La santità non ha colori
E’ davvero triste, vedere che oggi nel 2022, non abbiamo ancora superato il razzismo. Ancora vediamo l’altro con disprezzo, solo perché la sua carne è di un altro colore. Devo dirlo con rammarico, che anche tra i cristiani ci sono razzisti. Anche noi cristiani pensiamo che chi è nero non può farsi santo. Me ne accorgo quando un sacerdote di colore cammina per strada; alcuni non lo salutano, se invece passa un sacerdote bianco, subito parte il sorriso ed il saluto.
Questa diversità esiste anche tra i prelati. Alcuni sacerdoti di colore, rimangono sempre lì come di supporto, eternamente viceparroci o tappabuche. Non dovrebbe essere affatto così. Non c’è colore nella santità. San Martino de Porres ne è un esempio lampante.
Era figlio di Giovanni de Porres, un nobile cavaliere spagnolo emigrato in America in cerca di fortuna, e della giovane panamense, Anna Velasquez. Essi però non erano sposati. Dalla loro unione nacque poi un’altra bambina che, insieme a Martino, soltanto alcuni anni più tardi il padre riconobbe come figli suoi. Martino crebbe molto devoto, robusto e intraprendente.
Dal lato paterno non era tanto amato possiamo dire solo perché nato da una nera, (molto probabilmente perché ritenuta una schiava, una serva. In quel periodo siamo nel 1600 circa, c’era tanto razzismo e schiavitù).
Il padre si disinteressava di San Martino, e per questo, il giovane futuro santo, cercò lavoro presso un farmacista e poi presso un barbiere-chirurgo. In seguito sentì la chiamata alla vita religiosa. Entrò come “oblato” tra i Domenicani del convento di Nostra Signora del Santo Rosario di Lima, e qui scalò rapidamente le vette della santità.
Poiché era molto attivo, riusciva a svolgere più lavori insieme, ma, nonostante ciò, si riteneva un buono a nulla e la sua umiltà non gli faceva vedere quanto in vece fosse caro ai suoi superiori, soprattutto per i suoi buoni esempi. Sia che spazzasse, sia che assistesse gli infermi o che svolgesse altri incarichi, con la mente era sempre unito a Dio. La cappella che visitava più di frequente era quella dedicata alla Vergine Maria, alla quale si raccomandava ardentemente perché lo preservasse da ogni peccato.
Questo Santo di colore, ci fa comprendere che possiamo essere bianchi, neri, gialli, mulatti, non cambia nulla, la santità non ha colori.
Questo santo grandioso, la cui storia famigliare non fu tra le più felici e onorifiche, riuscì a spezzare ogni forma di razzismo, a dimostrare che la Grazia di Dio è per tutti. Basta leggere la sua storia, per scoprire i numerosi miracoli che per sua intercessione avvenivano. Un santo che si sollevava da terra ogni volta che pregava. Riflettiamo e impariamo a guardare aldilà del nostro colore.
Scopri di più da Annalisa Colzi
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