La preghiera egoista che solleviamo al cielo
Sembra strano ma è così. Esiste la preghiera egoista, quella più comune, quella che per la maggior parte si solleva al cielo. Ma cosa intendo per preghiera egoista? E’ quella preghiera che supplica e chidere solo miracoli, grazie e beni, per i propri cari, per le persone che amiamo e basta.
E’ giusto pregare per i propri figli, per i propri cari, per il marito, per la moglie, ecc ecc ma tra le nostre preghiere ci dovrebbe essere sempre un piccolo spazio per il prossimo. Per quelle persone di cui non conosciamo nè nome, nè faccia, nè il suono della voce, ma che un giorno in cielo ci diranno, grazie, la tua preghiera mi ha salvato da quel peccato che stavo per commettere… da quel pensiero di suicidio, da questo da quello…. Chi prega per gli altri ha già assicurato la preghiera per se stesso.
E’ importante certo pregare per la conversione del marito, del papà, del fratello, della moglie, del cugino e così via, ma quello che è ancora più importante è pregare non solo per chiedere, ma per lodare, per ringraziare Dio, dei doni concessi. Del dono della vita, del dono delle persone che amiamo e che ci amano, del dono del sole, del dono dell’acqua, del cibo che mettiamo a tavola. Su quante cose abbiamo da dire grazie. Dobbiamo poi, pregare per conoscere il Signore, non soltanto quindi per chiedere. Come possiamo vedere ci sono tanti e tanti altri motivi per pregare.
C’è chi chiede e basta
La preghiera egoista è quella per cui si solleva solo per chiedere. Chi prega solo quando ha bisogno di qualcosa, non sempre viene esaudito perché si deve pregare non solo per chiedere. Se riflettiamo, Gesù non ha solo detto; CHIEDETE ED OTTERRETE, ma ha anche detto: CERCATE E TROVERETE, BUSSATE E VI SARA’ APERTO. Che è ben diverso dal chiedere. Cercare, vuol dire cercare la sua gloria, cercare il motivo della nostra vita. Che ruolo ho io? Cosa vuole il Signore da me? A cosa sono stato chiamato? E devo mettermi alla ricerca che solo attraverso la preghiera io potrò trovare il senso della mia vita, il senso delle cose, cercare in Dio perché è Lui la VIA. Poi ha detto di bussare, a cosa? Alla porta di Dio. Affinché Lui un giorno ci apra la porta della vita. Apra la porta del nostro sepolcro e ci permetta di uscire e rinascere. Apra quella porta del nostro cuore, chiusa con mille lucchetti, affinché impariamo ad amarlo e ad amare. Come possiamo vedere, dobbiamo pregare non solo per chiedere ma per tante altre cose.
Dobbiamo pregare per bussare alla porta di Cristo, affinché aprendoci, noi possiamo finalmente conoscerlo; non c’è modo diverso per farlo cari amici miei se non attraverso la preghiera personale e liturgica. Noi dobbiamo innamorarci di Dio. E’ naturale non avere fede in Lui se non preghiamo. E’ naturale vacillare fino a cadere, se non preghiamo. E’ ovvio perderci nel mondo se non preghiamo. Non possiamo vivere se non mangiamo; la preghiera è cibo che sfama. Non possiamo vivere se non beviamo; la preghiera è acqua che disseta. Non possiamo vivere se non respiriamo; la preghiera è aria che ci fa respirare aria pulita. Essa ci rafforza, ci guida, ci mostra il volto di Dio. Dobbiamo allora imparare a pregare. Imparare a comprendere cosa vuol dire pregare.
Chiediamo solo cose materiali
La preghiera egoista è quella che vuole senza dare niente in cambio, e chiedere solo cose materiali, vuol dire avere non solo le mani chiuse ma anche il cuore.. Se invece chiediamo grazie spirituali ( il dono della fede, della conversione, il dono delle virtù, l’amore per il prossimo, e tanti altri) è come dire: “Gesù voglio quello che vuoi tu, voglio piacerti, voglio essere come tu mi vuoi…” Chiediamo soprattutto i doni dello Spirito Santo, perché se lo Spirito del Signore è su di noi, avremo tutto, non ci mancherà niente.
Scopri di più da Annalisa Colzi
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.