La bellissima testimonianza di Jhonny sacerdote colombiano
L’esperienza è quella di un sacerdote colombiano, esperienza unica! Siamo a Medjugorje. Arrivati il nove di maggio e quindi non ci sono apparizioni. Mirjana si incontra con la Madonna il due di ogni mese e noi siamo consapevoli di questo. Alla vista dei due campanili all’arrivo, fa subito riscontro una folla di pellegrini che non è quella delle grandi occasioni. Alcune centinaia di persone che si aggirano per la cittadina anziché le migliaia che siamo abituati a vedere nei giorni in cui ci sono le apparizioni. Ma questa è la Medjugorie che preferisco. La Medjugorie che ti consente di andare in ogni luogo sacro e pregare senza paura di essere disturbati dal vociare….ma questa è una cosa mia personale.
È il mese di Maggio e saremo a Medjugorje anche il giorno 13 , festa della Madonna di Fatima. Questo è sufficiente per tenermi con lo spirito altissimo, in un contesto in cui continuo a respirare aria di Paradiso. Mi muovo lentamente da un posto all’altro del paesino bosniaco. Nel pomeriggio sono andato a recitare un Rosario sulla tomba di padre Slavko, poi sono tornato indietro verso la spianata, recitando un altro davanti al Crocifisso del Cristo Risorto. Anche lì un miracolo a cielo aperto. Le solite persone in fila ad aprire gli occhi e la bocca sbalorditi, ogni volta che sulla gamba della Statua si forma, dal nulla, una lacrima umana. Ma il miracolo che voglio raccontare è un altro. È il pomeriggio del 12 maggio. Si è sparsa la voce che Ivan, il veggente che vive in America, sia a Medjugorje. La notizia viene confermata da una notizia più grande ancora. Alle 22 ci sarà un’apparizione straordinaria ad Ivan, sul Monte Podbrdo. Questo è il regalo che la Madonna ha voluto farci durante il mese mariano. Eravamo andati per respirarla, ci ritroviamo li per incontrarla.
Tutti i gruppi di pellegrini, terminata l’Adorazione alla Croce, corrono in albergo prendendo le direzioni di tutte le viuzze che si allontanano dalla Chiesa di San Giacomo. Il cielo è ormai buio, risaltano soltanto le luci dei negozietti sempre aperti. Dopo cena, i gruppi si organizzano per salire sul Podbrdo ed assistere all’apparizione. Io sono fra quelli. Anzi sono da solo visto che ho deciso di incamminarmi a piedi recitando una corona del Rosario. Giungo ai piedi del Podbrdo che già altri gruppi stanno salendo. Le rocce sono sempre le stesse, frastagliate e alle volte appuntite solo che questa volta saliamo di notte e allora tiro fuori, come tutti, il mio telefonino dalla tasca e mi faccio luce per non inciampare.
C’è chi sale pregando. Chi parla. Chi fa silenzio. Tra questi ci sono io che oramai sono quasi arrivato a pochi metri dalla Statua della Gospa. Pochi minuti ancora e arriva anche Ivan. Durante l’apparizione compare nitido nel cielo stellato un arco di luce. Lo hanno visto in tanti, pure io. Ma come al solito non ci abbiamo capito niente. Lì sei preso da qualcosa che ti tiene stretto tra le Sue mani. Ma il miracolo che voglio raccontare non è nemmeno questo. Con noi, nel gruppo, c’è un sacerdote colombiano. Ha meno di trenta anni. Bravissimo, buono, preparato e disponibile. L’ho visto salire sul Podbrdo assieme a me prima dell’apparizione ma poi l’ho perso di vista. È in mezzo alla folla, da solo, durante l’apparizione quando interiormente, con il cuore, si rivolge alla Madonna che crede presente su quella collina e dice ad occhi chiusi: “Madre io ti amo!” È una bellissima dichiarazione d’amore di un figlio verso una madre. Ma solo lui poteva sapere di avere fatto quella dichiarazione. Solo lui sapeva di avere avuto quello slancio d’amore. Era una dichiarazione fatta col cuore e non con le labbra. Nessuno poteva sentirlo. L’apparizione è oramai finita. Alcuni si intrattengono vicino alla statua. Io sono tra quelli che immortala la Madonna in marmo in una fotografia da riportare a casa. Il sacerdote invece si è avviato per la via del ritorno e con il suo telefonino fra le mani sta illuminando quelle rocce benedette, cercando di non inciampare. A metà percorso, un gruppo di italiani si sta affannando nel salire il Podbrdo. La guida di questo gruppo, una signora, ha uno sguardo tutto rassegnato nel vedere che tutte le migliaia di pellegrini stanno scendendo. Non ce l’hanno fatta. Sono arrivati in ritardo e hanno perso l’evento. Così la guida, si ferma, alza lo sguardo affaticato, e tra i tanti sacerdoti che scendono ferma proprio il nostro prete colombiano.
Dice la guida del gruppo. “Padre, padre…non abbiamo fatto in tempo per l’apparizione, abbiamo fatto tardi. Ci farebbe una benedizione?” Il prete colombiano sorride, annuisce, si ferma, mette il telefonino nella sua tasca e si raccoglie con le mani giunte e gli occhi chiusi. Poi in un italiano mezzo spagnolo, recitando la preghiera della benedizione, alza sguardo e mano destra verso l’alto e termina quel momento solenne dicendo: “scenda su di voi la benedizione di Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo”. La signora che ha di fronte, la guida, è ferma, quasi interdetta. Il padre non capisce poi ad un certo punto, mentre il padre la guarda con un sorriso la donna dice: “Padre, mentre ci impartiva la benedizione, ho sentito chiaramente una voce di donna che mi chiedeva di dirle….che anche Lei vi ama!“.
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