso tempo che siamo in pericolo
Il sesso è piacere, ma è anche un sesso pericoloso, che infetta e uccide, attenta alla vita fisica.
«L’Aids, le malattie veneree, le gravidanze indesiderate: siamo cresciuti, noi nipoti della rivoluzione sessuale, con l’idea che la sessualità fosse un pericolo.
Ci dicono che siamo liberi e nello stesso tempo che siamo in pericolo. Ci parlano di «sesso sicuro» e di preservativo, abbiamo sostituito la morale con l’igiene. Cultura del rischio e illusione della libertà; questo è il cocktail liberale che ormai si è imposto ormai anche nel campo della sessualità.
Questo discorso igienista è molto ansiogeno. E inefficace: si trasmettono sempre numerose malattie veneree».
Scopri di più da Annalisa Colzi
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