Le guerre iniziano con la lingua
“Le guerre iniziano con la lingua”. Sono davvero delle sante parole, proferite dal Pontefice. Da una lite, spesso nascono omicidi. Da una parola di troppo, si scatenano litigi. Così dalle parole iniziano le guerre. “Il pettegolezzo – ha detto Papa Francesco – distrugge tutti gli ambiti della vita, come la famiglia, la scuola, il posto di lavoro o l’amicizia”.
Un’altra cosa che torna utile ricordare a noi cristiani è il discorso di Gesù sulla pagliuzza e la trave. Infatti siamo abituati a parlare dei difetti degli altri, quasi come se noi fossimo perfetti. A tal riguardo Papa Francesco dice:
“È sempre utile aiutare gli altri con saggi consigli, ma quando osserviamo e correggiamo i difetti del prossimo, dobbiamo anche essere consapevoli che anche noi abbiamo dei difetti. Se credo di non averne, non posso condannare o correggere gli altri, tutti abbiamo dei difetti, e tutti noi dobbiamo esserne consapevoli. Prima di condannare gli altri dobbiamo guardare a noi stessi”.
Il Santo Padre ha evidenziato la domanda: “Può un cieco condurre un cieco?” Naturalmente se io sono un impaziente, non posso dire ad un mio fratello che deve avere più pazienza…Sarebbe ipocrisia.
Bisogna seguire l’unico vero esempio: Gesù
Il Pontefice ha ricordato la saggia espressione in cui Gesù da come modello di maestro e guida da seguire: “Un discepolo non è altro che il maestro, ma chiunque sia ben preparato sarà come il suo maestro” e ha spiegato “ Si tratta di un invito a seguire il suo esempio e il suo insegnamento per essere guide sicure e sagge“.
“Questo insegnamento è contenuto soprattutto nel discorso sulla montagna, che per tre domeniche la liturgia ci ha offerto nel Vangelo, indicando l’atteggiamento di dolcezza e misericordia di essere persone sincere, umili e giuste“, ha detto Papa Francesco.
Il Pontefice ha voluto sottolineare un’altra domanda significativa che ci esorta a non essere presuntuosi e ipocriti: “Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?”.
Il Pontefice ha affermato: “Molte volte, come tutti sappiamo, è più facile o comodo distinguere e condannare le colpe e i peccati degli altri, senza poter vedere i propri con la stessa lucidità. Nascondiamo sempre i nostri difetti, li nascondiamo anche a noi stessi, d’altra parte è facile vedere i difetti degli altri”, mettendoci in guardia.
Francesco ha voluto ricordare un altro insegnamento di Gesù: “Non c’è un albero buono che produce frutti cattivi, né c’è un albero cattivo che produce frutti buoni. Infatti, ogni albero è riconosciuto dal suo frutto” e ha spiegato che “i frutti sono azioni, ma anche parole. La qualità dell’albero è nota anche dalle parole. Infatti, chi è buono toglie il bene dal suo cuore e dalla sua bocca, e chi è cattivo toglie il male, praticando tra noi l’esercizio più distruttivo che mormora, pettegolezzi, parla male degli altri. Questo distrugge! Distrugge la famiglia, distrugge la scuola, distrugge il posto di lavoro, distrugge il quartiere. Le guerre iniziano con la lingua“, ha ricordato Papa Francesco.
Al termine della sua riflessione prima di pregare l’Angelus, il Pontefice ci ha esortato a pensare a questo insegnamento di Gesù e a chiederci: “Parlo male degli altri? È più facile per me vedere i difetti degli altri che i miei? Cerchiamo di correggerci almeno un po’. Ci farà bene a tutti noi. Per fare questo, ci ha esortato ad invocare il sostegno e l’intercessione di Maria per seguire il Signore su questa via”.
Scopri di più da Annalisa Colzi
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.