LE CATENE DI SATANA SI SPEZZERANNO
Cara Annalisa, ho deciso di raccontarti la mia sofferenza, per far capire a coloro che ancora non ci credono che Satana esiste.
I miei problemi risalgono a tanti anni fa, quando ero ancora lontana dalla fede. A quei tempi attribuivo i miei vari malesseri a problemi psicosomatici.
Un giorno però mi scontrai con la Misericordia di Dio e da quel momento iniziai un cammino di fede; inizialmente con periodi di fervore alternati a periodi di distacco, ma dopo qualche anno, in modo molto intenso, con preghiera continua, Messe quotidiane e Sacramenti frequenti.
Passarono due anni da quel mio fervore spirituale e un giorno accompagnai una signora da un’esorcista. Durante la preghiera iniziai a stare male più io di lei.
Emerse il demonio, e in brevissimo tempo le mie sofferenze iniziarono a raggiungere apici intollerabili.
Ogni martedì alle 12 inizio a provare dolori insopportabili in tutto il corpo, ma soprattutto su testa, schiena e pancia; tutti i dolori che vissi prima dell’uscita del demonio erano tanto forti da farmi piangere e svenire, ma ciò che vivo oggi è tutta un’altra cosa; è infinitamente peggio.
Come dicevo, i dolori iniziano alle 12, aumentano di intensità, e verso le 18 inizio a vomitare (feci, liquido tipo urina, schiuma, liquido denso biancastro, a volte sabbia, liquido verde intenso, a volte grumi di sangue). Quì il dolore è all’apice e impazzisco letteralmente. In questi momenti, se ne avessi la forza fisica, talvolta mi ucciderei, oppure grido al demonio di uccidermi; talvolta lo grido al Signore.
Spesso riesco a vomitare perché chiedo alla Madonna o a Dio di ordinarne la fuoriuscita.
Verso le 21 termina il vomito, dopodiché il dolore comincia a diminuire gradualmente; alle 15 del mercoledì, tutto cessa di colpo. Tutto ricomincia nuovamente al venerdì, per terminare al sabato mattina o pomeriggio.
Durante le torture vedo i demoni, vedo gli strumenti che adoperano per straziarmi, sento il loro effetto. Possono usare bastoni per colpirmi la testa, morse per spappolarla, sciabole per aprirla, materiali vari da conficcarmi in varie parti del corpo. Mi sento bruciare tanto che nemmeno i panetti di ghiaccio mi danno sollievo. Internamente sento come se degli animali dentro un sacco (il mio corpo) cercassero di uscire perché qualcuno li colpisce ripetutamente. Al di fuori delle torture ho dolori quasi continui che mi rendono molto difficoltoso portare avanti i miei impegni.
Tutto questo, che io chiamo torture, vedo che peggiora, intensificandosi nel tempo.
Dal momento in cui è venuto allo scoperto il demonio ho perso quasi totalmente l’autosufficienza. Ho ovviamente perso la carriera. Non posso più lavarmi, farmi da mangiare, pulire la casa, camminare, guidare, stare in piedi, stare in mezzo alla gente, parlare.
Solo gli esorcismi incidono sulla mia situazione dandomi qualche momento, ora o giorno di tregua. Purtroppo gli esorcismi sono poco frequenti.
Durante la sospensione estiva degli esorcismi, per qualche settimana ho riacquistato un po’ di autosufficienza, ma poi sono tornata gradualmente come prima; quando è giunta l’ora di riprendere gli esorcismi le torture si sono intensificate.
Tutto quello che dipende da me per combattere, lo faccio con costanza; mi impegno molto; i giorni in cui non ho le torture, sono molto disciplinata: Santa Messa (se riesco a camminare), quante più corone del Rosario possibili (minimo 3), preghiere varie, molta lettura di cose sante, molto ascolto di catechesi, confessione settimanale, impegno nel conseguimento delle virtù, esercizi spirituali mensili. Questo ormai è il mio lavoro, e ci dedico tutta la giornata.
A volte sono talmente fisicamente e psicologicamente spossata dalle torture, che per qualche giorno pianifico un modo per uccidermi, ma la cosa che mi frena maggiormente è la paura di finire all’inferno.
A parte queste giornate sono sempre più serena, soddisfatta, realizzata e gioiosa nel tempo; più di quanto lo fossi prima.
Gesù mi ha concesso la grazia di vivere questa situazione come una grande opera di Misericordia, per la mia purificazione, per la conversione che c’è stata di tutta la famiglia e, probabilmente, per aiutarLo, attraverso la sofferenza, a salvare anime; io Gli sono infinitamente debitrice, perché mi ha salvata con la sua passione e morte, e mi ha donato una grande sete di Lui; voglio farmi santa, così come Lui esige da noi. Tuttavia la battaglia non è terminata; spero tanto di salvarmi e che la mia sete di Lui non si fermi fino alla morte, ma sono sicura che il Signore mi libererà.
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