La scrittura automatica è una porta per satana
Tutto nacque quando feci la conoscenza di Amanda, una ragazza di origine brasiliana, che mi disse: «Ho un’amica che parla con i defunti attraverso la scrittura automatica. Lei appoggia solo la penna su un foglio e la penna si muove da sola. Perché non proviamo insieme?».
Fu così che caddi nell’errore e nella dipendenza dalla scrittura automatica. Nel frattempo rimasi incinta e gli spiriti mi dissero quando sarebbe nata la bambina.
Subito dopo il parto, mi trovavo ancora in ospedale, vidi, mentre stavo tornando dal bagno, come una gatto nero sopra il mio letto. Sentii un brivido di gelo, ma subito sentii l’impulso di «scrivere». Lo scritto diceva: «Non ci potremo sentire fino a quando la bambina non avrà tre mesi».
Passati i tre mesi, ripresi con la scrittura automatica. Mi alzavo di notte, sentivo voci e mi ero isolata da tutti. Ero diventata schiava perché ogni cinque minuti sentivo l’esigenza di fare scrittura automatica. La voce mi dava ordini perentori su ciò che dovevo fare. Poi mi diceva cose buone come pregare e far battezzare la bambina, ma mi spronava anche a portare fiori a certi incroci di cui mi aveva parlato Amanda e che lei stessa faceva come rito.
Ben presto sono come impazzita. Non ero più io a parlare in certi momenti. Un giorno mi recai da un sacerdote, anche se non andavo in Chiesa, per farmi benedire alcune cose, tra cui un cornetto portafortuna. Il padre quando vide il cornetto mi disse che non poteva benedire oggetti superstiziosi, al ché io mi arrabbiai e avemmo una discussione. Al momento in cui risalii in macchina il sacerdote mi buttò dentro la macchina dell’acqua benedetta. Non ricordo cosa gli dissi ma ricordo che partii come una furia e mi recai in un posto sperduto e, dentro di me, iniziai a percepire un’altra presenza. In quel momento passò un gatto nero e la voce mi disse che questo gatto me lo aveva mandato il prete.
Tornai a casa ma la notte la voce mi ordinò di gettare via tutte le immagini sacre. Ricordo che su un quadro della Madonna, dopo che lo ebbi gettato in terra, iniziai a camminarci sopra. Quella notte fumavo e bevevo spumante in continuazione. Tutte le immagini sacre, aiutata da mio marito, furono gettate in un fosso, poi la voce mi ordinò di andare nel cimitero per portare qualcosa di cui non ricordo.
Tornata a casa diedi in escandescenze. Fu una notte fu così terribile che dovettero tenermi ferma sul letto. Le mie urla erano arrivate fino al piano di sopra dove abitavano i miei. Mio padre scese al mio piano tirando una bestemmia.
Io vedevo tutto ma il mio corpo non riuscivo più a comandarlo. Sentivo ma non riuscivo a parlare, eppure ad un certo punto sentii la mia voce che diceva a mio padre: «Se tu continui così io da qui non me ne andrò mai». Allora mio padre risalì in casa sua, staccò un quadro del Sacro Cuore di Gesù e di Maria e tornò da me. In quell’istante avvenne la conversione di mio padre.
La preghiera andò avanti per tutta la notte e infine mi ripresi ma da allora ho dovuto iniziare un percorso di liberazione.
Fate attenzione alla scrittura automatica perché gli spiriti o i presunti defunti che si presentano, altri non sono che demoni.
Scopri di più da Annalisa Colzi
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