Incontro con un posseduto seconda parte
Trascorsero due anni.
Una domenica, mentre rincasavo sul mezzogiorno, un tale si avvicinò e mi baciò la mano. Era l’uomo posseduto. Gli dissi:
– E lei è in questa città?
– Siccome nella mia città sono conosciuto e sento vergogna, preferisco stare qui.
– Ed ora cosa fa?
– Cammino. Devo camminare per almeno cinque ore, anche sotto la pioggia e con il freddo. Il demonio che ho addosso vuole così.
– Ma ancora non si è liberato? – E chi mi libera?
Ne ebbi compassione. – Beh, soggiunsi, per questa volta mi metterò io. Venga a trovarmi e così si daranno le botte al demonio. Intanto preghi!
– E certo che prego! Prego continuamente, con la bocca o con la mente, per sei o sette ore al giorno, invocando il Sangue di Gesù Cristo! Povero me se non pregassi! Ripeto spesso: Il Sangue di Gesù Cristo ti abbatta! … – E mi comunico ogni giorno.
– Dunque si faccia coraggio! Domani l’attenderò.
Vengono a trovarmi tanti. Mentre mi disponevo a fare le forti preghiere per l’indemoniato, giunsero alcune donne ed alcuni uomini, persone già messe a conoscenza del fatto.
Domandai al posseduto, che era piuttosto sereno: Lei permette che assistano costoro?
– Niente di male; purché non ci sia qualche fotografo.
– Stia tranquillo! Mentre lotterò con il demonio, lei preghi nella mente. –
Erano presenti un gruppetto di pie donne, un dottore, tre professori, due sottufficiali di Questura, alcuni padri di famiglia e qualche giovanotto.
Prima d’iniziare dissi….
Se qualcuno ha paura di assistere all’esorcismo, si allontani. Raccomando ciò specialmente alle donne. – Si allontanò solo una madre di famiglia.
Continuai: Non fatevi meraviglia se quest’uomo bestemmierà o dirà parolacce; non sarà lui, ma lo spirito maligno. Ed ora mettetevi in ginocchio. Recitiamo tutti l’atto di dolore. Umiliamoci profondamente davanti a Dio!
Mentre ci si disponeva a questo, il demonio cominciò a tormentare l’uomo. Subito iniziai la preghiera, dicendo solo nella mia mente:
« Signore, sono nulla al tuo cospetto e molto debole davanti alle potenze infernali. Per la dignità sacerdotale, di cui mi hai rivestito per la tua misericordia, per le preghiere dei presenti e per la tua vittoria su Satana, fa’ che io possa dominare il maligno spirito e permetti che egli dica qualche cosa, che un giorno possa giovare alle anime ».
L’uomo posseduto improvvisamente contorse il collo a più riprese, si agitava, bestemmiando contro il Signore e la Madonna.
Toccai con il dito le sue labbra e subito tacque.
Tenendo poi la mia mano sopra il suo capo, in segno di dominio come Ministro del Signore, gli dissi:
– Se Dio te lo permette, dimmi il tuo nome!
– Sono il principe degli angeli ribelli, Lucifero!
Udito ciò, dissi ai presenti: Invochiamo allora l’Arcangelo San Michele, il vincitore di Satana.
– Michele, esclamò l’ossesso, … lo conosco! … Abbiamo lottato assieme e poi mi ha precipitato ed incatenato negli abissi infernali!
Invocazione a San Michele ripetute
Tre volte invocammo San Michele e ad ogni invocazione Satana fremeva sempre di più, tormentando il paziente.
Continuai: Che peccato hai fatto in Cielo?
– Tu lo sai! … Mi ribellai a Dio… Del resto, leggi la Scrittura.
– Che Dio ti maledica, o Satana! – Ma io sono già maledetto!
– Nel nome di Dio, ti comando di rispondere: Come mai tu, che in qualità di capo mandi in giro i demoni e ti servi di loro, questa volta sei venuto in quest’uomo, tu personalmente?
