In punto di morte è meglio non discutere mai con il diavolo
In punto di morte vi potrebbe essere la visita del diavolo
Potrebbe accadere che pochi attimi prima di morire il diavolo venga a farci visita. In punto di morte vi è, probabilmente, la battaglia finale per l’anima tra Dio e Satana. Quest’ultimo porterà tutte le azioni negative del moribondo in contrapposizione alle poche opere buone da lui compiute oppure farà di tutto per farlo cadere in tentazione. Le due peggiori tentazioni messe in atto dal demonio quando la persona si trova in punto di morte è la disperazione e la vanagloria.
A questo proposito desidero riportare un episodio tratto dal libro di san Roberto Bellarmino “L’arte di ben morire”.
“Ci furono un tempo due dottissimi uomini, che erano i più valenti nelle dispute di quanti si trovavano nella medesima scuola, ed erano nello stesso tempo di ottimi costumi e religiosissimi. Essendo morto uno di loro, apparve tutto circondato di fiamme al compagno, che nella sua biblioteca stava attendendo allo studio della Scrittura. Questi, atterrito, gli domandò quale fosse la causa di un tormento così grande, e si sentì rispondere in mezzo a gemiti e pianti: “Stando, per passare da questa vita, venne a me l’antico avversario, e perché sapeva che io ero istruito, cominciò a interrogarmi che cosa credessi circa la fede. Risposi che io credevo tutto quello che era contenuto nel Simbolo apostolico. E allora egli mi pregò di esporgli alcune cose, che gli parevano meno chiare.
Mai scendere a dispute con il maligno
Gliele esposi come le avevo lette nel Simbolo di Atanasio; né pensavo si potessero dare spiegazioni più vere e più lucide di quelle. Allora egli: ‘Non è come tu credi, disse, ma quelle asserzioni che riguardano il Padre sono in parte aperte e vere, ma in parte anche oscure e false. Perché Egli è eterno, è vero; non tuttavia come fu sempre Dio, così fu sempre Padre; ma prima Dio, e poi Padre’. A queste parole avendo io esclamato che quell’asserzione era eretica e dottrina diabolica. ‘Non è il caso, disse, di disputare con le invettive; ma con le ragioni, se vogliamo seriamente investigare la verità; io posso esporre facilmente gli argomenti in favore della mia sentenza; e tu se potrai spiegarmi i tuoi , mi libererai da un grande errore’. Ed io, povero infelice, che confidavo più del giusto nel mio ingegno e nella mia dottrina, cominciai a disputare con lui, come avrei fatto con qualunque uomo, ed egli mi oppose tante ragioni, e, ciò che più mi meravigliava, tante testimonianze della Scrittura, che a poco a poco mi trascinò in errore così nefando, che già più non credevo alla divinità del Figlio e dello Spirito santo. Intanto sopravvenne la morte e il Giudice mi ricevette quale mi trovava e finii all’inferno. E adesso mi pento quasi ogni ora della mia scienza, che mi ha piombato in un abisso così profondo”. Detto questo scomparve.
L’amico, una volta ripresosi, raccontò la visione ai suoi intimi e domandò il loro giudizio. L’avviso comune fu che ciascuno doveva attenersi a quella fede, che la Chiesa cattolica crede.
Anche l’amico cadde malato e il diavolo si presentò
Dopo poco tempo anche l’amico si trovò in punto di morte. Ed ecco accorrere anche da lui l’antico avversario a domandare che cosa credesse della sua fede. Rispose che credeva quello che crede la Madre Chiesa. E l’antico nemico: ‘Che cosa crede la Madre Chiesa?’. ‘Lo stesso che credo io’, ribatté il malato. E ciò ripetè fino all’ultimo respiro: ‘Credo ciò che crede la Chiesa, e la Chiesa crede ciò che credo io’. Così avvenne che, vinta e delusa l’astuzia del nemico, fu salvo.
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