Io non danzo con gli indiani di Tex
di Sabina Cantoni Tognetti
Nessuno potrà mai scordare quanto è accaduto lo scorso anno in Francia. Carneficine messe in atto da pazzi fanatici che nulla possono avere a che fare con la religione, qualunque essa sia.
Ho letto che, due domeniche fa, si è svolta la cerimonia di conclusione delle celebrazioni con le quali, per tutta la settimana, si è voluto ricordare il primo triste anniversario degli attacchi terroristici a Charlie Hebdo e ad un minimarket ebraico che causarono 17 morti.
Il presidente francese François Hollande ha scoperto una lapide dedicata alle vittime degli attentati islamisti ai piedi della “quercia della memoria”, piantata a Place de la Republique per ricordare gli attacchi che l’anno scorso hanno sconvolto Parigi, quercia che da ora in poi sarà sempre illuminata.
Mi sono un intristita,. In principio certo per tutte quelle vittime; ma poi anche perchè mi è venuto in mente un articolo letto alcuni mesi fa:
“Vietata” in Francia la statua di Wojtyla
Una sentenza-choc ha mostrato ieri che la Francia resta esposta ad accessi febbrili di laicismo amministrativo. Nove anni dopo la posa nella cittadina bretone di Ploermel di un grande gruppo scultoreo dedicato a Giovanni Paolo II, il tribunale amministrativo di Rennes ha risposto positivamente alla richiesta di rimozione da parte di una delle associazioni transalpine più apertamente antireligiose, la “Federazione dei liberi pensatori”, già protagonista in passato di altre plateali iniziative giudiziarie dello stesso genere, anche contro simboli tradizionali particolarmente popolari come i presepi.
Secondo il foro amministrativo, il gruppo scultoreo posto in una piazza della cittadina non sarebbe compatibile con la Costituzione e con la legge del 1905 di separazione fra Chiesa e Stato, trattandosi di un’opera troppo «vistosa». Alto in tutto 8 metri e sormontato da un arco che culmina in una croce, il gruppo concepito dallo scultore russo di origine georgiana Zurab Tsereteli dovrebbe dunque essere rimosso entro 6 mesi. I giudici hanno infatti precisato che la sentenza «implica necessariamente che il monumento dedicato a papa Wojtyla, così com’è installato a Ploermel, venga ritirato dal sito attuale». In sé, invece, l’edificazione della sola statua non è stata giudicata contraria alla legge.
I militanti laicisti all’origine dell’iniziativa hanno parlato di una «nuova vittoria», lasciando intendere ancora una volta che la linea dell’intransigenza verso i simboli religiosi rientra in una strategia più ampia di «difesa incondizionata» della legge del 1905 che non si arresterà. Alla fine dell’anno scorso, la stessa sigla laicista era riuscita a far parlare di sé ottenendo la rimozione di diversi presepi posti tradizionalmente in luoghi pubblici. A Ploermel, nel gennaio 2010, il tribunale amministrativo di Rennes aveva già dato ragione ai laicisti giudicando non legittimo il ricorso a dei fondi pubblici (4.500 euro) per erigere il monumento.
Oltralpe, dunque, non tutti sembrano pronti ad ascoltare gli appelli alla lungimiranza e alla tolleranza lanciati da diversi intellettuali sullo sfondo del clima surriscaldato dopo gli attentati parigini d’inizio anno. Al contrario, a giudicare da certe dichiarazioni delle ultime ore, alcuni alfieri del laicismo paiono ancor più convinti della necessità di remare contro ogni moderazione.
http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/rimuovete-statua-giovanni-paolo-II.aspx?utm_content=buffer5ae29&utm_medium=social&utm_source=facebook.com&utm_campaign=buffer
Leggendo appunto l’accanimento con il quale i militanti laicisti pratichino l’intransigenza verso i simboli religiosi (leggi cristiani) mi sono anche venute in mente le tante apparizioni della Madonna in Francia. Laus, Lourdes, Pontmain e La Salette, in quest’ultima Maria ci ha rivelato di “essere totalmente impegnata ad intercedere in nostro favore, presso suo Figlio Gesù, del quale non riesce più a reggere oltre il braccio tutto teso a lanciare castighi tremendi al popolo che lo bestemmia, che non va più alla Santa Messa, che non rispetta più la Quaresima. Sono queste le colpe che la Madonna rimprovera al popolo di Dio che si allontana dalla pratica dei sacramenti e dagli insegnamenti del Vangelo”.
