La virtù della mitezza è la presenza della pace interiore
Gesù disse: ” Imitate me che sono mite e umile di cuore” Gesù quindi non parla della purezza, non parla dell’obbedienza oppure non ci dice imitate me e basta. Il suo ordine è chiaro: Imitate me che sono mite e umile di cuore. LA VIRTU’ DELLA MITEZZA E DELL’UMILTA’. Come mai? Queste due virtù solamente?
Sant’Ambrogio diceva:
Se il fine supremo delle virtù è il progresso delle masse, la mitezza, indubbiamente, è la virtù che eccelle su tutte. Essa non suscita il risentimento delle persone che giudica colpevoli, anzi, dopo averle condannate, le mette in condizione di farsi perdonare. E’ la sola, inoltre, che, emula del dono divino della redenzione universale, ha esteso i confini della Chiesa, frutto del sangue del Signore, esercitando un’azione moderatrice con consiglio salutare e di natura tale che le orecchie degli uomini sono in grado di prestare ascolto, le menti non fuggono lontano, gli animi non nutrono timore. (Dagli scritti dei Padri della Chiesa vol.1)
La virtù della mitezza dunque, mostra un volto misericordioso, mostra pace interiore, mostra la redenzione universale. In un certo senso è il volto della carità e dell’amore. Come infatti ci dice anche San Paolo, la carità non si adira ma è mite, dolce, mansueta e chi è mansueto e mite è anche obbediente e sottomesso.
Nella Sacra Scrittura anche Salomone dice: “La dolcezza ha il compito di lenire la giustizia. Con quale animo, infatti, si potrebbe sottoporre alle tue cure chi hai in antipatia ed è convinto che sarà non già oggetto di pietà, bensì di disprezzo da parte del suo medico?” Queste parole fanno ben comprendere che la virtù della mitezza abbraccia la giustizia ma la lenisce. Dio non è solo giusto ma anche MISERICORDIOSO, ecco perché il Signore ci chiede di essere come Lui; MITI!!!
E ritornando a Sant’Ambrogio, egli ci ricorda che Gesù ha avuto misericordia di noi non per allontanarci, ma per chiamarci a sé. E’ venuto mite, umile. Ha detto: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati, e io vi ristorerò”. Da queste parole possiamo dedurre che sulla terra la misericordia prevale. Gesù è pronto a perdonare colui che chiede il suo perdono, e lo fa con mitezza e con umiltà, tendendo la sua mano divina all’uomo miserabile.
La mitezza quindi racchiude altre virtù, come la capacità di perdonare, la forza di sapersi donare, la capacità di contenere la pazienza verso l’ignobile, il peccatore, e l’operatore di iniquità.
Riprendendo le parole di Sant’Ambrogio, possiamo anche noi affermare che il Signore guarisce senza eccezioni, senza riserve perché è MITE ED UMILE. A ragione, ha scelto discepoli che, interpreti del suo volere, raccogliessero e non tenessero lontano il popolo di Dio. Ovviamente, non sono da annoverare tra i discepoli di Cristo coloro i quali pensano che la durezza sia da preferire alla dolcezza, la superbia all’umiltà e che, mentre invocano per sé la divina pietà, la negano agli altri.
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