– Non riescono, perchè lui prega troppo. Ma ora devo lasciarlo e ritornare nel pozzo infernale. Là aspetto voi! Ma quest’uomo andrà altrove. Vi aspetto con me nel fuoco! Ed alterando la voce da far paura, soggiunse: Ma … fuoco fuoco!
– Che differenza c’è tra il fuoco della terra e quello dell’inferno?
– Quello della terra è materiale; quello dell’inferno è di potenza divina. Se si proponesse a te: Se farai la tale o tal’altra cosa, tu uscirai dall’inferno! Cosa saresti disposto a fare?
– Ipotesi inutile! La mia condanna è eterna.
– Nel nome di Dio, rispondi ancora! Le anime che stanno nell’inferno, per quali peccati vi sono cadute?
– Tu lo sai.
– Lo so; è per la disonestà. Ma in modo particolare?
– Per adulterio, per omicidio, per ateismo.
– Se Dio ti permette di parlare, rispondi su questo: Quando tu vai in giro per il mondo, cosa fai?
– Tento; lavoro nella mente umana. Spingo alla bestemmia, all’omicidio, all’odio, al furto, all’impurità e ad altri peccati. Rovino più anime che posso. Ma devo anche dire che in questo mio lavoro talvolta sono percosso dal Creatore e daglí Angeli.
Satana era obbligato
Pensando che le dichiarazioni di Satana, un giorno pubblicate, avrebbero potuto essere utili alle anime, continuai ad interrogarlo. Certamente il maligno rispondeva perché era obbligato a farlo.
– Che lavoro fai con quelli che si confessano?
– Dopo averli spinti al peccato, li accompagno sino al confessionale; li tento affinchè dicano bugie al Confessore. Però i buoni non mi danno ascolto.
– Presso i moribondi cosa fai?
– Sino all’ultimo dò l’assalto, nella speranza di vincere.
– Se venissero nel mondo coloro che sono nell’inferno, cosa direbbero ai viventi?
A questa domanda non rispose….
Tutti i presenti guardavano l’indemoniato. I loro volti erano pallidi e gli occhi sbarrati, meravigliati di ciò che vedevano e sentivano. Osservai che i più impressionati erano gli uomini. Esortai tutti ad intensificare la preghiera. Satana inferocì; faceva segni poco educati, gridando: Miserabili, non pregate! … Bestemmiate! … Andate piuttosto a divertirvi al cinema!…
La rabbia satanica si riversò sull’ossesso. Questi provava forti attacchi dolorosi, ora al cuore, ora alla testa ed ora ad altre membra; compresi ciò perchè egli spasimante portava la mano sulle varie parti del corpo, indicando ove soffriva di più.
Appena poggiavo la mano sacerdotale sulla parte sofferente, all’istante cessava lo spasimo locale. Satana era sotto il dominio della potestà del Sacerdote.
Intanto facevo internamente atti di umiltà. Guai a me ed all’ossesso se io avessi fatto qualche atto di superbia! Avrei rese nulle le fatiche dell’esorcismo. Il maligno tentò assaltarmi dicendomi parole di lode. Per grazia di Dio compresi e respinsi l’assalto.
Vedendosi alle strette, il brutto spirito esclamò:
– Maledetto il momento in cui quest’uomo s’incontrò con te! Ti piglierei a schiaffi, come ho fatto con altri; ma non posso farlo! E voi, donnacce, che pregate, sappiate che io potrei torcere il collo a tutte; ma non mi è permesso farlo! Voi pregate e con voi c’è la potenza divina!… Posso vendicarmi soltanto sopra questo uomo. Come tormentai Giobbe nel corpo, così tormento questo miserabile! Non posso toccare l’anima sua, ma il corpo sì; ed allora lo faccio soffrire, portandolo in giro sotto la pioggia, e lo spavento con orribili visioni!
E qui iniziò a bestemmiare senza fine… Gli toccai le labbra e tacque…. (il racconto ha un seguito).
Scopri di più da Annalisa Colzi
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