Maria diceva questo nel lontano 1846. In tutti questi anni, però, non mi pare sia cambiato molto nel mondo. Anzi! Mi colpisce però la premura della Madre Celeste, che parlava certo per tutti gli uomini. Ma che ha deciso di apparire proprio in Francia (e per Maria il caso non esiste); per una terra che si affanna invece nel voler cancellare ogni forma di religiosità, cristiana appunto.
Allora penso che i laicisti francesi dovrebbero interrogarsi. E capire se sia meglio battersi per difendere incondizionatamente una legge o battersi per difendere incondizionatamente l’uomo. Alla luce di quanto è accaduto in Francia negli ultimi mesi, alla luce di tanta violenza e fanatismo estremo, mi chiedo: remare contro ogni moderazione, può considerarsi un arma che rischia di ritorcersi contro chi la inneggia?
Non so, però immaginavo una bella quercia al posto della statua del Santo Padre e mi è venuto un flash! Forse per aver letto tante storie di Tex, ho associato la quercia ai totem indiani. Cosa erano i totem per gli indiani? Erano il simbolo della divinità. Infatti ad ogni fenomeno naturale che risultava loro inspiegabile, venivano associati un viso, un nome, una volontà. Questi visi venivano poi incisi sul totem; e danzando ed adorando questo tronco essi pensavano di adorare il dio del fuoco, del lampo, della pioggia, del vento… Così facendo cercavano di trovare sicurezza, rifugio, protezione dai tanti pericoli che li sovrastavano.
Mi viene un dubbio. La quercia è una pianta bellissima, sicuramente scelta come simbolo della vita che continua; ma sappiamo bene che, inevitabilmente, esaurisce il suo ciclo vitale, nascita-crescita-morte. La statua di un santo, chiunque esso sia, invece ci richiama alla santità di vita; ci mostra i frutti della santità; ci ricorda il dono più grande che Dio ha fatto all’uomo: la vita eterna!
Perchè ora quei santi sono con Lui! E allora l’uomo, rinfrancato da questi pensieri, solleva gli occhi e il cuore al cielo e si sente amato, protetto… Che meraviglia! E ancora di più, noi possiamo andare alla fonte della vita! Possiamo andare davanti al vero albero che ci salva, la Croce! E vedere, guardando quell’albero che il nostro Dio è amore! Nient’altro che amore. E da qui trarre la nostra forza. Io tutti questi pensieri davanti a una quercia non riesco a farli, magari è un mio limite….
Rendiamoci conto di come siamo “fortunati” rispetto agli indiani di Tex. Anche loro avevano il senso del divino, riconoscevano una presenza superiore e avevano bisogno di relazionarsi con essa. Ma nel loro non conoscere si dovevano accontentare di adorare falsi dei, incomprensibili e capricciosi. Invece il nostro Dio, parla con noi, diventa uno di noi, muore per noi…
Però, quando leggo questi articoli mi vengono dei dubbi, forse preferiamo ancora adorare i totem? Chi vogliamo adorare davanti ai nostri totem? Quali sono i nostri dei? Soldi, carriera, sesso, potere, autonomia…? Siamo pieni di paure di ogni tipo. Ma rifuggiamo, anzi, diventiamo alfieri del laicismo per fare in modo che sia estirpato da ogni angolo il vero albero della vita. E preferiamo inginocchiarci davanti a un tronco vuoto, che nulla può fare per noi… e già, siamo strani noi uomini, non è vero?
Beh, a me gli indiani sono sempre piaciuti molto. Tex ha anche un nome indiano, Aquila della Notte, perchè è molto legato a questo popolo. Ma con tutto il rispetto, se devo danzare e adorare ho solo un posto in cui andare. Davanti alla Croce di Gesù!
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