L’equilibrista di Dio
Il libro “L’equilibrista di Dio”
ritorno alla fede cattolica
Nel mio “L’equilibrista di Dio” – pubblicato da pochi mesi – racconto il mio “ritorno” alla Fede cattolica, dopo aver girovagato in lungo e in largo nel labirinto di questo mondo. Non è tanto il raccontare di me, non ne sento l’esigenza, se non servirmene per parlare della Fede, soprattutto dell’ appagante speranza cristiana, e della bellezza della vita. In seguito ne parlerò approfonditamente.
Adesso però, alla luce degli ultimi avvenimenti di cronaca (ultimi, realisticamente, almeno fino ai prossimi), voglio soffermarmi su un altro aspetto, certamente meno rassicurante, su cui non si può sorvolare, né transigere. Infatti, in questo testo, “L’equilibrista di Dio“, parlo diffusamente anche di “Colui che si mette di traverso”.
colui che si mette di traverso
Senza tanti giri di parole: il diavolo. Non si tratta di deresponsabilizzare l’uomo (e anche il sottoscritto) da eventuali errori, quasi come se le deviazioni che lo vedono protagonista fossero solo opera degli impedimenti del Maligno. Niente affatto. Né bisogna essere un “fissato” del Male per intuirne la sua presenza – che fa spesso capolino nella vita di tutti i giorni – e parlarne senza tabù, per mettere in guardia se stessi e gli altri. Tanto più se si è credenti e cristiani.
Non possiamo glissare sull’argomento come se la cosa non ci tocca, non ci riguardi più di tanto. Prima di tutto perché faremmo un torto enorme a Cristo (alla Sua vittoria sulla morte e all’Opera di Redenzione) e alla Sua Chiesa – visto gli insistenti richiami, da sempre -, e poi perché,come ha scritto la brava Marina Corradi, su Avvenire di oggi, il fiato del demonio si incrocia spesso con la nostra libertà.
basta una piccola crepa
Pertanto, le due posizioni contrapposte – ed errate – di negarne l’esistenza o di attribuire solo a lui il Male presente nel mondo, sono da rigettare: il diavolo esiste, eccome, e può infilarsi nelle fessure delle nostre miserie (tutti ne abbiamo, a sufficienza), basta una piccola crepa, un pensiero morboso e seducente, una tentazione coltivata, un piccolo cedimento, per fare spazio, in noi, al serpente viscido e velenoso (menzognero e omicida fin dal principio), solo una piccola crepa …
Ma è pur vero che per restarci, e sopravvivere, ha bisogno del nostro consenso, del nostro cuore. Ed è lì, in quel confine, dove si fanno le scelte che contano,che si combatte la Buona Battaglia. E quindi, è il cuore che bisogna custodire!
C’è chi cerca di farlo attraverso una fede esteriore e superficiale, in maniera incoerente e scandalosa (incuranti del grido di Gesù, che ancora oggi risuona nei nostri orecchi: “Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”), o chi continua a confidare solo su se stesso, a seguire cammini “personalizzati”, auto-realizzativi, o norme particolari che niente hanno a che fare con la purità – e l’integrità – dell’uomo. Se il cuore è sgombro dell’essenziale –quindi senza Dio, e senza Fede – è più facile che il serpente possa annidarsi in qualche angolo, indisturbato, e covare le sue uova putrefatte.
ma noi continuiamo a fare da soli
Non è difficile intuire ciò che nascerà dallo schiudersi di queste “deposizioni”. Eppure Nostro Signore è stato fin troppo chiaro: “Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adultèri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie. Queste sono le cose che rendono immondo l’uomo …” (Matteo 15, 19).
Ma noi continuiamo a non seguirlo, continuiamo a fare da soli. E da soli, si sa, siamo in balia del Male. Eppure abbiamo la Parola, i Sacramenti, lo Spirito di fortezza e di santità, tutto a portata di mano. E, non per ultimo, Maria, Colei che combatte contro il Male, accanto al Figlio Redentore, e che – antropologicamente parlando – è anche il modello umano da seguire, che ci supporta e ci sostiene in questa lotta. Non fosse altro perché Lei, con il suo esempio, ci porta sempre dalla parte di Cristo, e insieme a Lui non abbiamo niente da temere.
E allora è il cuore, dicevo, che bisogna custodire, e curare. Proprio come fece Maria, con la sua purezza, la sua umiltà e la sua devozione. Si lasciò guidare da Dio, divenne Moglie e Madre esemplare, si sacrificò per la Famiglia, fino alla fine dei suoi giorni. Amò, e rispettò, Giuseppe, quel marito così tenero e forte, così comprensivo e premuroso. E poi Gesù, quel Figlio così speciale, lo amò di un amore smisurato, mentre lo guardava crescere, lo vedeva operare, lo sentiva parlare, pregava con Lui, si fidava di Lui.
E intanto custodiva tutte queste cose nel Suo cuore …
Crescenzo Marzano
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