La potenza della preghiera
Credo che oggi si prega poco perché non abbiamo ancora compreso la potenza della preghiera. Purtroppo c’è chi pensa che un’ave Maria, oppure una recita di un semplice eterno riposo, sia solo un modo per dare aria alla nostra bocca. Che triste pensiero!
E’ questo l’errore più banale che commettiamo; pensare che sia inutile pregare. Eppure è proprio la potenza della preghiera che ha fermato le guerre, le carestie, le pesti…. Proprio la preghiera ha risanato i corpi malati, e addirittura risuscitato i morti.
Ciò che manca alla nostra preghiera? E’ proprio la potenza! Qual è questa potenza? LA FEDE. Si, perché se cuciniamo senza voglia, ne viene fuori un piatto davvero deplorevole e disgustoso, ma se cuciniamo con amore e desiderio, di certo avremo un piatto prelibato.
Non è quindi la preghiera ad essere inutile, ma siamo noi a dare forza alla preghiera. Se anche le preghiere recitate male hanno una loro validità, pensiamo a quanto valore hanno se fatte con fede. Se poi aggiungiamo anche la perseveranza, allora la riuscita di essa è certa.
Niente può fermare una preghiera fatta con il cuore, questo è da tenerlo sempre a mente. Un episodio che conferma tutto quanto detto, ci viene proprio dal beato padre Tito Brandsma, frate carmelitano olandese, arrestato dai nazisti e portato in un campo di concentramento.
Soffrì maltrattamenti ed agonie fino alla morte che avvenne nel 1942. Nel campo di concentramento gli tolsero ogni cosa: il messale, il breviario, la corona del rosario. Il Beato, rimasto senza nulla, si attaccò alla preghiera ininterrotta del Santo Rosario, servendosi delle dita per contare le Ave Maria.
Un suo compagno di prigionia gli fece una corona con dei pezzetti di legno legati da sottili fili di rame incidendogli una piccola croce su un bottone della casacca, così da non far notare nulla. Su quella crocetta il Beato Tito, appoggiava la mano mentre pregava provando l’impressione di appoggiarsi alla croce di Gesù lungo il cammino spossante che doveva fare ogni giorno per recarsi ai lavori forzati.
Cosa avrebbe fatto il beato Tito Brandsma se non avesse avuto il conforto della preghiera? Essa eleva l’anima e quando i piani di Dio non comprendono la guarigione fisica o in questo caso, la liberazione; essa ci dona pace e rassegnazione ma soprattutto la forza di compiere la volonta di Dio fino in fondo.
Scopri di più da Annalisa Colzi
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