La vita scorre inesorabile, ecco perché dobbiamo viverla bene
La vita scorre inesorabile, non ti da nemmeno il tempo di pensare….ma nessuno o pochissimi, si impegnano a viverla facendo del bene, pensando che un giorno dovremo rendere conto a Colui che ci ha creati: ” La vita non dura per sempre su questa terra”.
Va vissuta, sfruttando ogni minimo momento per accumulare tesori in cielo. Ma prima di ACCUMULARE bisogna CREDERE e prima di credere bisogna avere FEDE.
Detto ciò, è chiaro che la vita scorre inesorabile, aldilà di ciò che sei o fai. E’ come un treno che corre, e si fermerà solo alla fermata che Dio ha prestabilito per te.
Dopo la vita c’è la morte per tutti
La vita quando sarà finita su questa terra, inizierà quella eterna, sta a noi decidere se viverla da beati o viverla da dannati. Fortunatamente esiste il purgatorio ma qui ci va solo chi:
- Muore in peccato veniale.
- Si pente dei peccati commessi.
- Chiede misericordia a Dio.
Parlando di un’anima che muore secondo le condizioni sopra citate, possiamo affermare che uscita dalla vita presente, supplisce nel purgatorio l’insufficienza delle sue espiazioni, il corpo, che ha abbandonato, ritorna alla terra, in esecuzione della sentenza inflitta ad Adamo e alla sua discendenza all’inizio del mondo (Gen 3,19).
Ma la giustizia è anche amore per il corpo del fedele, come lo è per l’anima. L’umiliazione del sepolcro è giusto castigo del primo peccato, ma san Paolo ci fa vedere in questo ritorno dell’uomo al fango dal quale è stato tratto una seminagione necessaria alla trasformazione del grano predestinato, che deve un giorno riprendere vita in condizioni ben diverse. In effetti, la carne e il sangue non potrebbero possedere il regno di Dio, né potrebbero gli organi destinati a dissolversi raggiungere l’immortalità. Frumento di Cristo, secondo l’espressione di Sant’Ignazio di Antiochia, il corpo dei cristiani è gettato nel solco della tomba, per lasciarvi alla corruzione la forma del primo Adamo con il suo peso e le sue infermità; ma per virtù del nuovo Adamo, che lo riforma a propria immagine, dalla tomba uscirà tutto celeste, spiritualizzato, agile, impassibile e glorioso. Onore a Colui che volle morire come noi, per distruggere la morte e fare della sua vittoria la nostra vittoria.
La voce del giudice
Il Purgatorio non è eterno e la sentenza del giudizio particolare, che segue subito la morte, varia in modo infinito quanto alla durata. Può durare per secoli per anime particolarmente colpevoli o per anime, che, essendo escluse dalla comunione della Chiesa cattolica, restano prive dei suffragi della Chiesa stessa, sebbene la misericordia di Dio le abbia strappate all’inferno.
Tuttavia la fine del mondo e di quanto esiste nel tempo deve porre fine all’espiazione temporanea e Dio saprà conciliare la sua giustizia e la sua grazia per la purificazione degli ultimi uomini e supplire con l’intensità della pena espiatrice a quanto potrebbe mancare nella durata.
Per quanto riguarda il corpo la sentenza del giudizio particolare è sospensiva e dilatoria e lascerà il corpo del giusto come quello del reprobo alla comune sorte della tomba. Il giudizio finale invece avrà carattere definitivo e registrerà per il cielo o per l’inferno soltanto sentenze assolute, immediatamente e totalmente esecutorie.
Viviamo dunque nell’attesa dell’ora solenne in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio. Colui che deve venire verrà, non può tardare, ci ricorda il Dottore delle genti (Ebr 10,37; Ab 2,3). Il suo giorno verrà all’improvviso come un ladro, ci dicono come lui (1Ts 5,2) il Principe degli Apostoli (2Pt 3,10) e Giovanni, il prediletto (Ap 16,15) facendo eco alla parola del Signore stesso (Mt 24,43): come il lampo esce dall’oriente e brilla già fino all’occidente, così sarà l’arrivo del Figlio dell’uomo (ivi 27).
La vita scorre inesorabile, quindi viviamola bene, non facciamo gli snob o sgradassi, dicendo: DIO NON ESISTE. NON C’E’ VITA DOPO LA MORTE. Non sono qui per convincerti il contrario, perché un cristiano e un cristiano non deve convincere ma testimoniare. Dio ci lascia LIBERI, e in quanto liberi, sta a noi scegliere cosa farne di questa breve esistenza. Caro amico mi domando spesso: ma vale la pena vivere una esistenza dolorosa, fatta di sofferenze, di gioie fugaci, di lacrime abbondanti, di rinunce inevitabili, per poi vivere per sempre nella dannazione? Non è più intelligente invece vivere questa brevissima vita nel bene, offrendo ogni sofferenza per amore per poi entrare nella gloria di Dio che sarà eterna? RIFLETTI!
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